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    A Cerignola è tutto un Pian(t)o delle Fosse

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    Non c’è pace per il Piano delle Fosse. Soltanto la settimana scorsa sono cominciati i tanto agognati lavori per la riqualificazione dell’area e già cominciano a sorgere i primi intoppi che potrebbero compromettere il pur ambizioso progetto. Un passo indietro per capire di cosa stiamo parlando: la data dello scorso 5 luglio ha battezzato l’inizio dei lavori per la risistemazione del Piano. Un investimento importante, pari a 1.213.000 euro, per ridare dignità e strappare al degrado un’area culturale che costituisce una risorsa unica al mondo. L’opera ha un costo di 1.213.330,18 euro. La Regione ne metterà a disposizione 1.048.330,18: si tratta di fondi Po Fesr 2007-2013 (Programma Operativo Fondo europeo per lo Sviluppo Regionale) Asse IV Linea di Intervento 4.2. I restanti 165.000 euro sono a carico del Comune di Cerignola. Un progetto che parte da lontano, inserito nel 2010 nel Programma triennale delle opere pubbliche della nostra città e finanziato nell’ambito del Programma Stralcio degli interventi delle Aree Vaste, in tutto dieci in Puglia, a cui la Regione Puglia ha destinato complessivamente 340 milioni di euro. La consistenza del progetto è stata così spiegata dall’assessore ai Lavori Pubblici Santoro: “In questa prima fase si procederà alla risistemazione di una parte delle fosse granarie, tra cui quelle di via San Tommaso d’Aquino e dello slargo antistante via Mascagni. Si tratterà, in sostanza, di una verifica dello stato delle fosse, di una messa in sicurezza di quelle pericolanti, a rischio di crollo, che possono costituire un pericolo per l’incolumità pubblica. Si passerà successivamente ad uno screening di tutte le fosse, così da poter elaborare lo studio di una variante per dare compimento al futuro Museo Multimediale del Piano delle Fosse Granarie”. Chi, a questo punto della vicenda, aveva immaginato concluso il cerimoniale con brindisi inaugurali e tagli del nastro da manuale, dovrà ricredersi. Perché Cerignola certo non sarà Firenze, ma in materia di “guelfi” e “ghibellini” non ha nulla da farsi insegnare. Sull’intero progetto verteva e continua a vertere una ormai storica diatriba, che periodicamente torna vivere momenti di rinnovato ardore. Da una parte la Direzione dei Lavori, rappresentata dagli architetti Tommaso Bufano ed Enzo Rendine, dall’altra chi, come Nicola Pergola, ha da sempre posto sotto la lente d’ingrandimento un progetto che va a toccare un area particolarmente sensibile. Acredini passate che risalgono all’ormai superato (così sembrerebbe) progetto di costruzione di un ascensore che consentisse ai visitatori di “immergersi” nei meandri delle fosse di Piazza della Libertà. Reazioni e controreazioni per una “innovazione” che non convinse tutti, tanto che qualcuno sentì la necessità di fondare un Comitato per la Salvaguardia del Piano. Storia vecchia certo, ma capace di rinnovarsi, sempre all’insegna di punzecchiature e veti incrociati. E l’inizio dei tanto agognati lavori non poteva, di certo, sottrarsi a questa regola aurea “made in Cerignola”. Nella mattinata di lunedì, infatti, la responsabile della Soprintendenza ai Beni Archelogici, Giovanna Pacilio, si è catapultata nel centro ofantino: “E’ stata allertata da noi – spiega Pergola – perché ritenevamo che qualcosa nella conduzione dei lavori non stesse andando per il verso giusto. Per fortuna la Pacilio, mettendosi le mani tra i capelli, non ha potuto far altro che darci ragione”. La Pacilio si è presentata a Cerignola accompagnata da due carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico, ha fotografato i cantieri ed è ripartita alle 12.30, “con l’idea di sospendere i lavori” – afferma Pergola. Secondo cui le “irregolarità” andate in scena al Piano delle Fosse sono più di una: mancanza di un archeologo in pianta stabile durante la fase dei lavori (nonostante una comunicazione di maggio della Soprintendenza di Taranto a quella di Bari che raccomandava proprio tale presenza); la presenza di trincee alte più di un metro, scavate con la pala meccanica; la mancata presenza dei direttori dei lavori durante l’orario degli stessi; la pubblicazione del cartello dei lavori, avvenuta soltanto quattro giorni dopo l’avvio degli stessi; alcuni dubbi sulla ditta che eseguirà i lavori, quella Italtecno che, a norma di legge, deve essere una “impresa particolarmente qualificata”. Dubbi che avanzano su un progetto atteso da anni e connotato da una storia a dir poco travagliata. “Non so quali personaggi ci sono dietro – commenta l’architetto Bufano, direttore dei Lavori -, certo che questi episodi dimostrano quanta poca voglia di crescere ci sia nella nostra città”. Il rischio, concreto, è quello di vedersi bloccare sul nascere un progetto di rinascita della più importante risorsa storica della città. E se a Firenze, quanto meno, ci sono il Duomo ed il Ponte Vecchio, a Cerignola rischiamo di ritrovarci soltanto con i “guelfi” ed i “ghibellini”.

    7 COMMENTS

    1. Non capisco a cosa si mira!!!! Si preferisce tenere in piedi uno schifo di erbacce e carte volanti all’interno di una vergognosa recinzione o cercare di riqualificare una zona storica al centro della nostra città????? Ma quando capiremo che siamo così stupidi da buttarci fango addosso l’uno con l’altro????? Quando inizieremo a crescere culturalmente e intellettualmente??? Quando la smetteremo di far ridere i polli o meglio, la gente di altre città???? Lasciate riqualificare la zona e vedrete che finalmente riusciremo a dare un pò di decoro a questa povera cittadina!!!!

    2. siamo solo capaci di andare in giro in Porsche e Ferrari, avere più Audi che in Germania, e non saper scrivere e parlare neanche l’italiano. Questa e solo questa è Cerignola, tutto il resto sono solite parentesi di volenterosi che puntualmente vengono affogate da personaggi che amano vivere nel porcile Cerignola.

    3. che vergogna! non siamo capaci di gestirci quel poco di cultura storica che abbiamo! che vergogna! fosse abbandonate da anni: in qualsiasi altra parte d’italia le avrebbero sistemate nel giro di qualche mese, invece sono anni che sono li a marcire: che vergona! il percorso sotterraneo? ma chi ci crede!!! fate solo ridere! sarà solo un modo come gli altri per rubare i soldi ai cittadini e fare arricchire i soliti…! sono sicuro che a fra un anno saranno ancora abbandonate con quella bruttissima recinzione e con i topi che la fanno da padrone!

    4. Questa storia: la storia delle fosse granarie, ha visto cimentarsi in passato e nell’immediato passato fior di Assessori alla Cultura (?), che hanno inspiegabilmente creato intorno ad esse una variegata e fantasiosa forma di tutela delle stesse in ordine:
      Area per maneggio di asini e cavalli, pascolo per pecore cittadine, luogo dove far brillare mortaretti, recinto per eiezioni di cani, area per la coltura del trifoglio, l’erba cicorina, spazio utilizzato per il parcheggio selvaggio di auto, discarica a cielo aperto per quanto di inutile si possa detenere in mano sino ai giorni nostri.
      Di queste iniziative si sono fregiati il petto soloni della cultura, all fine è venuta la splendida idea di fare in abbinamento un museo del grano (sparito nel tempo), poi si è continuato con l’intravedere una speranza di binomio con la fondazione Monte Fornari, ma oggi è diventato un Centro- Sociale di Lusso. I conservatori cercano in tutti i modi di riappropriarsi di questa area, scippata (dalla dottoressa), ma ecco che come d’incanto nascono le idee per salvare solo le fosse. Le prime idee passavano attraverso la clonazione di una porzione di calle veneziane, con tanto di percorsi palafittati, cioè da avvento fel genere umano, oggi si parla di ascensori, perchè non individuare un progetto con similitudini da astrolabio. La cultura e le colture di Cerignola potranno trovare la giusta pace nelle fosse.

    5. Io proporrei di affidare i lavori di riqualificazione a un ente esterno, tipo il politecnico di Bari, così come fu fatto in passato per il piano regolatore che fu affidato al Politecnico di Milano.

    6. perchè andare a bari quando ci sono competenze specifiche ed adeguate al caso di specie a Foggia? dateci il tempo di operare; un grande sacerdote di nome “Padre Mario” dice sempre che quando hai fretta ti devi ripetere mentalmente vado piano piano perchè ho fretta.

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