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    HomeNotizieAttualitàManfrini sul caso Addorisio: "Dichiarazioni false. Mai sottoposto a provvedimento penale"

    Manfrini sul caso Addorisio: “Dichiarazioni false. Mai sottoposto a provvedimento penale”

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    Giunge la risposta secca a quanto affermato da Eugenia Addorisio nella trasmissione Report andata in onda lo scorso 19 maggio, da parte del Direttore generale della ASL FG Attilio Manfrini. Considerando la risonanza dell’accaduto, con la diretta su Rai Tre, e la riproposizione di molti media, nazionali e locali, Manfrini ha precisato l’accaduto spiegando la propria versione dei fatti definendo le parole a lui rivolte quali «dichiarazioni false che alludono a presunti, ma in realtà inesistenti, rapporti con la ditta “Ites” e “Geco”». Inoltre, ci ha tenuto a precisare lo svolgimento negli anni della propria professione, ricordando che in molte cariche ricoperte (ex direttore generale Asl Fg/3, ad esempio, ndr.), «posso affermare con orgoglio di non essere mai stato sottoposto ad alcun provvedimento penale, a testimonianza della mia onestà e della correttezza del mio agire». E dopo opportuna documentazione allegata a quanto affermato sulla spiacevole vicenda, Manfrini si chiede «chi sono le “vittime” e chi sono i “carnefici” in questa vicenda». Infine, rivolgendosi sempre all’Assessore regionale al ramo, dichiara: «Se ella volesse, poi, disporre una ispezione regionale sui fatti che Le ho rappresentato, mi sentirò molto più tranquillo e garantito anche per le future sortite che la Addorisio non mancherà di effettuare. Se me lo consente, infine – chiosa il Direttore ASL FG -, vorrei inoltrare copia di questa mia nota alla Sig.ra Gabanelli, conduttrice di “REPORT”, alla cui onestà intellettuale mi vorrò richiamare, affinché possa valutare se vi è stata, come ritengo vi sia stata, quantomeno superficialità, se non malafede, da parte del giornalista titolare del servizio, nell’esaminare o nel non voler leggere, la documentazione di cui Le ho appena riferito».

    LA RELAZIONE DI MANFRINI Relazione in merito alla trasmissione Rai “Report” del 19 maggio u.s. Riscontro a nota di codesto Assessorato prot. 151/5256 del 22/05/2013

    “Gent.ma Assessora
    Riscontro volentieri la Sua richiesta di informazioni in merito all’oggetto e Le fornisco in appresso i richiesti chiarimenti. Per le questioni che riguardano personalmente me e mio figlio, dichiaro che siamo stati trascinati strumentalmente e con dolo nella ricostruzione degli eventi. Posso, al riguardo, assicurarLe, senza tema di smentita ma con certezza di querela, se taluno dovesse ripetere tale falsa informazione, che io non ho mai fatto parte di alcun Consiglio di Amministrazione della GECO, della ITES e/o di altre Società facenti capo alla famiglia Tarquinio. Per quanto, poi, pleonastico ed ininfluente ai fini della Sua richiesta, Le confermo che mio figlio Alfiero ha svolto compiti di responsabile della Soc. ITES S.r.l., il cui Amm.re Unico era il Sig. Antonio Tarquinio, dal 02/03/2000 al 29/12/2003, diversi anni prima, del periodo (2006-2007) in cui la Addorisio dichiara di avere comminato le sanzioni”. “Ritengo che questa calunnia, per cui mi riservo di presentare querela, serviva, come è servita, al giornalista per tracciare una linea di collegamento tra le persecuzioni di cui si sente vittima l’infermiera e le presunte pressioni politiche che avrebbero alimentato tali accanimenti”. “Detto questo le riassumo brevemente, allegandoLe la relativa documentazione, la vicenda della Addorisio. Costei fu assunta con delibera n. 1578 del 21/07/1988, della USL FG 8, a seguito di procedura concorsuale, con la qualifica di “Operatore Professionale Collaboratore-Infermiere Professionale” e assegnata al Dipartimento di Prevenzione, servizio vaccinazioni. Con tale qualifica ancora appare nei ruoli del personale del S.S.R. di cui alla determina del Dirigente Settore Sanità pubblicata sul BUR Regione Puglia n. 81 supp. del 29 giugno 2004”. “Nel ’97 la Addorisio ottiene dalla Prefettura di Foggia l’attestato di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, su richiesta dell’allora Direttore del Dipartimento di Prevenzione; la presumibile motivazione (relazione sentimentale con il dott. Morra) si deduce dagli atti del processo-udienza del 17 marzo 2010 – che la vede coinvolta con il dott. Fanelli ed i tecnici Di Toma e D’Alfonso). Già dal 2003 (vedi nota del 04/04/2003) i Coordinatori dei Tecnici della Prevenzione denunciano l’illegittimo utilizzo della Addorisio quale Ufficiale di Polizia Giudiziaria in compiti di ispezione e vigilanza sui luoghi di lavoro. Precisano, altresì, i prefati Tecnici della Prevenzione, che la qualifica di UPG riconosciuta alla Addorisio le consente il semplice accesso nei luoghi di lavoro per svolgere mansioni di Infermiera Professionale e non quello di controllo ed ispezione e redazione di atti contravvenzionali”.

    “Le contestazioni si ripetono nel tempo sino a quando lo scrivente, in qualità di Direttore Generale della ASL FG 3 invia nota (prot. 509/AP del 28/04/2005) al Dott. Fanelli, direttore del servizio SPESAL, ed alla Addorisio per conoscenza, per chiedere chiarimenti in merito ad una richiesta di costei di essere inquadrata nel profilo professionale di Tecnico della Prevenzione. Nella citata nota, nel mentre si precisa che la stessa è inquadrata nel ruolo sanitario con il titolo di infermiera professionale e quindi non può svolgere mansioni di Tecnico della Prevenzione, non avendone il titolo, si chiede al dott. Fanelli di voler comunicare se effettivamente la Addorisio svolge mansioni di Tecnico della Prevenzione, ribadendo che tale utilizzo non è consentito. La nota non ebbe riscontro”. “Ancora, in data 21/11/2006, con prot. N. 2/27945, lo scrivente ribadisce al dott. Fanelli e, p.c. al dott. Morra ed al direttore del Dipartimento dott. Di Taranto, che la qualifica rivestita dalla Sig.ra Addorisio non le consente di svolgere funzioni diverse da quelle di infermiere professionale se non per l’accesso sui luoghi di lavoro ove sono occorsi infortuni per svolgere funzioni di infermiere. La nota si conclude con l’invito al dott. Fanelli a revocare la disposizione di servizio in base alla quale la Addorisio era inserita nei turni di reperibilità per svolgere mansioni di Tecnico della Prevenzione”. “A seguito dell’accorpamento delle ASL della Provincia di Foggia, dal dicembre 2006 è cessato l’incarico allo scrivente di Direttore Generale della ASL FG 3. Dagli atti consultati apprendo che la Addorisio ha continuato a svolgere mansioni di Tecnico della Prevenzione, ed anzi, su richiesta della Procura Generale presso la corte di appello di Bari, fu distaccata presso la Procura di Foggia. Di tanto prese atto il Direttore Generale dell’epoca dott. Castrignanò”. “Continuano, però le contestazioni all’utilizzo della Addorisio quale Tecnico di Prevenzione, (anche per l’innestarsi di un processo penale, di cui sommariamente riferirò in avanti) tanto che nel febbraio 2010 la Segreteria Regionale del Sindacato UNPISI (che rappresenta i Tecnici di Prevenzione) sollecita l’adozione di provvedimenti per rimuovere l’impiego illecito della Addorisio, citando anche un articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno” in cui la stessa è definita “compagna” di un consulente esterno finito agli arresti domiciliari per attività illecite di spionaggio”.

    “Tale sollecito viene reiterato, nell’ottobre 2011, dalla Segreteria Provinciale dello stesso Sindacato, che segnala l’anomalia per cui la Addorisio sia utilizzata presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Foggia pur non risultando iscritta nel Registro Regionale degli Operatori in possesso della qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria ex art. 21 legge 833/78 pubblicato nel BUR puglia n. 123 del 04/08/2011″. “Tanto si evidenziava nel ricorso richiamando anche gli obblighi della ASL per il rispetto di quanto stabilito all’art. 3 comma 27 della legge regionale n. 40/2007, con diffida, in caso di inottemperanza, ad inoltrare denuncia all’autorità giudiziaria. A seguito di ciò, su richiesta della Direzione Generale ASL, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari ed il Procuratore della Repubblica di Foggia con nota prot. 3602 del 1/12/2011 della Procura di Foggia trasmettono nulla osta al rientro in servizio della Addorisio presso la ASL di Foggia. In ottemperanza, il Direttore della ASL FG dott. Castrignanò dispone il rientro in servizio della Addorisio, con assegnazione al consultorio familiare di Foggia per prestare attività in qualità di collaboratore professionale sanitario-infermiera”. “Avverso tale provvedimento la Addorisio propone ricorso ex art. 700 presso il Tribunale di Foggia, Sezione Lavoro, motivandone le ragioni in quanto in possesso di qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria sin dal 1997. Il giudice del Lavoro, con ordinanza del 6 agosto 2012, accoglie il ricorso e sospende l’efficacia del Provvedimento di rientro in servizio presso il Consultorio di Foggia. La ASL, in data 18 settembre 2012, propone reclamo ex art. 669 terdecies, presso il medesimo Tribunale del lavoro di Foggia, avverso l’ordinanza del 6 agosto, con cui veniva sospeso l’ordine di servizio di rientro alla ASL con le mansioni di infermiera ed il Tribunale, riunito in Camera di Consiglio, con sentenza del 21 gennaio 2013, revoca l’ordinanza del 6 agosto 2012 e, per l’effetto, rigetta il ricorso ex art. 700 presentato dalla Addorisio”. “Nel contempo, tra la presentazione del reclamo e l’emissione della sentenza, gli ulteriori sviluppi sono i seguenti: In data 20/09/2012 il Prefetto di Foggia provvedeva, su richiesta della ASL, alla revoca del conferimento della qualifica di Ufficiale di Polizia giudiziaria alla Addorisio, in quanto carente del titolo abilitante ai compiti del profilo professionale di “Tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro”. Copia dell’atto veniva inviata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia”.

    In data 25/09/2012, il Procuratore della Repubblica di Foggia, richiedeva l’immediato trasferimento della Sig.ra Addorisio dalla Procura presso la ASL di Foggia. In data 02/10/2012 la ASL trasmetteva alla Addorisio la notifica di revoca del provvedimento da parte della prefettura di Foggia, con invito alla medesima di voler restituire il tesserino di riconoscimento rilasciato a suo tempo dalla Prefettura”. “In data 03/10/2012 il Procuratore della repubblica di Foggia chiedeva “riscontro a vista” della nota con cui era stato richiesto il trasferimento della Addorisio alla ASL di Foggia a seguito di revoca della qualifica di UPG. In pari data il direttore della ASL FG disponeva che la Addorisio svolgesse i suoi compiti di infermiera presso l’ambulatorio ex INAM di Foggia”. “In data 5/02/2013, poi, la ASL ordina alla Addorisio di rientrare presso il consultorio di via Alvarez in Foggia, ove attualmente presta servizio. Questi, in sintesi, i fatti salienti di una vicenda che, come la S.V. ha potuto rilevare si protrae da molti anni. Devo riferirLe, peraltro, che la Addorisio non è nuova ad esternazioni del genere”. “Infatti, le stesse insinuazioni riprese dalla trasmissione “Report”, furono riportate in un articolo comparso sul quotidiano “La Stampa” a pag. 24 del numero di domenica 24 aprile 2012. In merito all’articolo, il Capo di Gabinetto dott. Davide Pellegrino, inviò all’Assessorato una richiesta tesa a monitorare la segnalazione appresa a mezzo stampa. Già in tale data il sottoscritto, con nota prot.35085-12 del 24/04/2012 indirizzata all’Assessore Attolini, ebbe a fornire le richieste informazioni, le stesse riportate nella presente relazione”. “A difesa del buon nome dell’Azienda ASL, la nota di riscontro fu anche pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno, edizione di Capitanata, nel numero del 29/04/2012. Mi corre l’obbligo, in ultimo, di relazionarLe in merito alle presunte coperture e protezioni adottate in favore dei dipendenti sottoposti a procedimento giudiziario per i fatti denunciati dalla Addorisio e di cui è causa. Non mi pronuncio, evidentemente, sul merito della vicenda processuale. La Giustizia condannerà, se vi sono, i colpevoli (peraltro la sentenza è imminente).”

    “Non posso, però, esimermi dal testimoniare sulla correttezza di chi mi ha preceduto nel gestire una situazione che, come avrà avuto modo di valutare, appare quanto mai complessa. E quindi Le riporto quanto ho appreso dagli atti esistenti in Ufficio. In seguito alla adozione delle misure cautelari nei confronti del dott. Fanelli, all’epoca dirigente del servizio, e dei Sigg. De Toma e D’Alfonso, Tecnici di Prevenzione, il dott. Troiano, Commissario Straordinario della ASL di Foggia, provvide alla sospensione degli stessi dal servizio con effetto immediato, avviando, contestualmente, il procedimento disciplinare”. “Successivamente, con provvedimento del 11 luglio 2007, il Giudice per le indagini preliminari dott. Protano, con motivazioni, revocò gli arresti domiciliari per il De Toma e il D’Alfonso, consentendone la riammissione in servizio e trasformò la misura cautelare degli arresti domiciliari per Fanelli con quelle della sospensione dall’esercizio di Direttore del SPESAL per mesi due, rigettando l’istanza per il solo Bonassisa Rocco. Il Commissario Troiano, in esecuzione del provvedimento riammetteva i dipendenti dalla data del 11/07/2007. Va precisato che, cautelativamente, come risulta anche dall’ordinanza del GIP, i dipendenti De Toma e D’Alfonso, erano stati già assegnati ad Uffici diversi da quelli per cui erano state adottate le misure, poi revocate. Anche il dott. Fanelli fu riammesso in servizio presso la Direzione Sanitaria con mansioni inerenti la Programmazione Sanitaria”. “Questi, cara Assessora, i fatti, di cui Le allego la documentazione più rilevante. Tutto il carteggio, molto voluminoso, è a Sua disposizione per ogni evenienza. Valuti Lei chi sono le “vittime” e chi sono i “carnefici” in questa vicenda che ha, “questo si!”, del paradossale, ma per motivazioni diverse da quelle sostenute nel servizio trasmesso da “REPORT”, vicenda in cui la ASL non mai svolto alcun ruolo attivo né tanto meno persecutorio o ritorsivo nei confronti della Sig.ra Addorisio, in quanto la ASL è stata prevalentemente destinataria o di ricorsi da parte dei Tecnici di Prevenzione e del loro Sindacato o di richieste e/o disposizioni da parte della Procure di Bari e Foggia o di provvedimenti della Giustizia Penale ed Ordinaria.” “Se ella volesse, poi, disporre una ispezione regionale sui fatti che Le ho rappresentato, mi sentirò molto più tranquillo e garantito anche per le future sortite che la Addorisio non mancherà di effettuare. Se me lo consente, infine, vorrei inoltrare copia di questa mia nota alla Sig.ra Gabanelli, conduttrice di “REPORT”, alla cui onestà intellettuale mi vorrò richiamare, affinché possa valutare se vi è stata, come ritengo vi sia stata, quantomeno superficialità, se non malafede, da parte del giornalista titolare del servizio, nell’esaminare o nel non voler leggere, la documentazione di cui Le ho appena riferito. Spero che la Sua fiducia nella mia rettitudine resti immutata, e Dio sa quanto è necessaria in questi difficili momenti, e Le invio cordiali saluti”.

    15 COMMENTS

    1. cara giornalista di rai tre addorisio .venga giu in puglia nella mia cerignola .ad ascoltare la mia gente ,persone come il dott attilio manfrini ne sono poche,cmq continui a fare la giornalista e lasci stare le brave persone che non e degna di nominarle.grazie da un cerignolano…sig marco giancola

    2. Caro Signor Marco giancola,se qualsiasi giornalista documentasse tutti i cantieri aperti a cerignola e zone limitrofe,sarebbero veramente pochi quelli a passare la certificazione,regolare!!!Dove sono i controlli???e il lavoro nero,tutto inventato???La giustizia farà il suo corso,e prima o poi,la verità verrà a galla,nel frattempo silenzio,è la cosa più giusta!!!!

    3. Senza voler e poter entrare nel merito della questione per carenze informative, non posso fare a meno di ringraziare l’Ing.Manfrini per la “dettagliata” e “documentata” esposizione della sua versione dei fatti.
      Qualche dirigente comunale dovrebbe prendere spunto dalla “minuta” dell’ing. Manfrini per “dettagliare” ai cittadini la propria versione dei fatti in merito alla questione Gema…….
      A buon intenditore…..poche parole

    4. Sulla questione GEMA abbiamo già avuto versioni fantasiose ed autoassolutorie: in realtà ci sarebbe bastato una semplice cronologia di quanto è accaduto, dalla stipula della convenzione con la Gema, in poi, con precisazione dei tempi e modi dei controlli sui flussi di cassa da Gema al Comune, e su come e quando sono state rilevate anomalie..

      Ma, Professore, tu ci insegni che il peggior sordo è quello che non vuole sentire! Eppure fare chiarezza serve soprattutto a chi ritiene di aver operato in totale correttezza e trasparenza..o no? Un saluto a tutti 😉

    5. Il guaio e’ che le versioni fantasiose ed autoassolutorie lette qui nel web, non sono che la voce “amatoriale” ed “anonima”di qualche ultras dell’amministrazione comunale…..tali “popolari” pareri non hanno lo stesso “peso” di quello che potrebbe avere una “dettagliata minuta” del dirigente dei servizi finanziari o dell’assessore al bilancio o del sindaco in prima persona……
      Solo chi ha operato in totale correttezza e trasparenza ha interesse a fare chiarezza, motivo per il quale mi sono sentito in dovere di ringraziare l’Ing. Manfrini……..

    6. Infatti ,la versione ”original” è diversa…..
      Ed è scevra da ogni nebulosa ipotesi…
      ci sentiamo per i dettagli…….

      saluti

    7. per favore non tiriamo di nuovo in ballo la questione Gema, ci sono ancora zecche di cane che girano sul blog, che stiamo faticosamente sterminando con appositi antiparassitari (sappiamo bene a quale cane appartenevano)

    8. Michele, l’importante è che la versione autentica (nel senso tecnico del termine) sia “scevra” da sciocchezze ;), ma ricca di neuroni ad scittum, perchè io, Ciro, il Professore e Very dobbiamo integrare il nostro mononeurone. E il grande “assente”? Lo immagino “triste, solitario y final”…..forse è giunta la resipiscenza??

      PS: qualcuno, che già alla parola “scevro” drizzava le antennte, adesso a resipiscenza potrebbe mettere mano alla pistola 😀 😀 😀

    9. Buongiorno;Rita prima di entrare in ”miniera”(giornate assurde),esprimo il mio parere a riguardo: a mio avviso non si tratta di resipiscenza ,si tratta invece di un tentativo ,non andato a buon fine,di spiegare la vicenda con fatti e parole diciamo ”convenzionali”.
      Il passo successivo non se lo sarebbe potuto permettere……(a giusta ragione).
      Caso mai non aveva previsto tutto questo approfondimento sul tema e,ha cominciato una ”partita” che non ha potuto terminare come avrebbe voluto.(credo….)
      Un saluto e buon lavoro

    10. Caro Biancardi,
      Il suo processo di beatificazione e’ oramai in dirittura di arrivo.
      La sua singolare tendenza a rendere tutti buoni e comprensivi nei confronti del prossimo, cozza inevitabilmente contro la rabbia della cittadinanza.
      L’invito da me rivolto a qualche “responsabile” della ns. Amministrazione a pubblicare una “minuta in stile Ing.Manfrini”, sul caso Gema ha il solo ed unico intento di cercare di placare l’ira del “popolo” con la certezza che i nostri integerrimi ed attenti amministratori riusciranno a palesare la loro estraneità a qualsivoglia illazione proveniente dal basso atta a scalfirne la loro onorabilità…..
      Non vedendo controindicazioni a tale pubblicazione, mi domando come mai , con la stessa prontezza dell’Ing. Manfrini, non si sia proceduto……
      A buon “osservator” poche parole……

    11. Il dott. Ing. Attilio Manfrini é uno dei pochi professionisti che da lustro alla nostra città, dovremmo vantarci di manager di questo spessore. Ho avuto modo di conoscerlo, persona seria e rispettosa di tutti. Le polemiche che lo hanno visto protagonista con questo report non danno merito e giustizia alla persona.

    12. Esimio prof,le avevo scritto un commento in risposta al suo,purtroppo è andato in moderazione,di riscriverlo oggi non se ne parla proprio causa occhi psichedelici per uso continuato del computer.

      Alla prossima e forza juve

      Salutiamo

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