«Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» (Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21). E nessuno mai potrà censurarci. Anche perché chi lavora all’interno di questa redazione (fortunatamente, considerato i tempi) ha un lavoro e vive d’altro, non solo di giornalismo. Inutile dire, quindi, che non necessita di finanziamento da parte di nessuno. Certo, siamo persone e possiamo sbagliare. Siamo criticabili (guai se non fosse così!), ma non per questo passibili di offese personali, per giunta a titolo gratuito. Andiamo a votare anche noi, ebbene sì!
Anche quelli che scrivono sui giornali votano, apponendo la croce sul nome del candidato che credono più capace, più onesto, più rispettoso, più ideologicamente vicino. Crediamo (noi) nella collaborazione tra colleghi, tra cittadini, tra persone. Amiamo (noi) dire le cose esattamente come stanno, i fatti così come sono, gli avvenimenti così come accadono. Se per alcuni questo significa parteggiare, allora sì, siamo di parte. Dalla parte della città, della gente, delle forze civiche positive. Svolgiamo GRATIS un servizio per amore di questa città prima di tutto e del giornalismo poi. Lanotiziaweb.it, lo ribadiamo, è il nostro piccolo “sogno” cullato nel tempo e cresciuto senza interruzioni.
Ci piace sottolineare l’aspetto gratuito di questo servizio perché siamo stanchi di sentire le solite chiacchiere sui presunti “finanziamenti” di Tizio (oggi) o di Caio (domani). Più volte abbiamo scritto che non ci interessa questo modo di fare giornalismo. Siamo nati senza padroni e continueremo esattamente così. Che ci crediate o no. In cambio a questa città e alla sua gente chiediamo (utilizzando ancora le parole di Roberto Saviano) come ogni buon giornalista la «libertà di poter fare il proprio lavoro senza essere attaccati sul piano personale, senza un clima di minaccia. E persino senza che ogni opinione venga ridotta a semplice presa di parte, come fossimo in una guerra dove è impossibile ragionare oltre una logica di schieramento». E se ciò non accadrà saremo costretti a difenderci e a dare vita ad una “guerra” che di certo noi non vogliamo nella maniera più assoluta. Si utilizzino i termini giusti, quelli non offensivi della professionalità di tutti. Si rispettino i ruoli, le persone e le loro dignità. Si rispettino le diverse opinioni, le diversità di vedute, la diversa inclinazione ideologica. Ma soprattutto si rispetti il lavoro che facciamo, tutti i giorni, e la LIBERTA’ nel farlo come meglio crediamo.
