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    Dispersione scolastica, Rita Borsellino: “Non lasciare soli i ragazzi” | Foto

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    <<E’ la scuola a fornire ai ragazzi gli strumenti per vivere in un certo modo piuttosto che in un altro, e se negli anni passati sono stati generati mostri come i mafiosi ciò è avvenuto perché la società ha girato la testa dall’altra parte, facendo finta di non vedere cosa stavano diventando molti dei nostri giovani>>. Con queste parole Rita Borsellino, ex europarlamentare e sorella del giudice Paolo, assassinato da Cosa Nostra nel 1992, ha rimarcato la fondamentale importanza dell’istruzione come deterrente a quel degrado sociale che è il brodo di coltura della criminalità organizzata, nel corso della presentazione, avvenuta stamane nella Sala Consiliare del Palazzo di Città di Cerignola, dell’ Osservatorio Cittadino Permanente sulla Dispersione Scolastica, costituito grazie alla tenacia di alcuni dirigenti scolastici e pensato per contrastare con una serie di interventi concreti un fenomeno che ha assunto nel nostro territori dimensioni assolutamente preoccupanti e che ha portato di fatto ad ingrossare le file dell’esercito malavitoso che tiene in scacco da anni questa città. La nascita dell’Osservatorio è il frutto di una serie di attività condotte nei mesi scorsi negli istituti scolastici, in attuazione del progetto “Pon F3….e poi? Rete, prevenzione, continuità nella scuola”, nell’ambito del PON FSE “Competenze per lo sviluppo”-Obiettivo/Azione F3 “Sviluppo di reti contro la dispersione scolastica e la creazione di prototipi innovativi”. Salvatore Mininno, Dirigente Scolastico dell’Itc “Dante Alighieri”, ha presentato l’“Accordo di programma per la costituzione dell’Osservatorio cittadino per la prevenzione alla Dispersione scolastica” nel corso dell’incontro coordinato dalla collega Lucia Lenoci, Dirigente Scolastico della Scuola Secondaria di Primo Grado “Padre Pio”, mentre ad illustrare il progetto è stata l’insegnante Gerarda Belpiede, del I° Circolo Didattico “Carducci”. Rita Borsellino ha definito <<indispensabile uno strumento quale l’Osservatorio per contrastare una piaga come la dispersione scolastica, apportando progetti cuciti su mira per i ragazzi a rischio di abbandono>>. E’ importante sostenere questi alunni, <<fare in modo che si sentano compresi nelle situazioni di difficoltà che vivono, spingerli a prendere decisioni diverse da quelle che stanno per assumere, evitando così derive esistenziali. In questo senso è necessario dare vita ad una rete di competenze, unire le migliori sensibilità di un territorio, coordinare gli sforzi di tutti>>. L’abbandono scolastico, è stato ribadito nell’incontro, è un fenomeno che condiziona negativamente il futuro di chi abbandona precocemente i percorsi formativi offerti dalle scuole: da qui, la necessità di una totale comunità di intenti tra le diverse agenzie educative operanti nella nostra città, coordinando in sinergia tutte le iniziative possibili utili in tal senso. Esattamente quello che le scuole di Cerignola sono riuscite a fare nei mesi scorsi, unendo le proprie forze, partorendo una serie di progetti decisamente innovativi dal punto di vista didattico e che si sono contraddistinti per la loro originalità, tanto che il tutto è sfociato in un arricchimento globale dell’offerta formativa. Uno degli obiettivi prioritari è il rafforzamento dei legami tra scuola, famiglie e territorio, come ha peraltro sottolineato la stessa Borsellino insieme all’altro ospite dell’incontro, Giuseppe Giordano, che per diversi anni è stato impegnato in prima fila nella lotta alla mafia siciliana come ispettore di polizia della Dia a Palermo. Molte le domande poste loro dagli studenti presenti, buon parte delle quali incentrate sul concetto di legalità. Un valore che, ha detto Borsellino, <<si può affermare con l’impegno personale di ognuno di noi e con il sostegno delle istituzioni a chi si espone per dire no alle leggi di dominio delle organizzazioni malavitose Ci sono sempre state, in ogni epoca, persone che hanno avuto il coraggio di lottare, come i contadini siciliani riuniti nei Fasci dei Lavoratori, che alla fine dell’Ottocento sfidarono la mafia dei gabelloti ma non furono sopportati dallo Stato, che li abbandonò al loro destino. Al tempo stesso, se non si reagisce ad un certo stato di cose non ci si può poi lamentare della situazione infelice che si vive in certe zone d’Italia: se i cittadini subiscono supinamente la tracotanza della malavita, accettano anche il suo potere economico>>. Giuseppe Giordano ha poi posto l’accento sui colpevoli ritardi delle istituzioni nazionali nel comprendere come Cosa Nostra e n’drangheta calabrese non fossero più solo fenomeni limitati ad alcune aree geografiche del Paese, ma si stessero invece radicando nel resto della Penisola, <<in particolare in quelle regioni che sono il motore dell’economia nazionale come la Lombardia: si è rivelato un comportamento doloso quello di chi negava, ed era la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, la presenza della mafia nel Nord. Ben venga, dunque, la discussione del problema a livello europeo>>. E se c’è qualcuno che l’ha stimolata, è stata proprio Rita Borsellino, che negli anni di Strasburgo si è resa conto di come la parola “mafia” suonasse come qualcosa di alieno alle orecchie dei suoi colleghi degli altri Paesi dell’Unione e come questi ultimi preferissero considerarla come <<una questione italiana>>.

    (FotoGallery a cura di Mimmo Siena)

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    <<E stupiva il fatto che a considerarla tale – ha detto la stessa Borsellino – fossero soprattutto i tedeschi, che avevano potuto constatare cosa fosse capace di fare la n’drangheta anche lontano dalla Calabria, come testimonia la strage di Duisburg. Solo con grandi sforzi, facendo capire a tanti europarlamentari di cosa stessimo parlando, si è arrivati alla costituzione di una commissione speciale. Per via della particolare storia criminale dell’Italia, il nostro Paese è all’avanguardia in Europa per quanto riguarda la normativa in materia di contrasto alla criminalità organizzata, e metodi come quelli usati da Giovanni Falcone e Paolo Borselino sono diventati modelli di riferimento per molti magistrati impegnati nella lotta alle diverse mafie in tutto il mondo>>. Sia Rita Borsellino che Giordano hanno rimarcato i risultati raggiunti dallo Stato nel cercare di limitare fortemente il raggio d’azione dei gruppi criminali, sottolineando però anche la necessità di leggi più dure per combattere la corruzione e le collusioni tra politica e mafia: <<Insieme ad altre persone abbiamo condotto una battaglia per spingere il Parlamento italiano a varare una legge che preveda la confisca dei beni per i politici condannati in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso, ma finora è stato impossibile centrare questa meta>>.

    2 COMMENTS

    1. L’Italia deve essere grata a uomini come Borsellino e Falcone che hanno continuato ad essere onesti servitori dello Stato nonostante l’ottusa e colpevole cecità della politica. Grazie anche alla signora Rita per il suo infaticabile impegno.
      Saprà il nascente osservatorio notare che Cerignola ha un numero notevole di centri scommesse proprio nelle vicinanze delle scuole in barba a leggi e regolamenti? Saprà realizzare veri protocolli anti-dispersione con artigiani in modo da insegnare un lavoro ai giovani che non sono fatti per stare in un’aula?
      Saprà dare la sveglia ai tanti politici sgomitanti?
      Se non sarà così, si produrrano tante belle parole e foto insignificanti.
      Buon lavoro

    2. Sono perfettamente d’accordo con il post precedente.null’altro da aggiungere anzi meglio dire che basterebbero queste elencate per iniziare,la strada x il cambiamento è lunga

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