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    Cerignola da “Cartagine” alla festa provinciale della Polizia

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    Sarà Cerignola la location designata per la festa provinciale dei 160 anni dalla Fondazione della Polizia di Stato. A confermarlo, già due mesi fa, fu proprio il Questore di Foggia, Maria Rosaria Maiorino. “C’è più sicurezza insieme”, questo il tema celebrativo scelto per la manifestazione che si svolgerà sabato 26 maggio, per la prima volta, in questa città. E non è un caso: «La scelta della location è particolarmente significativa – scrive il Questore -. Si intende affermare tangibilmente la vicinanza e l’attenzione che la Polizia di Stato vuole dedicare alla cittadinanza e alle problematiche presenti sul vasto territorio comunale». Il tutto giunge proprio in un momento storico particolare per il paese, con il tritolo (oltre un chilo) piazzato all’interno della palazzina dove risiedono molti dei poliziotti in servizio sul territorio, come forma di ‘avvertimento’, e la recente esplosione di un’auto di proprietà della moglie di un carabiniere residente e originario di Cerignola, in servizio a Trinitapoli.

    Cerignola Ieri raccontata da Nunzio Di Giulio La scelta, però, è anche figlia di un recente passato infelice, «quando a Cerignola si camminava in mezzo ai morti», così come conferma a lanotiziaweb l’ex Ispettore Capo della Digos Nunzio Di Giulio, che descrive lucidamente la faccia nera di quella Cerignola: «agli inizi degli anni ottanta, quando io ero giunto da poco a Cerignola, l’organizzazione criminale cominciò un mutamento significativo. Si passò, infatti, dai furtarelli, tipo scippi e furti d’auto, a veri e propri gruppi organicamente importanti e organizzati, pronti ad aprirsi a nuovi traffici illeciti, anche fuori Regione. Cominciarono le prime intimidazioni alle grandi imprese di costruzione dell’epoca, fino a giungere agli inizi della seconda metà degli anni ottanta, quando si toccarono punte preoccupanti, con conflitti a fuoco per strada. Era il 1986». Fu proprio quello l’anno della svolta, quando la criminalità organizzata cominciò a espandersi a macchia d’olio, trovando terreno fertile anche a causa di una forte carenza d’organico nelle forze dell’ordine. Era solo l’inizio degli anni più brutti per Cerignola, quando in città vigeva il coprifuoco, e davanti alle attività commerciali, ai bar, o nelle piazze, non si esitava a sparare e a compiere regolamenti di conti tipicamente mafiosi. All’epoca il Commissariato era diretto da Francesco Fiorentino, ricordato da Di Giulio come uno dei più preparati tra i Dirigenti: «Ricordo Fiorentino come se fosse oggi; una persona davvero preparata, senza nulla togliere a tutti gli altri Dirigenti di ieri e di oggi. Ho avuto il piacere di lavorarci in situazioni davvero difficili per noi. Grazie alla nostra collaborazione serrata e ben orchestrata, riuscimmo a infliggere colpi molto duri alla malavita dell’epoca, seppur avessimo una ristrettezza d’organico. In quel periodo non ricordo di aver dormito, non sono andato a letto per molte notti». Ci troviamo ormai nel 1993, quando Cerignola contava già 50 morti ammazzati tra le bande rivali dell’epoca: da un lato il clan Piarulli-Ferraro, meglio noto con l’appellativo di “Cipolla”, e i Di Tommaso, noti col nome di “Taddone”. L’operazione era stata denominata “Cartagine”, e vedeva la Direzione Investigativa Antimafia operare tra Puglia e Lombardia numerosi arresti. Anni che sembrano un film, raccontati da chi li ha vissuti a chi non c’era; scene degne de “Il Padrino”, senza però attori o stuntman. Un’operazione che condusse, in definitiva, a 83 ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di stupefacenti, e 40 omicidi. Ciò che desta più stupore, è l’immagine impressa nella memoria di chi rischiava la vita ogni giorno, e di chi ha visto coi propri occhi i cadaveri, così come racconta Di Giulio: «l’eccidio del pozzo, dove persero la vita tre giovani, è quello che mi ha lasciato il ricordo più forte. Credo sia stato, a mio modo di vedere, il più efferato. E la cosa che mi ha più colpito è che uno dei tre ragazzi, che scoprimmo essere quello ammazzato per ultimo, si orinò addosso per la paura». La città del tempo però non rimase inerme e, grazie alla tenacia della Cgil, Cisl e Uil, e al coraggio del primo cittadino Vincenzo Valentino, organizzò un corteo di protesta contro la criminalità organizzata, giungendo fino in Ministero a Roma per chiedere più agenti per Cerignola. E i risultati furono subito evidenti. Arrivarono, infatti, altri due Commissari Capo e una quarantina di agenti dell’anticrimine da Bari e Napoli: «con l’arrivo di nuove forze, si ristabilì una certa tranquillità e un ordine ormai da tempo perduto. Fu così – continua Di Giulio – che mettemmo la parola fine alla criminalità organizzata, alla mafia cerignolana».

    Cerignola Oggi secondo Nunzio Di Giulio Interessante è, infine, l’analisi su Cerignola oggi, letta con gli occhi di Di Giulio: «oggi la mafia a Cerignola non c’è più, ma questo non vuol dire che non ci siano più criminali. Esistono – prosegue l’ex Ispettore Capo – alcune batterie criminali, come si definiscono nel nostro linguaggio, che si occupano di traffico di droga e furto e riciclaggio di autovetture, ma non c’è più malavita organizzata. Sono piccoli gruppetti che fanno del furto d’auto (Cerignola è la regina del furto d’auto) la loro principale attività. Quelle di grossa cilindrata vengono taroccate e smerciate all’estero, mentre in paese col cavallo di ritorno si completa il business. Non di meno il traffico di droga, che vede Cerignola come centro di smistamento sia locale che nazionale, un po’ come accade per il riciclaggio delle auto. Mentre la prostituzione non è mai stata prerogativa della malavita cerignolana; così come anche l’infiltrazione nei piani di potere. Infatti, non ci sono palazzi costruiti dalla malavita locale perché all’epoca tentarono e furono fortunatamente rifiutati». Nel Marzo del 2000, Nunzio Di Giulio, di origine canosina ma trapiantato a Cerignola e affezionato come pochi a questa città, in servizio dal 1975 e in pensione dal 2007, riceve il titolo di Cittadino Onorario.

    La festa della Polizia può essere l’inizio di una nuova stagione di rinascita culturale per Cerignola, sulla scia delle grandi conquiste di Di Giulio e dei suoi colleghi che all’epoca hanno rischiato la vita e che oggi, nonostante tutto, continuano a rischiarla per il bene della città. L’evento si svolgerà nell’arco di tre ore, dalle 17 alle 20 e sarà articolato in due distinti momenti: uno celebrativo in Piazza Duomo, e l’altro conviviale, aperto alle autorità e alla cittadinanza, all’interno del Palazzo Coccia.

    2 COMMENTS

    1. ho 25 anni e vorrei saperne di più di quel periodo di cerignola. Ricordo solo i discorsi dei grandi e ricordo che c’era molta paura, mia madre mi accompagnava e mi veniva a prendere a scuola…ricordo che un bambino rimase ferito in una sparatoria. Non esiste nessun testo che ricostruisca quel periodo nero della nostra vita cittadina?

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