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    Quarta puntata: “La collana di Turchese” volge al termine

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    Giunge alla quarta puntata, a meno uno dalla conclusione, il racconto dell’ex Ispettore capo Digos di Cerignola Nunzio Di Giulio. Ormai siamo alle battute finali, e il racconto, entrato nel vivo con la terza puntata, si incammina verso il termine. Buona lettura.

    La Collana di Turchese

    A discapito suo, poi, presto, Luisa imparò che qualsiasi cosa costruita sulle bugie, presto è destinata a crollare, come un castello di carta si accartoccia al primo leggero movimento del tavolo su cui è costruito. Fu proprio la sua nuova amica araba a minare la sua storia, raccontando le sue vicende con dovizia di particolari sul posto di lavoro. E come si dice “il paese è piccolo e la gente mormora”, la storia giunse a conoscenza di suo padre, un insegnante tradizionalista, che non perse tempo ad informare la polizia. Omar viene trovato senza permesso di soggiorno e presto fu rimpatriato nel suo paese lontano, lontano soprattutto da Luisa. I due non possono più incontrasi, vedersi toccarsi ma nessuno può impedirgli di pensarsi, di dimenticarsi. Luisa venne a conoscenza del fatto che Omar risiedeva in un grande albergo del Marocco, così cominciò a telefonargli in maniera più assidua. Le loro conversazioni erano lunghe, tutti quei chilometri li dividevano e così cercavano di raccontarsi tutto ciò che facevano, tutto il loro amore, la sofferenza, la nostalgia la lontananza della persona amata. Le bollette che giungevano, recavano cifre esorbitanti per poterle pagare; Luisa prosciugò i pochi risparmi che aveva in banca e ben presto dovette chiederli in prestito all’amica araba. Dopo alcuni mesi la magrebina si rifiutò di aiutarla ancora e le consigliò di rivolgersi ad un suo amico, un medico benestante che avrebbe sicuramente trovato una soluzione per lei. Di fronte all’ennesima bolletta, Luisa si trovò disperata. Se non l’avesse pagata suo marito l’avrebbe scoperta ma lei non aveva più nessuno su cui poter contare. Le sue notti divennero insonni, il suo unico pensiero era quel pezzo di carta minaccioso, il suo unico mezzo di collegamento con Omar era quell’apparecchio telefonico, messaggero di amore tanto utile quanto dispendioso. Non poteva fare altrimenti sarebbe andata dal medico. Appena entrò nel suo studio, Luisa capì presto di che tipo di aiuto le avrebbe dato il professionista. Lui la fa accomodare su un salottino di pelle, le parla di tante cose e stringe le sue mani, poi palesemente le dice che le avrebbe dato qualsiasi cosa se si fosse concessa a lui. Una via d’uscita alle sue preoccupazioni esisteva, a qualsiasi prezzo, le braccia del medico erano forti e la stringevano tanto che lei riusciva a malapena a respirare, lui continuava a ripeterle che sapeva tutta la storia con Omar promettendole che avrebbe fatto di tutto per farlo tornare in Italia. Luisa sentiva il respiro affannoso e caldo sul caldo ma sentiva i suo corpo freddo, immobile come un pezzo di marmo nelle mani di un artista venale intento a creare un’opera più per il guadagno che per ispirazione artistica. Così di peso la prese, la poggiò sul suo letto e mentre dava sfogo ai suoi istinti lei cercava di pensare al suo Omar, ai suoi baci, alla sua dolcezza; intanto le lacrime le bagnavano il viso e i singhiozzi si soffocavano in gola, il medico, incurante, pensava solo a suo piacere, era sopra di lei, le bloccava le braccia e le gambe, come un leone affamato tiene la sua preda fin quando non è sazio e ne lascia la carcassa a terra alla mercè degli avvoltoi. Alla fine le consegnò una consistente somma di denaro e scomparve in un’altra stanza lasciandola sola e nuda sul suo letto. Quei soldi le permisero di estinguere i suoi debiti e approfittando della lontananza del marito per alcuni giorni, riuscì ad inventare una storia abbastanza plausibile per i suoi genitori circa una gita parrocchiale per prendere il primo aereo e raggiungere Omar. Lui la attendeva in aeroporto, era sempre più bella, sembrava un’attrice con quelli occhialini scuri e il foulard avvolto al collo. La sua andatura era elegante, sicura e il suo sorriso smagliante, quando la scorse tra la folla, i due si recarono in un lussuosissimo  albergo della città, cenarono a lume di candela, bevvero champagne, poi inebriati di felicità e d’amore salirono in camera. Un ventilatore a pala sul soffitto arieggiava la stanza, dalla finestra giungevano romantiche melodie al cui ritmo alcune danzatrici muovevano il ventre ai bordi di una piscina ben illuminata. L’atmosfera era perfetta e Omar era l’uomo per lei. Si amarono intensamente con tutta l’anima per tutta la notte.

    continua…

    38 COMMENTS

    1. UNA GRANDE FORTUNA PER COLORO CHE HANNO POTUTO VEDERE IN TV QUESTA ED ALTRI LAVORI TELEVISIVI O DELLA CINEFILA PROGRAMMAZIONE DEL NUOVO CORSO. CI HANNO INDOTTO A COMPRARE UN DECODER LASCIARE ALLE ORTICHE IL VECCHIO SISTEMA TV PER IL NUOVO CHE AVANZAVA………….
      MA DI QUESTA TV NUOVA NON SI RIESCE A VEDERE UNA BEATA MAZZA, NON SI PUO’ SEGUIRE NESSUNA PUNTATA, UN TELEGIORNALE A SPIZZICHI………………………….
      A NESSUNO SUCCEDE LA STESSA COSA?
      IN ZONA TORRE QUARTO, IN ZONA CONVENTO MOLTO SPESSO CI SONO DELLE VERE E PROPRIE OMBRE TELEVISIVE………………..
      UNA FORTUNA?……………………………

    2. Fantomas: c’e’ un articolo ad hoc per i problemi del digitale. Questo e’ un racconto mai trasmesso in tv

    3. vorrei aspettare l’ultima puntata per dare una disamina di ciò che ho letto. Non voglio peccare di superbia o boriosità, ma voglio farmi un quadro completo.

      • No, ma esprimere una mia opinione sulla donna in questione a questo punto del racconto non mi sembra opportuno. Credo che sia inutile dare un giudizio finché la storia non e’ finita. e poi la mia opinione non e’ così importante!

        • Anche perché io non sono nessuno per giudicare qualcuno. Non l’ho mai fatto né mai lo farò.

        • secondo me questa e’ una storia che non avra’ mai fine, i protagonisti si cercano troppo intensamente e non vedo perche’ farli soffrire.

          • La sofferenza porta ad una crescita, ad una maggiore consapevolezza di sé, quindi non e` inutile.

            • si ma alle volte la sofferenza e’ come stare ad una finestra e’ guardare davanti a se un qualcosa che si vuole raggiungere ma che nn lo si vuole raggiungere,
              quindi la sofferenza ce la provochiamo autonomamente, come dicevo gia in una mia risposta precedente….sembrano molliche? gli uccellini ci campano di molliche e comunque se la pagnotta e’ grande pure le molliche so belle grandi.

    4. cosa e’ piu’ importante la ragione o il destino?
      io penso che alle volte bisogna saperli miscelare.
      diciamo bisogna avere un destino ragionato.
      secondo me nn bisogna reprimere qualcosa perche’ alle volte quello che possono sembrare briciole possono diventare delle ottime michette.

    5. Destino……parola misteriosa credo non esiste un destino o almeno,è una barca sulla quale navighiamo…..fa parte della nostra fragile vita…..perchè esiste il destino? bè l’uomo ha bisogno di farsi delle domande….. è cosi una misteriosa fantasia…..un futuro surreale in cui credere….è un Dio in cui sperare però credo….che la fantasia del destino sia vaga

      Per quanto riguarda Il racconto de ” La Collana di Turchese”, fatto raro, è semplice, autentico, molto attraente.

    6. La nave però dobbiamo guidarla noi. Hai ragione, l’uomo ha bisogno di farsi delle domande, di crearsi un’aspettativa, ma deve cercare il modo affinché questa aspettativa non vada a scontrarsi con la realtà.

    7. quella e’ l immagginazione.

      la realta’ e che due persone si attraggono e fanno di tutto per incontrarsi….ti pare?

    8. La realtà e’ scontrarsi tutti i giorni con i i problemi e le gioie che la vita ti propone. E’ cercare di rimanere con i piedi per terra e non fare empirici voli di fantasia. La realta’ non sono i Social network, né i commenti sul blog. E’ guardarsi negli occhi ed avere il coraggio di dirsi la verità.

      • sono d’accordo. io nel caso in cui avessi la possibilita’ di farlo guarderei negli occhi la persona e gli direi quello che penso, pero’ bisogna dare la possibilita’ agli occhi di incrociarsi.

      • sono daccordissimo con giuseppe la realta’ e’ bella e va affrontata non bisogna trincerarsi dietro delle paure.
        poi la realta’ e’ bella immagginate quanto e’ bello guardarsi negli, scambiarsi un bacio e dirsi ti penso in continuazione……questa e’ la realta’.

    9. !Angelina, come ho già detto io non giudichero’ mai nessuno, né male né bene perché non sono nessuno per poterlo fare. Ed infatti aspetterò la fine della storia per dare una mia opinione su tutto il racconto 🙂 .

    10. Ma voi pensate che Luisa sia una poco di buono?
      io invece penso che se una persona dentro ha un sentimento e immaggino che Luisa lo abbia,e pure forte, lo deve tirare fuori e non restare li alla finestra a guardare il cielo.

        • ma le persiane o le tapparelle hanno sempre degli spazi dove passa la luce e la luce non la puo’ fermare nessuno….ecco perche’ dico che se c’e’ un sentimento non lo si puo’ bloccare e bisogna saperlo gestire mollichina per mollichina.

    11. X Liv. e Lo Squillatore d’emozioni, io ho avuto la fortuna di leggere tutta la storia, l’utima puntata è drammatica, aspetto una vostra opinione, poi ci sentiremo.

    12. potra’ essere drammatica quanto vuoi…..ma io penso che tutto va sempre vissuto o almeno ci si deve provare. ti pare?

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