L’ennesima occasione persa per restituire ‘buona politica’ a questa città passa dai Giovani Democratici, la parte ‘giovane’ del Pd. Pochi giorni fa l’elezione di Savino Bonito, in un congresso che annunciava ricorsi sin dalla sua apertura, viste le procedure di tesseramento poco trasparenti. Pare che, proprio nella compagine vincente, fossero stati gonfiati i numeri, con tesseramenti, anche di non residenti a Cerignola. Il ricorso però è stato accolto e il congresso annullato. Di seguito la nota ufficiale della Commissione di Garanzia Regionale.

Con la presente si comunica che la commissione di garanzia regionale dei GD Puglia, in data 7 marzo 2012, con il parere favorevole della maggioranza dei suoi membri, ha accolto il ricorso presentato da una parte dei giovani democratici iscritti al circolo GD Cerignola e ha pertanto dichiarato nullo il congresso di circolo dei GD Cerignola, invalidando di conseguenza sia la votazione per il segretario di circolo, sia quella sulle tesi congressuali nazionali. Tempi e modi con cui il congresso di circolo dei GD Cerignola dovrà essere recuperato, saranno oggetto di discussione in una prossima convocazione della presente commissione.

Adriano Bizzoco – Pres. Commissione di Garanzia Regionale GD Puglia

A fare eco alle parole ufficiali di Adriano Bizzoco giungono quelle di Biagio Dalessandro, colui che in questi mesi ha animato, con Tommaso Sgarro, la compagine giovanile, facendosi da parte al momento del congresso, nonostante la giovane età, per cedere il passo ad un giovanissimo. Oggi che ci sono le parole ufficiali della Commissione di Garanzia i racitiani intervengono nella discussione spiegando le proprie motivazioni e il proprio punto di vista.

L’annullamento del congresso da parte della Commissione di Garanzia Regionale, noi non la consideriamo una vittoria ma solo l’opportunità per ritrovare lo spirito originario dei Giovani Democratici di Cerignola. Perché, quando i primi di noi, e poi via via tutti gli altri, si sono avvicinati a quella esperienza politica, per prima cosa ci è stato detto che il nostro movimento era l’investimento più importante per il futuro del Partito Democratico. E che, proprio per questo, il nostro percorso politico doveva essere e rimanere autonomo da quello del Partito Democratico. Solo ora ci rendiamo conto di quanto quelle parole fossero importanti. Perché noi autonomi lo siamo stati davvero. In tutte le scelte che abbiamo fatto, compresa quella delle tesi e del candidato Segretario. Solo chi non conosce i giovani o è in malafede, o chi (ci riferiamo a qualche commentatore di strada o di web) magari giovane lo è all’anagrafe ma è già vecchio e decrepito nell’anima, può aver pensato e scritto il contrario. Se può servire: quando c’è stata l’iniziativa per la legalità, ad esempio, noi vi abbiamo partecipato, ed abbiamo anche attaccato i manifesti. Senza pensare a chi l’avesse organizzata, perché per noi era una iniziativa del Partito che condividevamo- Punto e basta. E quando abbiamo deciso di fare ricorso, è stato perché noi giovani democratici ci teniamo alla nostra dignità e al rispetto delle regole. Da giovani meridionali che vogliono cambiare le cose, ci siamo ribellati a metodi e comportamenti che non costruiscono un futuro migliore ma ci fanno rimanere incastrati in logiche vecchie e distruttive. Per quanto ne sappiamo, nella lunga battaglia precongressuale tra Benifei e Raciti, non uno solo dei dirigenti del PD ha preso parte o è intervenuto. Perché avremmo dovuto consentirlo noi? Quanti di quelli che sono intervenuti sugli organi di informazione si sono documentati? Quasi nessuno. Perché se lo avessero fatto, si sarebbero resi conto che: l’articolo 11 del regolamento congressuale dei Giovani Democratici è chiarissimo, e fa riferimento ad una sola modalità di voto per le tesi e per il Segretario di Circolo, cioè palese e in assemblea plenaria; l’articolo 10 dello Statuto Nazionale dei Gd, è evidente che sia stato scritto pensando alle primarie con le quali i GD sono nati nel 2008 e non a un congresso su tesi contrapposte, come quello in corso. Statuto e regolamento parlano di due cose differenti, e il regolamento è chiaro nel dire che (sempre art.11) in caso di congresso a “tesi contrapposte a carattere sostitutivo, emendamenti, e ordini del giorno su temi di carattere locale o nazionale [essi] verranno discussi e approvati con votazione in forma palese nella sessione plenaria”. A Cerignola nella foga di personalizzare lo scontro si è dimenticato di parlare delle tesi, sulle quali si doveva anzitutto votare, per poi, come logica conseguenza della discussione, solo in secondo luogo passare a votare il segretario: è per questo motivo che si è inteso inserire il voto palese anche per il segretario. L’articolo spesso citato dallo statuto fa riferimento alla votazione di segretari e assemblee, non di tesi congressuali e, quindi, di documenti! Il voto palese è stato inserito nel regolamento e accettato come logica conseguenza della dinamica di un congresso per tesi. Si deve inoltre sottolineare, fatto importantissimo, come il regolamento nazionale sia stato votato e approvato in direzione nazionale da tutte le componenti territoriali e politiche rappresentate nella giovanile, compreso quelle di Foggia. Spesso poi è stato citato l’articolo 48 della Costituzione che si riferisce solo alle elezioni amministrative e politiche: che ci azzecca il movimento dei Giovani Democratici che, come il Partito, è una libera associazione di cittadini? Va detto, inoltre, che nel congresso non si confrontavano persone ma due tesi contrapposte, e che è su questo che anzitutto si votava. Lo diciamo non per spirito polemico, ma per amore di verità. Siamo certi che presto la parentesi del congresso sarà per tutti, filo Raciti o filo Benifei che siano, solo uno spiacevole ricordo e torneremo di nuovo tutti uniti. I malpancisti esterni al P.D. e ai G.D., ai quali viene l’acidità di stomaco quando le idee portatrici di progresso e di futuro crescono, se ne facciano una ragione.

Biagio Dalessandro – Giovani Democratici tesi “Il futuro mi interessa”