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    Interporto, vuoto a perdere. Denaro pubblico buttato

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    Si è detto e scritto tanto sulla struttura, volano dell’economia locale, voluta in tandem da Ruocco e Tatarella, quando quest’ultimo era Sindaco. Costato oltre 46 miliardi di vecchie lire più i costi di gestione annui, oramai maggiorenne (più di diciotto anni dall’avvio dei lavori, ndr) e mai entrato in funzione, l’interporto è oggi il segno tangibile di un delirio di onnipotenza di chi, incurante di Nola e Bari, volle creare un centro di supporto alle imprese, a metà tra i due grossi interporti, mal collegato (all’epoca ma anche oggi), ancorato al gommato (il binario non è mai stato omologato da RFI) e mal gestito da ogni colore politico. In aggiunta ai costi di gestione (senza mai ricavarci nulla, ndr) nel 2011 la struttura, ovvero Ofanto Sviluppo s.r.l., ha una perdita di 121.965,00 euro. Ma c’è di più. Nella relazione sullo stato di fatto dello scorso 22 novembre 2012 firmata dal dott. Piergiorgio Lofoco, si conferma la natura di «complesso industriale obsoleto, oltre che incompiuto, che necessita ancora di rilevanti investimenti per la messa in opera». Al CdA presieduto dall’avvocato Felicia Morra era stato dato, a partire dal 29.10.2010, il compito di «traghettarlo verso la dismissione delle quote di partecipazione pubblica come per legge», considerata la revoca di tutte le partnership (tra cui quella con UIR, Unione Italiana Interporti), eccetto quella con il Gal (per cui si è deciso di mantenere la quota sociale di 25.376,00 euro).

    Il bando del 18.3.12 per l’acquisizione delle quote di Ofanto Sviluppo s.r.l. (circa il 99%) è andato deserto. Ma perché? Di sicuro si tratta di una struttura poco appetibile e ‘indebitata’, ma c’è anche altro. Infatti si legge nella relazione che i soci pubblici «hanno completamente penalizzato ogni suo minimo funzionamento», non assumendo precisi impegni finanziari. Si aggiungano la mancanza del collegamento ferroviario e delle autorizzazioni I.S.P.E.S.L. e Vigili del Fuoco. L’intera struttura è poi in deterioramento e «necessiterebbe di seri interventi sia strutturali che manutentivi, […] rifacimento della pavimentazione, […] rifacimento della recinzione, […] revisione degli impianti elettrici e di scarico delle acque, […] revisione della pavimentazione stradale». E infine la situazione dei contenziosi e del ‘non pagato’ che vede sospese le utenze (luce, acqua e telefono), non pagata l’ICI (poi IMU) e esecutivi alcuni pignoramenti, come ad esempio quello datato 8.11.12 per un importo di 97.942,95 euro che ha causato tra le altre cose il blocco della normale attività bancaria e il prosciugamento degli ultimi fondi della Ofanto Sviluppo s.r.l..

    Non è mai giunto alcun interessamento se non da parte di ditte del comparto fotovoltaico che avrebbero voluto ricoprire i tetti di pannelli solari. Stante la situazione attuale questa struttura, già peso che si protrae da anni, non vede possibilità alcuna di ripartire anche riconvertita o ceduta. Il dato certo è che lì giace tanto denaro pubblico. Nell’aria invece si disperdono le responsabilità di certa politica sempre pronta a dare primogenitura al meglio e attribuzione altrui del fallimento.

    14 COMMENTS

    1. perchè non provate Voi ragazzi in gamba della Redazione a fare una sorta d’inchiesta sulla mancata partenza , o per meglio dire sulle cause del fallimento dell’interporto, di chi sarà stata la colpa? sicuramente della politica, ma di chi in prime persona/e? oggi fare giornalismo e anche questo….sicuramente ci vogliono tante risorse e non sarà affatto facile ….ma perchè non “Provarci”

    2. La questione Interporto, badate bene, è una questione abbastanza seria, sono convinto che se qualcuno si prende la briga seriamente di……, diversi personaggi della politica di allora e qualche altro personaggio illustre di oggi, andrebbero a finire direttamente in galera.
      Non iniziate a sporcarvi le mutandine, tanto non accadrà nulla, siamo in Italia.
      Tranquilli, Tranquilli!!!!!!!

    3. RINASCIMENTO CERIGNOLANO !!

      MA TATARELLA A CERIGNOLA, oltre a tagliare qualche nastro, che cosa ha fatto ???

    4. quello dell’Interporto di Cerignola è il classico caso da “striscia la notizia”.
      quello che non capisco è che se è giusto che arrestino, persone che rubano energia elettrica, gas o acqua, perchè non devono finire in galera politici responsabili di certi scempi?

    5. invece di continuare a far polemica e sprecare le forze per cercare di capire di chi è la colpa perchè non troviamo soluzioni immediatamente applicabili?
      Ci vuole tanto a darlo GRATIS diciamo per un certo tempo ad un’azienda X con l’obbligo che questa in cambio faccia delle assunzioni (serie!) di gente cerignolana!? Possibile che sia complicato attuare un meccanismo simile? Possibile che sia più facile lasciarlo lì a perdere e soprattutto continuar a pagare le spese? Vedo che in Z.I. continuano a sorgere megacapannoni, non si poteva trattare con questi imprenditori e cercare di fargli prendere l’interporto magari frazionandolo o facendolo entrare in un progetto diu più apie vedute?

      • Fin quando la politica verrà sempre gestita da cittadini che promettono sempre il malaffare, Cerignola non avrà mai i suoi sbocchi per la generazione futura.
        L’importante è non fare la fine di Taranto!!!!!
        per la discarica ovviamente!!!!
        Sapete una cosa, mi viene una sensazione che i cittadini di Cerignola sono tutti sordi, cechi e muti fin quando tutto va a gonfie vele, ma quando la vela si sgonfierà ci accorgeremo di aver dimenticato di prendere i remi al porto con tante lacrime da asciugare.
        Per l’interporto? è il malaffare che ci guida!!

    6. L’interporto a Cerignola sembra proprio la storia del sovrano MAUSOLO ,un reuccio di una provincia che per farsi ricordare nel tempo,fece costruire un tempio enorme che fu annoverato tra le sette meraviglie dell’antichità,dopo pochi anni però la costruzione fu subito dismessa e,il materiale ”edile” fu impegnato per altre opere.Ecco da dove deriva la parola Mausoleo ,si come il nostro interporto ,un opera smisuratamente importante per piccoli uomini di provincia come noi.

      saluti

    7. A ridosso dell’interporto sta sorgendo ormai da tempo un imponente centro ortofrutticolo.
      Si è mai adoperata l’idea in fase preattuativa di proporre a cura dell’Amministrazione Comunale l’acquisizione dell’opificio ai vari imprenditori ( sic ! ) locali ?

    8. Sono d’accordo con quasi tutti gli interventi sopra descritti, tranne qualche leggera sfumatura. Prendo spunto dall’anonimo Jerry Jordan il quale afferma, a mio avviso, in maniera inesatta che i cittadini sono coloro i quali gestiscono la politica e che gli stessi promettono malaffari. Ciò, per dire che proprio i cittadini sono i primi responsabili che consentono la mala politica. Nel senso che essi non sanno organizzarsi, magari in un movimento politico locale libero ed indipendente dai partiti per affrontare i vari problemi della nostra città, uno fra i tanti è appunto l’interporto che io definisco con un eufemismo: la cattedrale nel deserto. Lo vado dicendo da tempo, la classe dirigente politica locale che rappresentano i partiti, è alle dipendenze delle oligarchie di partito e a queste devono obbedienza incondizionata. Come si può pretendere che esse possano prendere iniziative di lottà per definire una volta per tutte la questione interporto, se sono i partiti stessi a volere il silenzio? Ribadisco, spetta a noi Cerignolani uno scatto di orgoglio per ribaltare una situazione stagnante da anni.

      Ringrazio veramente di cuore l’autore del testo per aver riproposto alla nostra attenzione il problema. Spero voglia tenerlo sempre vivo fino a quando non ci sarà una soluzione definitiva a vantaggio della collettività cerignolana.

    9. Errata corrige:…..Lo vado dicendo da tempo, la classe dirigente politica locale che rappresentano i partiti, è alle dipendenze delle oligarchie di partito e a queste devono obbedienza incondizionata.
      Leggasi: Lo vado dicendo da tempo, la classe dirigente politica locale che rappresenta i partiti, è alle dipendenze delle oligarchie di partito e a queste deve obbedienza incondizionata

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