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    «No alla vendita dei locali ex-Asia. Perplessità su incendio in discarica»

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    L’associazione ‘Capitanata rifiuti zero’ manifesta la propria perplessità rispetto alla vendita dei locali, siti in via Torino, sede dell’Ex-Asia, poichè utili per la raccolta differenziata. Parimenti l’incendio in discarica potrebbe essere il ‘segnale’, secondo CRZ, della volontà di ‘accendere’ il termovalorizzatore di Borgo Tressanti. Di seguito le due note.

    Cerignola, No alla vendita dei locali dell’ex ASIA in via Torino: “Servono alla raccolta differenziata”.
    Questa volta è la pubblicazione all’albo pretorio del “piano delle alieazioni” che fa scattare la protesta di Capitanata Rifiuti Zero. Il piano, con cui il Comune annuncia di voler dismettere parte del suo patrimonio, contraddice tutta una serie di delibere prese in precedenza da parte della stessa amministrazione e di progetti di sviluppo sostenibile condivisi dalla cittadinanza. “Rimpinguare le casse del Comune, come si legge nel comunicato stampa diffuso da Palazzo di Città, è un’esigenza comune oggi a tutti gli enti locali, se poi questo si può fare vendendo 29 alloggi di edilizia popolare di proprietà del Comune di Cerignola ad una cifra modica per chi li abita, “realizzando il loro sogno”, allora benvenga”, è il commento dell’associazione. Ma questo annuncio sarebbe in realtà uno specchietto per le allodole per distrarre l’attenzione dal fatto che “ad essere messe in vendita sono non soltanto le case popolari, ma ad essere svenduti sarebbero soprattutto beni di notevole interesse culturale, come i monumetali “stalloni” adiacenti all’ex Opera Pia Monte Fornari oppure i locali dell’ex ASIA in via Torino, destinati ad ospitare l’osservatorio comunale rifiuti zero ed il centro di riparazione e riuso. Tutti questi beni rischierebbero di essere destinati alla stessa sorte prevista qualche mese fa per il palazzo dell’acquedotto adiacente al municipio: cioè, messi all’asta per essere abbattuti e ricostruiti nuovamente per farne edilizia residenziale privata.
    Uno di questi beni – come detto – riguarda direttamente la nostra associazione, Capitanata Rifiuti Zero, e l’osservatorio “verso rifiuti zero” di Cerignola, istituito il 13 dicembre 2011 dal consiglio comunale con delibera unanime di adesione alla Strategia Rifiuti Zero, con lo scopo di monitorare alla luce dell’evolversi delle normative nazionali ed europee il percorso ambizioso che si è posto la comunità di Cerignola, cioè l’obiettivo del 100% di differenziazione entro il 2020. Si tratta dei capannoni del futuro centro di riparazione e riuso, candidato ad essere la sede dell’osservatorio, la cui realizzazione è prevista dalla stessa deliberazione comunale, nei pressi degli ex locali dell’ASIA in via Torino. Spazi che il Comune intende aliernare, per destinarli ancora una volta edilizia residenziale-speculativa, nonostante siano da tempo in via di stanziamento da parte della Regione Puglia i fondi per costruirvi l’isola ecologica comunale, dove i cittadini possono conferire gratuitamente in cambio di premialità economiche i propri rifiuti. Finanziamenti, che andrebbero evidentemente persi.
    Secondo Giuseppe Dimunno, coordinatore pro tempore dell’osservatorio comunale verso rifiuti zero, la mancanza di coerenza del Comune difficilmente stupisce: “Il Comune ha fatto un ricorso al Consiglio di Stato contro l’inceneritore vicino Borgo Tressanti, per poi aderire ad un comitato di controllo delle emissioni nocive promosso dal Gruppo Marcegaglia, il cosiddetto “CATS””. L’isola ecologica – spiega Giuseppe Dimunno – è uno dei passi fondamentali della strategia rifiuti zero, come ha spiegato lo stesso prof. Paul Connett lo scorso maggio in Piazza Matteotti davanti ad una buona rappresentanza di politici, cittadini e stampa. Si tratta di un centro in cui i beni durevoli ingombranti (apparecchiature elettriche, mobili, ecc.) ancora riutilizzabili, vengono salvati dalla discarica e riparati per essere ricommercializzati come “seconda mano” di qualità. E in cui si dà lavoro e si svolge formazione professionale regolarmente. Secondo Capitanata Rifiuti Zero, “bisogna difendere i beni comuni. Fra di essi rientrano non solo i beni naturali, ma anche gli spazi pubblici, vedi anche la scalo di Cerignola Campagna e l’interporto. Nel caso della prima, di recente la società delle Ferrovie italiane ha pubblicato un bando di concessione in comodato d’uso gratuito delle stazioni non presidiate ad enti “non profit”, ma dimenticando di inserire nell’elenco quella di Cerignola, su cui il comitato StAzioniamoci ha già un progetto (diversamente e incomprensibilmente c’è quella di Orta Nova, identica per condizioni e struttura alla nostra); mentre nel caso dell’interporto, la cui prima asta è andata a vuoto, abbiamo già proposto e ribadiamo l’appello all’amministrazione comunale di affidarcelo per farne un’impianto di compostaggio a servizio del comparto conserviero ed un centro di riciclo alimentato da fonti rinnovabili. Se Cerignola e la Capitanata non vogliono quell’impianto a Manfredonia così come tutti gli altri “forni” in via di autorizzazione e realizzazione, devono dotarsi necessariamente e subito dell’industria necessaria per fare la raccolta differenziata.”. Martedì 17 luglio presso il Comune di Cerignola si terrà la commissione di costituzione e presentazione dell’osservatorio.

    Rogo alla discarica di Cerignola: “La Procura indaga già?”
    L’associazione Capitanata Rifiuti Zero esprime forti perplessità sulla vicenda dell’incendio di qualche giorno fa al quinto lotto della discarica di Forcone-Cafiero a Cerignola. Circostanza che avrebbe potuto essere tanto più grave se verrà accertato, come riportano le agenzie, che oltre a non esserci un sistema di sorveglianza in modo da prevenire questi eventi, manca l’energia elettrica per azionare gli idranti, dunque le fiamme avrebbero potuto trasformare l’intera area (di decine di ettari) in una bomba ecologica. “Ci chiediamo se la Procura indaghi già su eventuali dolo o omissioni, visto che non è la prima volta che una discarica in provincia di Foggia s’incendi in circostanze non chiarite in piena stagione estiva, cioè quando grazie al turismo i flussi dal Gargano raddoppiano”. Il territorio ofantino è vessato da decenni dal problema delle “fumaiole”, cioè di discariche non a norma che s’incendiano regolarmente o continuamente, appestando l’aria e i terreni circostanti per chilometri. Basti ricordare lo scempio condotto per anni presso il sito di San Ferdinando (ancora visibile dalla statale 16), e che era stato denunciato alla Commissione UE da Pietro Mennea e da diverse lettere di scongiuri rivolte ai sindaci scritte dai medici dell’ospedale di San Giovanni Rotondo.
    L’ultimo incendio a Forcone-Cafiero sembra inserirsi in una sequenza di eventi che vede, da una parte Regione Puglia e Gruppo Marcegaglia premere a tavoletta l’acceleratore per accendere il termodistruttore in agro di Manfredonia, ma vicino a Borgo Tressanti, ordinando agli impianti di Cerignola e Deliceto di produrre CDR (combustibile da rifiuti) “fuori specifica”; dall’altro la SIA e il Consorzio FG4 sostengono da sempre in concreto una linea inceneritorista e contraria alla raccolta porta a porta, ritendendola costosa, quando è in realtà l’unico modo per raggiungere alte percentuali di differenziazione e non pagare gravose ecotasse”. Il sindaco di Cerignola, massima autorità per la salute pubblica, non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito. “Siamo preoccupati perché è già successo nella vicina Campania che istituzioni e interessi ecomafiosi abbiano congiurato contro la salute dei cittadini al fini di aprire nuovi siti di smaltimento mettendo su in vertici a porte chiuse emergenze rifiuti a tavolino. Siamo pronti a denunciare le eventuali infrazioni alla commissione europea”. Quanto alla notizia della lettera di dimissioni di Francesco Vasciaveo rivolta al sindaco di Cerignola e al consorzio del Basso Tavoliere – ricordando che non è la prima volta che ciò venga paventato dall’amministratore unico della SIA FG4 -, l’associazione Capitanata Rifiuti Zero dichiara che “è necessario riflettere sulla necessità che la SIA FG4 diventi un’azienda moderna, dove la gestione della discarica e dei relativi proventi sia separata da quella della raccolta differenziata, e – soprattutto – con l’istituzione di un consiglio d’amministrazione (CDA), dove siano rappresentati tutti i portatori d’interesse dai cittadini ai lavoratori”.

    1 COMMENT

    1. ……..Parimenti l’incendio in discarica potrebbe essere il ‘segnale’, secondo CRZ, della volontà di ‘accendere’ il termovalorizzatore di Borgo Tressanti = E’ un SEGNALE …CHIARO… come ne o stata SEMPRE CHIARA la VOLONTA’….!!!!!

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