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    Black Land, comune di Cerignola parte civile nel processo

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    Con una delibera approvata oggi, la Giunta Giannatempo ha ufficializzato la costituzione di parte civile del Comune di Cerignola nel processo penale in capo ai diciotto presunti responsabili, quattordici persone fisiche e quattro aziende, dell’allarmante e massiccio sversamento illecito di rifiuti pericolosi, speciali e non, nei terreni agricoli e nelle cave di Cerignola, oltre che nell’agro di Ordona e Apricena, scoperto dall’inchiesta giudiziaria “Black Land” della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, a cui compete il procedimento di natura penale. Nove dei 14 imputati hanno scelto il giudizio immediato (a stabilire la data dell’udienza sarà dunque il Gup di Bari); un altro ha chiesto di patteggiare una condanna a due anni; altri due hanno deciso di non ricorrere ai riti alternativi e saranno dunque in aula a Foggia il prossimo 2 ottobre davanti al giudice monocratico del Tribunale del capoluogo dauno. Sono sospese, infine, le posizioni degli ultimi due soggetti coinvolti nella vicenda. Per tutti loro, l’imputazione principale è traffico illecito di rifiuti non pericolosi; le quattro ditte sono invece finite sotto processo in base alla legge sulla responsabilità penale degli enti.

    Con il provvedimento adottato oggi, l’Amministrazione Comunale di Cerignola ha dato dunque seguito agli intendimenti espressi in una precedente deliberazione, la n. 158 dello scorso 9 maggio. << La costituzione di parte civile dell’Ente nel procedimento penale è assolutamente doverosa – spiega il Sindaco Antonio Giannatempo – in quanto rappresenta l’unico mezzo per richiedere, in caso di condanna degli imputati, il risarcimento dei danni procurati dagli stessi al nostro territorio>>. I soggetti coinvolti, questo è l’atto di accusa della Dda di Bari, avrebbero <<gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali conferiti da ditte campane, trasportandoli e smaltendoli illecitamente nelle province di Foggia, Bari, Benevento e Potenza>>. Nell’agro cerignolano, in particolare, sarebbero state interrate 15mila tonnellate di rifiuti. <<La camorra campana, la criminalità locale e qualche compiacente agricoltore cerignolano, non pensino di poter perpetuare questo scempio ai danni del nostro territorio –afferma Giannatempo -. Senza il consenso interessato di alcuni nostri concittadini, sarebbe stato molto più difficile per i malfattori lo sversamento abusivo dei rifiuti nel nostro agro>>. Sul fronte dei rifiuti, Cerignola, la cui superficie totale coltivata è pari a 50mila ettari, il più alto valore a livello regionale, è una città sotto assedio: <<un attacco gravissimo e congiunto da parte della criminalità campana, che trae profitti colossali dallo smaltimento illegale dei rifiuti, e di istituzioni che hanno deciso di trasformare il nostro territorio in una enorme pattumiera. Questo è il premio che, secondo qualcuno, ci spetta per aver salvato dal caos tanti Comuni che non sapevano che fare con la loro immondizia>>. Mesi fa, i Sindaci del caritatevole Consorzio di Igiene Ambientale Bacino Fg/4 hanno chiesto in una lettera al Presidente della Giunta regionale Nichi Vendola un incontro urgente per discutere delle conseguenze prodotte sulle popolazioni locali dall’esistenza di quelle discariche abusive inquinanti nel territorio della Capitanata, la cui presenza era stata evidenziata proprio dall’inchiesta “Black Land”. Una risposta in questo senso alle rivendicazioni delle desolate lande del Tavoliere, Vendola non si è mai scomodato a darla: ha invece “narrato”, lo scorso 25 luglio, in una conferenza stampa di presentazione di una scelta “avveniristica” della Regione – il tutto poi sancito da una delibera approvata dalla Giunta regionale a fine agosto- il futuro prossimo dell’Interporto di Cerignola: un luogo in cui verranno effettuate le operazioni di trasbordo dei container di rifiuti solidi urbani prodotti da diversi comuni garganici, prima del conferimento nel generoso impianto di Forcone Cafiero, sempre, naturalmente, a Cerignola, contravvenendo così alle decisioni sia dell’Ato Foggia che della stessa Regione, che prevedevano lo smaltimento di questi rifiuti nella discarica di Foggia.

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