A cosa è servito questo Consiglio Comunale? A confermare una vistosa spaccatura tra le fila della maggioranza, risponderebbe in coro l’opposizione. In fondo però si sapeva che i ritardi sulla convocazione dell’assise erano dovuti alle difficoltà di ricompattare i facenti parte del ‘partito dei consiglieri’. I quattro non fanno più paura, visto che per mesi Giannatempo li ha tirati sul carrozzone targato maggioranza. Le opposizioni incalzano, e dopo il consiglio hanno anche ottenuto delle buone motivazioni per continuare a farlo. La parola responsabilità risuona nell’aula Di Vittorio, propriamente e impropriamente. Però le perplessità, come stampa, bisogna lasciarcele. L’UdCap continuerà ad appoggiare questo gioco al massacro? E i consiglieri giovani del Pdl, in vista di un futuro politico, rimarranno ‘fedeli alla linea’? Probabilmente no, e Antonio lo sa. I precari fili di seta sul gioco di rasoi paiono più che mai a rischio rottura. Ma d’altro canto nessuno è così ingenuo da non aspettarsi il classico coniglio dal cilindro di Silvan Giannatempo. Nel tempo in cui tirare a campare è la prassi giornaliera, un guizzo, da chi al momento giusto sa fare anche il pesce, non è improbabile. Improbabile è che, vista la situazione attuale, questa maggioranza duri fino a fine mandato. E se l’Amministrazione ‘tecnica’ paventata da Valentino sembrava impossibile fino a pochi giorni fa, oggi potrebbe essere la soluzione (male minore per alcuni), anche per salvare la faccia.

Metta e Longo concordi E’ stato proprio Longo, in forza al Pd, a suonare la carica l’indomani del Consiglio comunale, dichiarando in esclusiva a lanotiziaweb.it: «sono davvero disgustato per quanto visto ieri pomeriggio in Consiglio. E’ inammissibile che quattro consiglieri scappano via e che il Sindaco li rincorra per convincerli a tornare sui loro passi. Hanno dimostrato che lo strappo non solo non si è ricucito, ma risulta ormai insanabile. Questi quattro consiglieri – prosegue Longo –, e lo dico da cittadino prima ancora che da politico, non meritano il posto che ricoprono. Infatti, noi come Pd abbiamo più volte stimolato gli stessi a prendere posizione decisa, prima portandoli dal notaio, dove non si sono presentati, e ieri col Consiglio comunale chiesto proprio dal Pd. Anche questa volta hanno abbandonato l’aula senza alcuna responsabilità. Non vogliono perdere la poltrona e vogliono tenere sotto scacco la maggioranza, con evidenti ripercussioni per la città. Noi come Pd – ha concluso il Consigliere – facciamo un’opposizione seria, non costruita su proclami e urla lanciate da un palco; facciamo opposizione coi fatti, quelli concreti e seri per la città. Ieri sera, e lo dico con grande amarezza, questa maggioranza ha scritto la pagina più brutta che un’amministrazione locale potesse scrivere. Giannatempo prenda atto della mancanza dei numeri, e si dimetta, perché questo immobilismo amministrativo sta distruggendo Cerignola e i cittadini». Della medesima opinione il consigliere Franco Metta: «ho provato sincera pena per Antonio Giannatempo ieri sera. […] nel vedere questo ometto, che si sente tanto furbo, sballottato come un pupazzo nelle spire della sua stessa furbizia. […] Perché per fare il Sindaco occorre ben altro, occorre il carisma, l’intelligenza (che non è la furbizia), la capacità, che Lui, povero ometto, decisamente non ha. Ha piagnucolato richieste di voti ai consiglieri “terroristi”. Ha implorato comprensione, visto che “non ho i numeri”. E’ passato sopra alla propria dignità personale in maniera francamente imbarazzante».