Si invoca da più parti, a parole ovviamente, Sicurezza per Cerignola, per i suoi cittadini, per le attività commerciali e per le fasce più deboli. Sempre meno, però, ci si ferma a riflettere seriamente sul problema, valutandolo con la giusta gravità che ormai è conclamata. Nell’ultima domenica ci ha provato, positivamente, Libera, con la carovana Antimafia che ha invitato molti cittadini e commercianti cerignolani a fermarsi e riflettere. Ma tra gli eventi delittuosi e l’iniziativa di cui sopra, un vuoto totale.
E’ pur vero che la situazione in città non è nuova, e imputare le cause al modus operandi di chi oggi governa è quantomeno riduttivo, e denota un certo modo di fare politica poco incline all’analisi e alla ricerca di soluzioni e più orientato alla sterile critica che, evidentemente, porta risultati convincenti nel breve periodo. Le rapine, solo per fare un esempio, non sono una novità di questi ultimi anni, ma è innegabile l’aumento del fenomeno. C’è sicuramente una crisi globale economica che non aiuta le Istituzioni, e c’è soprattutto una crisi sociale, persistente, che alimenta il fuoco.
La politica, però, sembra troppo impegnata in faccende più importanti per i propri interessi, e tralascia i problemi della città, sperando in un naturale ridimensionamento, un po’ come la faccenda Sia. Oppure, si procede mettendo i propri interessi al primo posto, con interrogazioni palesemente ad personam, con la ricerca spasmodica dell’inghippo, senza nemmeno provare a tracciare delle linee guida per la ripresa del paese. Già, è più semplice urlare e criticare, o spremersi per i propri interessi, piuttosto che fare proposte costruttive, per le quali servono competenze non ravvisabili in un certo modo di fare politica e in certi attori protagonisti della stessa.