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    Per l’Amministrazione Giannatempo è crisi?

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    Quello che nelle scorse settimane sembrava solo un presagio dei più pessimisti, ieri si è rivelato essere la cruda realtà. Per l’Amministrazione Giannatempo è crisi piena, nei numeri e nei fatti. Noi già qualche giorno fa, a proposito della lettera dei quattro consiglieri del Pdl contro l’Ass. Pece, avevamo preventivato una situazione alquanto difficile per il Sindaco, proprio per l’11 di Marzo, durante il Consiglio Comunale. Così è stato, forse anche peggio rispetto alle nostre previsioni. Fare un’analisi tecnico-numerica di quello che è accaduto nella mattinata è ripetitivo, per noi, e quantomeno semplicistico per chi conosce bene la storia della politica cittadina o si erge a conoscitore ed esperto della stessa. Ciò che è emerso, non è altro che il risultato di una costruzione politica poco attenta a quelli che dovrebbero essere gli elementi essenziali di un governo. In quest’amministrazione, non siamo noi a scoprirlo, sono sempre mancati coesioni ideologiche e comunione d’intenti. La “battaglia” portata avanti dal Sindaco, nel tentativo di rendere quantomai unita questa maggioranza ha spesso cozzato con il diverso pensiero e volere delle varie menti del Consiglio. A molti, già in campagna elettorale, era sembrato un azzardo proporre l’UdC nella coalizione, vista la situazione nazionale e tenuto conto dei componenti poco vicini all’idea politica del PdL cerignolano. Dopo l’insediamento e la nomina della Giunta, per altro abbastanza tardiva, sono sorti altri due problemi: l’UdC, che si è spaccato creando un gruppo autonomo interno al Consiglio (del quale fa parte anche il Presidente del Consiglio Comunale), lasciando il solo Mennuni come componente ufficiale dello scudo crociato; e le sorprendenti dimissioni dell’Avv. Merlicco da Assessore alla Cultura. Giannatempo nomina Pece come sostituto, anche se lo inserisce in un altro settore, riservando per se stesso la delega alla Cultura. Pece, già coordinatore di Fli, non è accolto subito bene, ma il silenzio dei componenti della maggioranza lascia al Sindaco l’idea che forse tutto possa procedere tranquillamente. Come sappiamo così non è stato. In molti, in questi mesi, si sono chiesti il perché del finiano in Giunta, giacchè non vi erano obblighi da parte di Giannatempo, seppur questi fosse il più suffragato tra i non eletti. Ecco che il tempo ha dato ragione a chi, già in campagna elettorale, aveva previsto tempi duri per il dottore, qualora fosse tornato in carica come Sindaco della città. Tenere insieme tanti personaggi differenti della politica cittadina, con idee e interessi diametralmente opposti, è impresa ardua e forse questo il primo cittadino, ancora in carica, lo sapeva fin dall’inizio. Il tentativo di andare avanti, mostrato anche ieri mattina nelle comunicazioni all’apertura dei lavori del Consiglio, rende giustizia e fa onore all’uomo Giannatempo, al grande professionista, ma forse lasciano spazio a dubbi sulle capacità politiche: o meglio in tanti si sono chiesti, uscendo dalla Sala Consiliare, come una figura di tale esperienza politica non avesse previsto problematiche di questo tipo. Certo alla luce di quest’amministrazione, un plauso gli va fatto, perché è riuscito, fino a prima della seduta, a tenere coeso un gruppo di persone molto eterogeneo. Sarebbe interessante capire, magari chiedendolo direttamente a lui: “ma se Giannatempo potesse tornare indietro, alla luce di quanto accaduto fino a oggi, si ricandiderebbe?”. E’ chiaro che questa chiave di lettura va vista sempre in funzione di ciò che potrà accadere nei prossimi giorni. Il Governo non è caduto ma si è aperta una crisi che potrà portare a due diverse soluzioni: la prima, più pacata, che prevederebbe un eventuale rimpasto della Giunta nel tentativo di trattenere i “dissidenti”; la seconda, più estrema, lascia spazio a poche interpretazioni, con le dimissioni del Sindaco e il Commissariamento fino alle prossime elezioni. Staremo a vedere cosa accadrà.

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