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    Programma “Mercoledì al Chiostro” presso ExOpera. Si parte il 4 luglio

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    Ritornano per il secondo anno i “Mercoledì al chiostro” – nell’ex Convento Domenicano sul Piano delle Fosse – organizzati dall’ex CRSEC di Cerignola e dall’Amministrazione Comunale, nell’ambito del programma “Cerignola estate 2012”. Ancora una volta verranno in qualche modo “ripresentate” pubblicazioni realizzate dal CRSEC e dal Comune di Cerignola, cogliendo l’occasione per discutere – con studiosi, professionisti e cultori – di avvenimenti, personaggi, beni monumentali. Ma le serate porteranno alla ribalta anche tematiche non ancora sottoposte all’attenzione del grande pubblico: con conversazioni che saranno sempre arricchite da videoproiezioni e dall’ascolto di brani musicali. Un’occasione per scoprire personaggi cerignolani come Salvatore Sacchi o Giuseppe Di Vittorio, Pietro Mascagni o Giuseppe Pavoncelli, ripercorrere la storia di monumenti come Torre Alemanna o il Duomo Tonti, scandagliare aspetti poco noti del nostro dialetto, riscoprire il volto della città che cambia. Nove incontri, a ingresso libero, con inizio sempre alle ore 20 per conoscere meglio la nostra città.

    Il primo appuntamento è per mercoledì 4 luglio, con Savino Romagnuolo, e sarà incentrato sul polifonista cerignolano Salvatore Sacchi. Nel secondo, in programma l’11 luglio e a cura del Club Unesco di Cerignola, si parlerà di “Cavalieri e cardinali a Torre Alemanna”. Verranno proiettati video messi a disposizione dal Crsec. “Cerignola: la città che cambia” è invece il titolo del terzo incontro, che si terrà il 18 luglio, con Giovanni Montingelli e Giancarlo Strafezza. Si occuperà del Duomo Tonti e della sua storia, invece, Luigi Pellegrino, il 25 luglio, mentre sarà Riccardo Sgaramella il protagonista del primo incontro di agosto, mercoledì 1, con “Dialettando”. L’8 agosto sarà la volta di Angelo Disanto, con “Cerignola nell’apprezzo del 1758”. La storia di Cerignola nel secondo dopoguerrà è il tema che verrà affrontato mercoledì 16 agosto da Franco Conte, mentre il 22 Lucio Cioffi parlerà su “Di Vittorio e Pavoncelli”. Si chiuderà il 29 agosto con Antonio Galli, il titolo dell’incontro è “Mascagni a Cerignola”.

    I “Mercoledì al Chiostro” sono una delle quattro principali proposte di “Cerignola Estate2012”, che a causa delle ben note difficoltà finanziarie del Comune presenta quest’anno un cartellone ridotto. Ma ci saranno ancora il “Settembre Mascagnano” il 2 settembre, il premio “Cerignolani nel Mondo” il 5 settembre, e la Fiera del Libro, in programma il 21, 22 e 23 settembre.

    10 COMMENTS

    1. Almeno non c’è il cabaret… ma bisogna ancora sprovincializzarsi, fatti salvi un paio di eventi!

    2. Iniziativa senza spessore critico, senza istruzione, in cui la storia locale è “letta” più in chiave nostalgico-erudita, e con presenze pleonastiche: da 40 anni la stessa minestra riciclata, salvando tuttalpiù due sole eccezioni! Tra l’altro quasi tutti i volumi oggetto delle conferenze sono leggibili e scaricabili dal sito del Comune di Cerignola.

      Quale sia il senso di una simile iniziativa, che ripropone una frittata già abbondantemente superata dagli stessi volumi degli stessi autori, che si ripropongono sulla scena ri-proponendo in forma orale quanto già scritto, non è dato capirlo.

      Le idee – per me – sono davvero “insufficienti” e monotone per questa tornata, ferme agli anni ’70. Questa iniziativa è al di sotto del giudicabile, almeno per i suoi contenuti, ripeto, noti e stranoti. Francamente, se ne poteva fare proprio a meno.

      Chissà se l’anno prossimo si cambierà solo l’ordine delle parole nei titoli delle conferenze, per farci credere che si propongano “cose nuove”!

    3. Sicuramente non le cose dette e stradette, scritte e riscritte migliaia di volte!! dopo quarant’anni ti pare che ci siamo anche leggermente stufati?
      Mi dispiace, non devi porla a me la domanda, la devi porre invece ai luminari che tanto dell’assise comunale! Proverò comunque a risponderti.

      L’indagine sul passato della città, su cui poi non c’è da scavare così tanto, quasi a voler trovare “a tutti i costi” tracce documentarie che le diano origini mitiche, se ci fai caso, è ancorata irrimediabilmente a studi o ricerche spesso datate, in rari casi validi, come quello sulle epigrafi romane di Albanese: sono pochissime, infatti, le ricerche affrontate con un certo rigore e serietà. E nemmeno appaiono tra le tematiche affrontate nelle serate. Penso, ad esempio, agli approfondimenti che potevano essere benissimo sviluppati in tema di cultura artistica a Cerignola, anche con l’ausilio del contributo importante di Disanto. Mi riferisco allo studio “Cerignola Sacra”, anziché l’apprezzo del 1758.
      Il pubblico non è di specialisti!!!!!

      Ancora: che senso ha parlare del duomo e delle già stranote maldestre vicende relative alla sua costruzione, della sua sedimentata e aspra accozzaglia di stili, quando si poteva altrimenti affrontare con maggiore profondità la nodale questione degli interventi distruttivi più che conservativi del nostro “gigante addormentato”? Potevano anche essere trattati, per il duomo, le spinose questioni del rilancio volumetrico interno ed esterno, partendo da una discussione – ma con esperti!! – sulla riqualificazione della piazza e degli spazi attigui.
      Argomenti che sicuramente piacciono alla città e ai suoi cittadini: le lezioni “accademiche”, di quelle poi antiquate, non credo siano necessarie a svegliare e a motivare la gente comune.
      Si potevano affrontare – ma con molto coraggio – temi e progetti delicati, partendo dai luoghi destinati a valorizzare la cultura della città. Ci si poteva chiedere – solo per fare qualche esempio – con più intelligenza come far “nascere” una buona volta una biblioteca in un luogo appropriato, dignitoso, o come far diventare un buon polo di accrescimento e apprendimento per bambini e ragazzi il “disperso” Museo del Grano e della civiltà contadina, come valorizzare la piazza della cattedrale, come valorizzare la cattedrale, o come valorizzare il centro storico: coinvolgere, cioè, la popolazione con temi che appartengono a tutti, cui tutti possono approcciare, fare domande ed eventualmente ottenere risposte.
      Parlare di Salvatore Sacco, senza un concerto che presentasse l’opera del compositore, equivale, citando Frank Zappa, a “parlare di musica come ballare di architettura”.
      Per certe scelte occorrono certamente persone adeguate.
      Il problema è – e lo conosciamo sì bene – che importa solo dare l’impressione che si faccia qualcosa, ma nella realtà non si fa nulla di sistemico e integrato al tessuto sociale culturale.
      Ciò di cui ha bisogno più che di ogni altra la nostra città.
      «Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura.
      D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda», Italo Calvino, Le città invisibili.

    4. a me francamente sembra un buon programma culturale, e trovo incomprensibili gli appunti “tecnici” (?) di chi mi precede.

      voglio ringraziare la Redazione per aver menzionato in questo bell’articolo, tutto il programma,di facile consultazione.

      • Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
        Se li faccia spiegare da qualcuno, allora, gli appunti “tecnici”.

    5. Essendo il principale “responsabile” dei “Mercoledì al chiostro”, vorrei pacatamente replicare a Michele Orlando (specialmente se è il Michele Orlando che conosco).
      Questa mia iniziativa – nata l’anno scorso per riavviare in qualche modo l’attività del soppresso CRSEC, raccordata alla riapertura della biblioteca regionale a Monte Fornari – non prevede alcun finanziamento né della Regione né tanto meno del Comune (che tuttavia realizzava l’Estate 2011 con un budget di 99.000 €). E sfido chiunque a inventarsi iniziative coinvolgenti, e di spessore, a costo zero (dico davvero zero).
      La formula della “ripresentazione” dei volumi editi dal CRSEC e dal Comune è, da un lato, il tentativo di diffondere in un più vasto pubblico conoscenze finora appannaggio di una utenza specialistica, quale appunto l’Orlando (quanti sanno dei rapporti fra il Vanvitelli della Reggia di Caserta e il nostro Palazzo Coccia, o delle presenze che si sono succedute nei secoli a Torre Alemanna, o del significato di reperti di epoca romana che non certificano una origine così antica della città?); dall’altro mira a un ricambio generazionale, a “passare il testimone” a giovani studiosi che vogliano – singoli o associati – proseguire il lavoro di indagine sulla città che le generazioni precedenti hanno portato avanti per decenni: occupandosi di architettura e di tradizioni popolari, di dialetto, di personaggi illustri, di eventi storici, del problema delle origini.
      Criticare “a prescindere” non credo sia però segno di onestà intellettuale. Se Orlando avesse seguito la scorsa edizione dei “Mercoledì” avrebbe ascoltato Antonio Galli disquisire, come co-curatore del volume omonimo, proprio delle epigrafi romane da lui citate. E se fosse intervenuto all’incontro con Savino Romagnuolo avrebbe ascoltato le musiche di Salvatore Sacchi, come da lui auspicato. E decidere che presentare l’opera “Cerignola sacra” di Angelo Disanto sia assolutamente preferibile a scoprire, con lo stesso autore, quale città viene descritta in uno degli importanti “apprezzi” redatti nel 17° e nel 18° secolo, mi sembra poco condivisibile.
      Condivido invece, da “addetto ai lavori”, il pensiero di Orlando sulla biblioteca. Un “addetto ai lavori” che ha aperto la biblioteca “Pasquale Fornari”, e che poi ha dovuto chiuderla dopo sei mesi per i problemi già oggetto di articoli su questa testata. E che oggi assiste impotente ad una penosa non-conduzione della Biblioteca Comunale, dopo il pensionamento della bibliotecaria nello scorso maggio, perché chi ha il potere di decidere a volte non vuole fare le scelte giuste nell’interesse della collettività ma piuttosto favorire interessi “di bottega”.
      Per concludere, caro Michele, credo ancora al motto dei nostri studi classici “Repetita iuvant”: diversamente, non si dovrebbero insegnare le stesse tabelline a studenti sempre nuovi, le biblioteche non dovrebbero conservare e riproporre gli stessi libri a nuovi lettori, e nelle chiese non si dovrebbero ripetere le stesse giaculatorie sempre uguali da millenni.

      • Pergola,impara ad accettare anche le critiche!!!!!
        Il Prof. Orlando ha perfettamente ragione,siamo stanchi delle solite minestrine riscaldate.
        Quando qualcuno come Orlando ha il coraggio di dichiarare il vero vi sentite sempre punti!!! Chissà perché……..
        Siete monotoni tutti!!!!!
        Signor Pergola,ma insomma……..

      • Caro Nicola, sono proprio io. Sarò, spero, breve.
        Inizierò dall’ultimo rilievo.

        L’iniziativa, quella dal titolo “Mercoledì al chiostro”, è buona: ma io mi riferisco ai suoi contenuti. Questi, secondo me – lo ribadisco –, andrebbero drasticamente ripensati, magari con un respiro molto più ampio. Il guaio più grosso nelle iniziative culturali cerignolane che si svolgono – quando va bene – con un carattere di continuità ma che non dispongono di un progetto culturale duraturo e radicato, è rappresentato – almeno per quello che riscontro – dalla frammentazione e spesso dall’occasionalità dei lavori: tali vizi o carenze derivano quasi sempre dalla necessità di utilizzare le “forze disponibili” (per uscire dalla pur importante ma non eterna “grazia” dell’iniziativa volontaristica locale) o dalle richieste della “base” o dal bisogno di interessare un sempre maggior numero di persone. A lunga scadenza il risultato sarà scarso e deludente.

        La storia locale è certamente importante, ma bisogna confrontarsi e orientarsi sulla ricerca di una dimensione “politica” alternativa, in grado di produrre movimento, di formulare nuove ipotesi, di rinnovare la cultura e – perché no – la politica stessa.

        Criticare “a prescindere”: se mi è lecito, il nodo cruciale emerge dalle tue stesse parole: “inventarsi iniziative coinvolgenti, e di spessore”. Mi pare ci sia qui un terribile corto circuito, specie in relazione alla riproposta di temi già noti ed esplorati.

        Nicola, la misura del valore delle iniziative culturali è stabilita dalla percezione dell’utente; il valore percepito dipende dalla somma interattiva di quello insito negli “oggetti culturali” e di quello delle “attrezzature” – le vostre – che ne consentono l’accessibilità: con particolare riguardo ai contenuti e alle modalità della comunicazione, all’ambiente fisico, alla professionalità degli addetti.
        Capisco che si fanno tanti sacrifici e con affanno si rattoppano le arcaiche carenze delle varie amministrazioni, ma se le osservazioni che faccio le reputi critiche “a prescindere” mi convinci sempre di più che quanto si fa sono piuttosto dei palliativi del Palazzo di Città, che eludono (e mascherano) le carenze effettive del “sistema cultura” a Cerignola, con l’ovvio risultato di accentuarle.

        A Sanremo, il Festival da 62 anni mica ripropone le stesse canzoni?

        La cultura, Nicola, tu lo sai meglio di me, non sono le tabelline, o non sono solo quelle: la cultura è sì conoscenza, ma è anche promozione civile e sociale. E gli stimoli devono essere attivi ad un CONTINUO RINNOVARSI e non ad un CONTINUO RIPETERSI.

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