La convinzione che si stia andando sempre più verso un macro-problema rifiuti, che nei prossimi anni potrebbe assumere proporzioni gigantesche, è cosa accertata. Ma la cosa che più preoccupa è la scarsa presa di coscienza da parte dei cittadini di quanto sta accadendo. Se le discariche oggi ci sono, non è detto che sia necessario riempirle. E allora meglio bruciare? Per qualcuno si, anzi, a vedere in quanti stanno protestando per l’impianto di Borgo Tressanti, vien da dire, per la gran parte si. Ma si sa Cerignola, come in tutta la Capitanata, non è un bell’ambiente. E probabilmente sarà sempre peggio, soprattutto dopo l’entrata in funzione di una serie di impianti. Cerignola, con il suo vasto agro, dovrebbe guidare la “nuova rivoluzione agricola” e invece non reagisce alla ulteriore batosta che questa si accinge ad avere. Edilizia: questo sembra essere l’unico interesse della politica, con la cocciuta volontà di snaturare le naturali vocazioni territoriali. Le mille colpe di tutti non vanno equamente divise. Ha più colpe chi il territorio lo vive più da vicino. A Bruxelles non sanno cos’è l’agro di Cerignola e che esigenze ha, così come non lo sanno a Roma e a Bari. A Foggia dovrebbero già conoscere meglio la situazione. A Cerignola lo sanno benissimo. Ma questa è storia vecchia, proiettata in un futuro cieco.