L’assemblea slitta dalle 16,00 alle ore 17,10 e il Consiglio Comunale comincerà quindi con evidente ritardo. Stanno arrivando pian piano tutti, compresi i quattro. Con 26 presenti (sono assenti Mansi, Morano, Moccia, Mennuni, De Benedictis), sulle note dell’Inno, alle 17,30 comincia il primo Consiglio Comunale del 2012. In apertura subito un intervento di Aucello (Pd) sul senso e sull’origine dell’8 marzo festa della donna. Si approva il verbale delle sedute precedenti e alle 17,42 si comincia con le interrogazioni, con l’arrivo anche di Mennuni e Morano. Terminata questa fase, che non produce alcun fatto rilevante, si passa ai punti veri e propri.
Ore 18,25 – Lepore (MpC) propone l’anticipazione del punto 10. Vitullo (Pdl) propone l’anticipazione anche dei punti 10, 8, 9. Giurato (Pd) propone di anticipare i punti 10 e 7. Tutte le tre proposte vengono bocciate ai voti e si procede con 5 minuti di sospensione.
AGGIORAMENTO ORE 19.35 Una nuova crepa si è aperta sul fronte della maggioranza guidata da Antonio Giannatempo: il consiglio comunale è già terminato, con nuovi strascichi che si attendono per il suo governo. Mentre si discuteva il quarto punto all’ordine del giorno, relativo al regolamento di istituzione del Museo di Torre Alemanna, che rappresentava il rientro in aula dopo una lunga pausa dei lavori, ha preso la parola Metta. Il presidente de La Cicogna ha espresso fin da subito le perplessità sull’accapo, sostenendo che il Museo farà la stessa fine della Scuola bandistica e della Scuola civica, che cioè resteranno solo sulla carta. La maggioranza era composta da soli dieci elementi (più De Benedictis in seguito), numero insufficiente per approvare il punto; l’avvocato ha manifestato la contrarietà all’approvazione e, facendo leva sulla mancanza del numero necessario per l’approvazione, ha chiesto il ritiro dell’accapo. Interviene il sindaco Giannatempo, ammettendo la difficoltà numerica esistente, si è appellato al buonsenso delle opposizioni, affinché non perdesse l’occasione di ricevere un sostanzioso contributo destinato alla comunità e nella fattispecie all’istituzione del museo. Replica Metta, annunciando l’uscita dall’aula del suo gruppo al momento della votazione, subito accompagnato dal Pd, con Dalessandro e Giurato che invitano il sindaco a rassegnare le dimissioni per il bene della città. Anche i democratici escono dalla Sala consiliare e quindi al momento dell’appello con soli tredici presenti la seduta è stata dichiarata deserta, ed il Consiglio è stato interrotto.
Il capogruppo del Pd a fine seduta dichiara: «Cerignola va governata. Non è possibile che da un anno la crisi di maggioranza paralizzi la città e gli interessi dei cittadini. E’ dignitoso per il sindaco dare le dimissioni, perché non può essere osteggiato da chiunque. La maggioranza seria guarda solo gli interessi della città, non quelli personali. Ho proposto l’inversione dei punti all’ordine del giorno per consentire di discutere dell’ampliamento del cimitero (tema dell’autoconvocazione), ma l’arroganza mostrataci ci ha impedito di discutere di tali problemi. Non possono accusarci di essere insensibili ai problemi della città; denunceremo pubblicamente l’atteggiamento della maggioranza, perché i cittadini devono avere ben chiaro il quadro di chi li governa». E Metta conferma. «Non si può nascondere l’incapacità di governare questa città di Giannatempo e i suoi, al di la dei quattro».
a parte la cronaca pesante, siete riusciti a non capire cosa davvero è successo. Ed eravate lì…
Commento davvero significativo. Complimenti