Con un secco no. Un no deciso e forte. Ci ha provato Giuseppe con cinquanta euro, Mario con cento euro, Alberto con un fisso mensile. Poi Tonino con una promessa e Alessandra con cinquecento euro al mese per arrotondare. Per fortuna siamo riusciti ad affilare ben cinque ‘NO’ alle altrettante proposte (che ovviamente non avevano questi nomi).
L’abbiamo fatto perché, a differenza di quello che si può pensare e dire in giro, nessuno di noi ha incassato mai un euro per scrivere quello che appare tra le pagine interattive del nostro giornale (se non come compenso simbolico dovuto dall’editore). Né sottoforma di finanziamento da un partito, né come mazzetta. Eravamo sicuri che i nostri no avrebbero fermato le tristi proposte e invece non è stato così. E alla domanda “saranno capaci di tornare al contrattacco?” abbiamo risposto: purtroppo sì.
Un coraggioso sprovveduto voleva acquistare lanotiziaweb.it, per due mila euro. Ancora un No, grazie (il sesto!) e questa volta lo si è detto con un sorriso di incredulità mista a vergogna (per lo sprovveduto in questione). Ecco come rispondiamo alle mazzette. Ci piace rispondere no. E non “forse” o “ci accordiamo”. La nostra è una risposta sicura, senza alcun ripensamento. Ci piace però raccontare alla città che esistono persone capaci di “tentare l’acquisto” dei giornalisti, del direttore di un giornale. Molti vorranno i nomi, ma a che servono? Il nostro ‘no’ privato vale molto più di uno sputtanamento pubblico, usanza fin troppo in voga nella nostra cittadina. Un solo dubbio: se certa gente si permette di far questo, probabilmente esiste chi cade nel tranello. O forse è solo una questione di abitudine: pagare un giornalista per avere l’articolo desiderato (e concordato) in prima pagina, non ci raccontiamo fandonie, succede ovunque!
E’ notizia di qualche settimana la riduzione sostanziale degli incentivi alla stampa da parte del nostro Governo attraverso la manovra salva Italia. Si parla di cifre dimezzate che non fanno ben sperare. Per molti giornalisti si prospetta il prepensionamento. Per molti colleghi che collaborano “a pezzo” si prevede al massimo un saluto con tanto di pacca sulla spalla. Il futuro di molti giornali dai nomi altisonanti sembra ormai segnato. In questo scenario a tutti farebbero comodo cinquanta euro in tasca in cambio di venti righe in copertina o in homepage. Del resto scrivere è un mestiere e come tale deve essere rispettato, anche sul piano economico. Ma questo non giustifica le squallide proposte che ci sono arrivate. E soprattutto non dà il diritto di pensare che dei giovani giornalisti o aspiranti giornalisti possano scrivere in maniera pilotata per intascarsi il famoso bigliettone giallo oro. Che lo continuino a fare gli altri, se vogliono. Per chi non l’avesse ancora capito, noi desisteremo sempre.