Il tempo è fattore importante nella vita dell’uomo, nel susseguirsi degli eventi, nel procedere delle cose. L’atemporalità ha, nella sola ipotesi, dell’impossibile. Pertanto ben si comprende la frase secondo cui “ogni cosa ha un suo tempo”. Nella vita come nella politica gli uomini vivono in forte simbiosi col tempo. Per Kant se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti. Allora probabilmente, alla luce di quello che in città accade, c’è gente che non si accorge dello scorrere del tempo. Non se ne accorge chi continua a “temporeggiare” lasciando in vita una crisi politica che rischia di paralizzare ulteriormente la città. Chi, a distanza di tempo, si riscopre ambientalista last-minute. Chi parla, perdendo tempo, invece di agire, guadagnandone. Chi per mancanza di tempo si astiene dalla (civile) lotta. Chi crede che un minuto di notorietà possa cancellare anni di nefandezze. Chi, con opere e parole, rinnega il (proprio) passato. Chi crede, donando tempo alla res publica, che possa esistere un futuro (migliore). Chi scrive per far passare velocemente il tempo e chi per fermarlo. Chi vive tutta la vita e chi dura “da Natale a Santo Stefano”.