Che esistano fughe di notizie da organismi tecnicamente non aperti alla stampa è cosa risaputa, ma che ciò accada costantemente e puntualmente è cosa ben diversa. Chi fa informazione non solo certe cose le sa, ma riesce anche a prevederle, e a trarne vantaggi propri. Le deleghe ai consiglieri, ad esempio, hanno, per mano dei delegati, richiesto una certa visibilità, ad ogni costo.
Diversamente (e non tanto) le segreterie del Pd, momenti in cui di sicuro la stampa (purtroppo?) non è invitata, puntualmente diventano oggetto di cronaca e non presso coloro definiti ‘vicini’. Le imbeccate si sa fanno parte del gioco, finche però questo non diventa sporco come un pollaio. Il millantato credito, arma al centro dell’agire di alcuni, svilisce il ruolo di tutti: amministratori, politici e giornalisti.
Della fuga di notizie dovrebbe esser incolpata (ma dove?) esclusivamente la stampa, quella capace e caparbia, analitica e dissacrante, accorta e precisa. Invece ne è colpevole la politica, scienza, ad uso di alcuni, tesa a strumentalizzare per propri fini.