È in libreria, per i tipi della nota casa editrice “Il pozzo di Giacobbe” di Trapani, il nuovo volume di Angelo Giuseppe Dibisceglia su Antonio Palladino (1881-1926). Un prete «fuori sacrestia» in una diocesi del Mezzogiorno. Inserito nella sezione dedicata alla storia moderna e contemporanea della collana Oí Chrístíanoí, diretta da Sergio Tanzarella, professore ordinario di Storia della Chiesa nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sezione “San Luigi”), con la presentazione del vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, S. E. Mons. Felice di Molfetta, il volume – discostandosi dalla canonica ricostruzione biografica – illustra la figura del Palladino attraverso l’analisi del «sacerdote», del «parroco» e del «fondatore» della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Sacramento, evidenziando la sua inedita modalità di vivere il sacerdozio all’interno del contesto della Chiesa di Cerignola, in provincia di Foggia, agli inizi del Novecento.
Si trattava, allora, di un mondo ecclesiale legato a una azione pastorale formale e fortemente dominata da una tradizionale – ma già ormai vetusta – ritualità, all’interno della quale, nella maggior parte dei casi, il clero appariva lontano dai fedeli, insensibile alle emergenze sociali, legato alla difesa delle personali prerogative e a interessi di parte, dove il vantaggio del proprio ministero spesso coincideva con quello della propria famiglia. In quella realtà dei rioni di Cerignola più abbandonati, abitati da braccianti e povera gente, e dai nomi tristemente suggestivi (Senza Cristo, Pozzocarozza, Cittadella) don Palladino fu attento esecutore dei principi ispirati dal più recente magistero sociale di Leone XIII. Egli, infatti, promosse il superamento del tradizionale senso di indifferenza verso il contemporaneo processo di centralizzazione romana e rappresentò la risposta ecclesiale agli attacchi anticlericali di matrice socialista e liberale. La sua fu una inedita metodologia pastorale che, attraverso una innovativa concezione della parrocchia, dimostrò – in un’attenta lettura del presente – quale fosse il significato dell’impegno «nuovo» che attendeva, nel Novecento, i cattolici «fuori di sacrestia».
Nota biografica sull’autore
Angelo Giuseppe Dibisceglia (Cerignola, 1968) dottore di ricerca in Storia contemporanea (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano) e in Storia della Chiesa (Pontificia Università Gregoriana, Roma), è docente di Storia della Chiesa negli Istituti Superiori di Scienze Religiose «Giovanni Paolo II» di Foggia, dove ricopre anche l’incarico di vice-direttore, e «Beata Vergine Maria del Soccorso» di San Severo. È membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa. Tra i suoi libri: La stampa politica ed ecclesiastica in Capitanata. Dall’età di Giolitti all’avvento della Repubblica 1890-1948, Foggia, Claudio Grenzi Editore 2007; Chiesa e Democrazia Cristiana nella modernizzazione del Mezzogiorno 1948-1954, Foggia, Universitas, 2010; con N. Galantino, La Chiesa Madre di Cerignola. Storia e documenti nella vita e per la vita di una comunità credente, Foggia, Claudio Grenzi Editore 2011; nonché è autore delle voci delle Chiese di Capitanata inserite nel dizionario Le diocesi d’Italia, Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2008.