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    Piva alla Fiera del Libro con ‘Pasta Nera’

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    Tessere il filo della memoria per stabilire connessioni con il presente è il tema dell’incontro ‘Migrazioni di ieri e di oggi: storie che muovono il mondo’ inserito nel programma della Fiera del Libro di Cerignola domenica 23 settembre, a partire dalle 20.00, presso ExOpera, ed organizzato con la collaborazione dell’associazione Casa Di Vittorio e della Fondazione Foa. Protagonista della conversazione sarà il regista Alessandro Piva, autore del docufilm ‘Pasta nera’ che è stato tratto dal libro ‘I treni della felicità’ (autore Giovanni Rinaldi, ed. Ediesse) ed è stato realizzato con il contributo finanziario dell’associazione intitolata al fondatore della Cgil. Con lui l’ex parlamentare sanseverese Severino Cannelonga, Luca Anziani (Casa Di Vittorio) e Antonello Summa (Fondazione Foa).

    “Oltre ad esprimere grande soddisfazione per il positivo lavoro sinergico svolto in questi mesi all’organizzazione di un evento culturale per noi particolarmente importante – afferma Giovanna Zunino, direttrice di Casa Di Vittorio – siamo particolarmente lieti di presentare alla città di Cerignola un’opera realizzata nel nome di Peppino Di Vittorio e delle migliaia di bambini che, nel dopoguerra, anche dalla Capitanata partirono alla volta delle più ricche regioni del Centro-Nord Italia grazie alla straordinaria rete di solidarietà tessuta dal Partito Comunista Italiano e dall’Unione delle Donne Italiane: piccoli migranti ai quali fu offerta l’opportunità di vivere dignitosamente e alimentarsi adeguatamente, studiare e trovare un lavoro. Da allora sono passati più di 50 anni, ma il tema della migrazione è ancora ben presente nella nostra società, ed è appunto su questo che abbiamo voluto sollecitare una riflessione pubblica – conclude Giovanna Zumino – contando anche sulla capacità narrativa di Alessandro Piva e la forza comunicativa dei protagonisti di ‘Pasta Nera’”.

    SINOSSI DEL FILM

    1947/1952. La guerra è finita e l’Italia è devastata; tra le profonde ferite lasciate dal conflitto, quella forse più dolorosa è la condizione dei minori, specie nel Mezzogiorno. Nel clima di dolore, ma anche di nuova consapevolezza e speranza nella ricostruzione del Paese, migliaia di famiglie di lavoratori del centro nord aprono le loro case ai bambini provenienti dalle zone più colpite e di più antica miseria del Meridione. L’iniziativa in poco tempo diventa un movimento nazionale proponendo una concezione della solidarietà e dell’assistenza, di un’umanità aperta e complice – che ancora nella Resistenza aveva potuto brillare – indicando soluzioni concrete ai problemi più urgenti, supplendo talvolta all’assenza delle istituzioni. Sono le donne le protagoniste indiscusse dell’enorme macchina organizzativa: attraverso l’Unione Donne Italiane – l’associazione femminile della Sinistra italiana – e i tanti comitati locali, le donne riescono tra mille difficoltà a portare quei bambini laceri e denutriti in un contesto di dignità e riscatto. I protagonisti di questa storia, ormai nonni, ricordano con i loro occhi bambini questa inedita esperienza creando un cortocircuito emozionale tra infanzia e anzianità. Attraverso i loro racconti, i rari documenti filmati dell’archivio Luce e gli archivi fotografici privati, Pasta Nera dà corpo alla memoria storica di uno dei migliori esempi di solidarietà e slancio unitario nella storia del nostro Paese.

    (http://www.primissima.it/film/scheda/pasta_nera/)

    SCHEDA DEL LIBRO

    Giovanni Rinaldi, tessendo sottili fili di memorie sparse, anni fa si è messo in cerca dei bambini che erano saliti su quelli che vennero chiamati «I treni della felicità». Si trattava di una straordinaria rete di solidarietà sostenuta dalla neonata UDI e dal PCI che, a partire dal secondo dopoguerra, affidò per mesi (talvolta anni) a famiglie del Centro Italia oltre 70.000 figli del Sud vittime delle conseguenze belliche, di rivolte operaie sedate col sangue, di calamità naturali. Bambini che lasciarono le loro famiglie per essere ospitati da altrettante famiglie contadine, nei paesi del reggiano, del modenese, del bolognese. Lì vennero rivestiti, mandati a scuola, curati. Mezzo secolo dopo un cineasta, Alessandro Piva, e uno storico, Giovanni Rinaldi, si mettono sulle tracce dei sopravvissuti. Ne escono fuori due lavori confinanti e di documentazione tra storia di ieri e di oggi, il documentario Pasta nera e questo libro, frutto di appassionati viaggi e ricerche in diverse città del centro Italia. Scritto in presa diretta, il libro ricostruisce le storie di alcuni di quei bambini che su malandati vagoni ferroviari arrivarono in un’altra Italia. Soprattutto di quelli rimasti a vivere nelle famiglie che li avevano adottati, scovati dall’autore nel corso dei suoi viaggi ad Ancona, Follonica, Ravenna, Lugo di Romagna. Come i bambini figli degli scioperanti di San Severo, arrestati nel 1950 per insurrezione armata contro i poteri dello Stato, per volontà del governo Scelba. Sono Severino, Dante, Zazà, che oggi parlano ricordando i fanciulli che furono in un Paese più povero e semplice, dove mangiare un gelato o un piatto di pasta erano cose che potevano emozionare. Ma è anche la storia delle «due Italie» e di un Sud ancora socialmente arretratissimo. Fu proprio questo che spinse alcuni di quei bambini a fare una scelta drammatica: lasciare la propria terra e la propria famiglia, restare dove il destino e quei treni li avevano portati, sognando una vita migliore.

    (http://www.ediesseonline.it/catalogo/carta-bianca/i-treni-della-felicita)

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