In una mattina piovosa del 3 aprile scorso, giunta in redazione la notizia di proposte all’indirizzo di Mongelli per consorziare l’Amica con Sia (la proposta giungeva dai socialisti, ndr), questa testata provò a fare qualche telefonata per verificare la notizia e rilevare gli umori. Erano stupiti di tale ipotesi tutti i politici contattati. Pezzano, incredulo, come anche Palladino. Idem Franco Metta. Tuttavia, in coro, si mostrarono tutti fortemente contrari a tale ipotesi. Dopo 4 mesi esce fuori (ieri in consiglio, ndr) una telefonata di Mongelli a Giannatempo e, in extremis, compare una ‘richiesta’ scritta di incontro con tutti i sindaci dell’ex-Ato Fg/4. Legittimi ed attuali sono i dubbi che mostrarono già allora Pezzano, per il quale l’operazione, sia in caso di consorzio che di inglobamento di Amica, è «non fattibile», e Stefano Palladino, la cui posizione di allora, potrebbe oggi cambiare a seguito del’ incontro di Mongelli con Giannatempo.

Metta era contrario allora e lo è anche oggi. Infatti ritorna sulla questione, a margine del Consiglio Comunale di ieri, per dire: «che centriamo noi con il fallimento dell’Amica?». Infatti la proposta di Mongelli è «il passaggio a carico di SIA dei 350 e passa dipendenti AMICA» per 6 mesi in cambio di poco meno di 1,8 milioni di euro. «Coinvolti pienamente (nell’operazione, ndr) Elena Gentile e Roberto Ruocco, entrambi interessati a improbabile ricadute positive per le future sognate candidature – continua Metta -; pronto a tutto, come sempre, il nostro Gianna; coinvolto l’incolpevole Vasciaveo, che se per ora si è dimesso, andasse in porto l’”affare”, dovrebbe pensare al suicidio. Per Cerignola un altro, incommensurabile disastro».