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    Di Vittorio, i braccianti di ieri e i migranti di oggi: un film…o qualcosa di più

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    Peppino Di Vittorio e un film: già visto. I braccianti di Capitanata ed un film: già visto. La realtà migrante ed un film: già visto. All’appello dell’industria dell’immagine sembra non ci sia più spazio per raccontare il legame esistente tra la vita del giovane Peppino, la condizione bracciantile di inizi ‘900 e lo sfruttamento dei migranti nelle nostre campagne. Un refrain che rischia di diventare stucchevole, se si considera anche la grande mole di saggi, inchieste e articoli di giornale sul tema. Ed allora cosa inventarsi per rompere la monotonia di un ‘racconto’ che sembra essere ormai diventato ‘prodotto’? Semplice…utilizzare lo strumento filmico come mezzo e non risultato di un percorso, che consenta quello che fino ad adesso non è avvenuto: far incontrare gli anziani braccianti e i giovani migranti, creare ponti per la condivisione di esperienze di lotta lontane nel tempo, ma simili nelle ragioni e nelle aspettative. E’ l’ambizioso progetto che si sono posti i protagonisti di un progetto filmico su Tre Titoli, nato da un’idea dell’artista e film maker Nico Angiuli. Alcuni dei protagonisti di questa storia in fieri, ancora tutta da scrivere, si sono incontrati nella giornata di ieri. Dove? A casa, ovviamente. A Casa Di Vittorio.

    Il bando, l’idea, il film La scintilla nasce dal bando “Arte, patrimonio e diritti umani” (la cui prima edizione risale al 2010) pensato e voluto da Connecting Cultures, un’agenzia di ricerca non profit con sede a Milano, fondata nel 2001 da Anna Detheridge, critica e teorica delle arti visive. L’intento è quello di avviare un laboratorio filmico tra gli abitanti storici di Cerignola ed i nuovi cittadini, ovvero quei migranti arrivati dalle nostre parti nella speranza di acchiappare il futuro e poi rimasti intrappolati in una via senza uscita. Migranti stanziali. Migranti che non sono più migranti. E spesso non per scelta. Resta il fatto che questi “ospiti” ormai sono diventati loro stessi comunità locale e, in quanto tale, elemento essenziale se si vuole ricostruire la memoria storica di un territorio. Ripartire da loro e renderli protagonisti dello stesso film in quanto interpreti di sè stessi rappresenta la vera sfida innovativa del progetto. Sullo sfondo, ovviamente, il gigante cerignolano, quel Peppino Di Vittorio che dell’unità di tutti i lavoratori del mondo fece la sua missione. Senza, però, cedere alla retorica. Anzi, tutt’altro. Gli ideatori del progetto non nascondono che una delle fonti della loro ispirazione siano stati i fatti di Cerignola del 1914, quando braccianti migranti putignanesi in cerca di lavoro sulla sponda dell’Ofanto furono brutalmente attaccati dai braccianti cerignolani, provocando addirittura la morte di un lavoratore aggredito. Lavoratori locali contro lavoratori migranti. E in mezzo i caporali. La storia, a volte, crudelmente, corre il rischio di ripetersi. Il lavoratore straniero è sempre dietro l’angolo. Anche quando viene soltanto da Putignano.

    Le tappe Il primo incontro degli artisti con la realtà cerignolana avviene nel novembre-dicembre 2013, sempre a Casa Di Vittorio, alla presenza di Nico Angiuli (ideatore del laboratorio filmico), Anna Santomauro (curatrice d’arte del gruppo curatoriale Vessel), Nicola Pergola (responsabile dell’archivio storico bibliografico di Cerignola ex Crsec), Michele Sacco (scrittore, custode della memoria bracciantile) e Matteo Valentino, tra i fondatori di Casa Di Vittorio e sindaco di Cerignola all’epoca dell’esordio dell’associazione. Ieri si è tenuto il secondo rendez vous, al quale è stata invitata l’associazione Avvocato di strada (nata proprio per la tutela dei senza fissa dimora) e Paap, giovane senegalese impegnato nell’attività di volontariato a Tre Titoli e promotore di una nascente associazione di cittadini migranti. Il processo di scoperta, approfondimento e riattualizzazione della storia bracciantile prenderà forma comunque da un melting pot culturale che vedrà dialogare gli studenti della scuola di Agraria, i giovani artisti dell’Accademia di belle arti di Foggia e la comunità di Tre Titoli. Il progetto adesso continuerà con una serie cadenzata di appuntamenti preparatori alla realizzazione vera e propria del film, che insistendo sul carattere fittizio e romanzato renderà i partecipanti i protagonisti stessi della narrazione, coinvolgendoli tanto nell’ideazione e nella scrittura della sceneggiatura quanto nell’interpretazione. Finalmente protagonisti. Di un film. Nella speranza che, protagonisti, lo diventino anche della propria esistenza.

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