Tanta gente. Davvero tanta. Come non se ne vedeva da tempo in piazza a Cerignola. “Libera la città” si chiamava il corteo, organizzato dal presidio locale di “Libera-associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, che ieri ha inondato le strade cittadine con una fiumana di persone: 700-800 persone più o meno, decise a marciare per rialzare la testa difronte alla recrudescenza degli ultimi episodi criminosi. Istituzioni e partiti politici tutti presenti, mentre a fine corteo viene consegnata una bandiera dell’associazione al maresciallo Giaccoli, in segno di vicinanza alle forze dell’Ordine dopo l’attentato subito da Sabino Natale e dopo che già agenti della Polizia erano stati “attenzionati” con 1,5 kg di tritolo inesploso sotto i loro appartamenti. In serata, presso i locali di ExOpera, verranno ricordate le vittime di mafia di Capitanata e l’anniversario dell’omicidio di Peppino Impastato.
Un serpentone lungo e silenzioso che non conosce la rassegnazione Si era già percepita nei giorni immediatamente precedenti una fibrillazione diversa per il corteo promosso da Libera. L’attentato al maresciallo Natale, con una bomba esplosa nella notte tra il 27 ed il 28 aprile nella centrale via Russia, a due passi dal Commissariato di Polizia, aveva scosso davvero tutti. Ecco che, il tam tam su facebook e la pioggia di adesioni al corteo arrivate subito dopo l’annuncio, davano il segno di una attesa particolare, della voglia di “fare qualcosa” da parte dei cerignolani che, forse, aspettavano solo un segnale, raccolto poi da “Libera”. Alle 18.30 il raduno davanti al Commissariato fa già capire il livello della partecipazione: dietro lo striscione d’apertura di “Libera”, sono diverse le scuole e le parrocchie (ben due gli striscioni per quella di San Domenico), le istituzioni sono quasi al completo (con Giannatempo e Gentile in testa) e i partiti anche (tante le bandiere de La Cicogna, mentre i giovani del Pd sono presenti con bandiere e striscioni), le associazioni sono presenti in ordine sparso (dalla locale “OltreBabele” alla ortense “RifondOrtanova”). Presente anche una delegazione del Coordinamento provinciale di Libera. Il corteo inizia a muoversi silenzioso, per poi snodarsi nelle principali vie cittadine, fino alla caserma dei Carabinieri. Lungo il percorso viene ricordato il senso di una scelta del genere: «il silenzio della normalità e della democrazia – ricordano gli organizzatori – quello stesso silenzio che regnava all’1.44 del 28 aprile, un minuto prima dell’esplosione, quando Cerignola era ancora una città democratica perchè senza paura».
Una bandiera simbolo di “liberazione” E’ stata consegnata da Don Pasquale Cotugno, referente cittadino del presidio di “Libera”, al maresciallo Giaccoli, durante il momento conclusivo della manifestazione davanti alla caserma dei Carabinieri. «Siamo contenti della partecipazione straordinaria di oggi pomeriggio – ha dichiarato Don Pasquale -, che sta a significare un’assunzione generale di responsabilità della comunità cerignolana difronte agli ultimi episodi criminosi. Recuperare il senso di una comunità che riconosce nella “legalità” il suo bene comune più prezioso, da difendere e rilanciare. Questo è il senso di una giornata dalla quale riparire, noi come comuni cittadini, riscoprendo l’importanza dell’impegno sociale e la classe politica, come referente di un territorio, capace finalmente di abbandonare polemiche e dibattiti sin troppo autoreferenziali».
Ricordando Peppino… Si è conclusa ad ExOpera la giornata dedicata alla legalità. L’anniversario del militante di Democrazia Proletaria barbaramente ammazzato il 9 maggio 1978 dalla mafia siciliana è stato celebrato con la lettura di una serie di poesie scritte da Peppino e l’ascolto di alcune registrazioni tratte dalle trasmissioni radiofoniche di “RadioAut”. Un momento in cui sono state ricordate anche le vittime di mafia di Capitanata, davanti ad un pubblico numeroso ed attento, fatto in prevalenza di giovani. Ieri, in definitiva, Cerignola è tornata a rialzare la testa, come recitava lo slogan della manifestazione. Cercare di non abbassarla nuovamente è l’impresa ardua difronte alla quale ognuno sarà chiamato a fare la propria parte.