Felice Di Nome (“Di Nome è il cognome, è una caratteristica della nostra famiglia che ci chiamiamo Di Nome di cognome”, spiega fino alla nausea il protagonista) è un attore squattrinato che gira di provino in provino per cercare fortuna; ma proprio quando il successo bussa alla sua porta, il fato avrà in serbo qualcos’altro. La semplicità e l’ironia di Gianni Ciardo si sono prestate, nella serata del 25 aprile, al pubblico del cinema Roma di Cerignola, accorso per la proiezione del lungometraggio Sdramma, pellicola che mette in scena, usando le parole del regista (e protagonista) barese, “lo spirito meridionale del meridionale italiano medio”. Un film fra il comico, il grottesco e il surreale che regala ampi e bellissimi scenari della terra di Bari (e non solo); visioni che ieri Cerignola ha avuto l’opportunità di saggiare, con tanto di presenza in sala dell’attore e degustazione culinaria e vinicola allestita dagli organizzatori dell’evento.
Si sentiva la mancanza di questo lungometraggio. All’interno di una realtà che vive il suo quotidiano piangendosi addosso, mettendosi sempre in contrapposizioni tra il nord ed il sud, che scimiotta la realtà, facendo incetta di benefici dispensati ai soliti noti aggregati. Una sequela di film che si producono in questa terra che privilegiano gli amici degli amici del Governatore. Iniziative e progetti che gratificano personaggi discutibilissimi, un concatenamento sociale e politico che non porta da nessuna parte.
Una rivisitazione del meridionale medio: “una novità italiota”?