Neppure di fronte all’emergenza Coronavirus si ferma la speculazione politica. Parlare di “soldi” alle famiglie può sembrare apparentemente giusto, se solo non fosse di fatto vietato dalla stessa ordinanza che attribuisce le risorse ai comuni.
Il comma 4 dell’art.2 dell’Ordinanza n.658 della Protezione Civile cita testualmente: «Sulla base di quanto assegnato ai sensi del presente articolo, nonchè delle donazioni di cui all’art. 66 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ciascun comune è autorizzato all’acquisizione, in deroga al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50:
a) di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun comune nel proprio sito istituzionale;
b) di generi alimentari o prodotti di prima necessità».
Dunque buoni spesa o spesa vera e propria. Non si possono dare soldi. E a confermarlo è stato lo stesso presidente dell’ANCI Antonio Decaro nella serata di ieri a Porta a Porta. Gli ex-amministratori di Cerignola invece vorrebbero che si distribuissero i soldi “direttamente” alle famiglie bisognose, lasciando a queste la decisione di come utilizzarli. Dunque fare quel che non si può fare, optare per una soluzione amministrativa non conforme alla legge. Si specula sui bisogni e sulla rabbia delle persone. Si fa disinformazione, creando ad arte confusione.
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