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    Nasce il Patto Val d’Ofanto. Accordo tra 51 comuni

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    Siglato stamane presso la Prefettura di Avellino il Patto Val d’Ofanto per lo sviluppo interregionale sostenibile e l’accesso alla programmazione europea 2014-2020. Un Protocollo d’Intesa tra i Comuni di Puglia, Basilicata e Campania toccati dal fiume, insieme agli amministratori delle quattro province interessate (Barletta-Andria-Trani; Foggia, Potenza, Avellino),  ai Gruppi di Azione Locale, le Università e le Camere di Commercio:  un’azione congiunta finalizzata alla elaborazione di una strategia unitaria di sviluppo sostenibile dell’intera Valle dell’Ofanto. Il documento verrà inviato ai Presidenti delle Regioni Campania, Basilicata e Puglia e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Coesione Territoriale: la richiesta al Governo è di inserire il Patto nei programmi operativi 2014-2020, attualmente in fase di elaborazione, da presentare poi alla Commissione Europea. Con il Manifesto del Patto Val d’Ofanto, che verrà successivamente sottoscritto da altri soggetti pubblici e privati impegnati per lo sviluppo del territorio ofantino, si punta a rafforzare il partenariato territoriale, la sua capacità di collaborazione su scala interregionale, così da superare i confini amministrativi, che sin qui hanno ostacolato una proficua collaborazione fra i territori ofantini delle tre regioni e fra le stesse istituzioni regionali. <<Si tratta di un progetto decisamente ambizioso – spiega Antonio Giannatempo, Sindaco di Cerignola -. Gli amministratori locali del vasto territorio ofantino vogliono valorizzare quest’area, una realtà territoriale estremamente complessa e diversificata, che può però contare su risorse tali da contribuire al riscatto dell’intero Sud. L’obiettivo è elaborare un piano di sviluppo territoriale coordinato da soggetti pubblici e privati su scala interregionale, sfruttando adeguatamente i finanziamenti nazionali ed europei della programmazione 2014-2020. A Cerignola teniamo molto ad un’operazione di questo tipo: il fiume ha per noi una grande importanza sotto tutti i punti di vista. L’Ofanto, peraltro teatro di eventi epocali come le lotte bracciantili, merita di essere più fortemente tutelato per poi essere utilizzato come strumento di sviluppo economico>>.

    Il Patto sottoscritto oggi ad Avellino segue il precedente Manifesto di Melfi del luglio 2009, che ha già prodotto in questi pochi anni tangibili risultati per lo sviluppo dei vari contesti territoriali bagnati dal fiume Ofanto. Nella zona del Basso Ofanto, per esempio, sono stati realizzati importanti progetti in campo ambientale (porte dell’Ofanto e riqualificazione della foce) e di riqualificazione urbana che ha visto protagonisti i Comuni ofantini, la Regione Puglia, l’Autorità di Bacino. Questi interventi hanno consentito di avviare la valorizzazione e la promozione turistica del Parco fluviale dell’Ofanto. Il Manifesto pone, in particolare, l’accento sul “Contratto di Fiume”, uno strumento giuridico previsto dalla legislazione italiana, che consentirebbe a tutti i 51 Comuni della Val d’Ofanto, ai suoi 420 mila abitanti, alle 4 Province e alle tre Regioni interessate di affrontare la tutela ambientale del fiume unitariamente. In questa prospettiva, il Patto Val d’Ofanto intende superare i limiti della attuale programmazione regionale, promuovere un modello di sviluppo più legato alle caratteristiche endogene del territorio. Tra gli interventi considerati prioritari, la valorizzazione delle aree protette; l’attivazione di progetti tesi a difendere e promuovere i sistemi agricoli ed agroalimentari; il potenziamento delle infrastrutture logistiche e la loro integrazione nel quadro di riferimento Tirreno-Adriatico e Sud-Nord, la riqualificazione delle principali imprese industriali localizzate nelle diverse aree produttive.

    3 COMMENTS

    1. Spero non si tratti di una nascita che si basi sul principio
      del business. Personalmente, ho dei
      preconcetti in quei politici che
      predicano bene e razzolano male. Belle
      parole, bei propositi, a mio avviso, dal sapore di ipocrisia.

      8-5-2014

    2. Il sindaco di Cerignola, cominci a far ripulire da scarichi di rifiuti abusivi di ogni genere e da autovetture con a bordo prostitute sulla riva dell’Ofanto nei pressi del ponte romano su via Canosa, lato territorio di Cerignola,già oggetto di striscia la notizia.

    3. Credo che in questo momento, quello che preoccupi il cittadino cerignolano sia la salute pubblica, non abbiamo bisogno di fumo negli occhi, vogliamo sapere chi ci governa, che per di più è un dottore, come fa ad autorizzare tante ditte di smaltimento rifiuti (che “potrebbero” indurre a smaltimenti illeciti) a coesistere in zona industriale (Ecodaunia, Laveco,Ecolav,ed altre delle quali non ricordo i nomi).
      Chi tiene alla salute dei propri cittadini, che hanno affidato le proprie sorti con il voto nelle sue mani, ne autorizza una al max, le altre via.
      I dipendenti? Si converte l’attività. Perché tante aziende tutte improntate ai rifiuti? Guadagno facile sulla salute dei cittadini.
      Come si può non notificare a Marcegaglia un ricorso? Mi permetta ma ho dei seri dubbi,
      piuttosto credo che non si sia voluto fare, perché alla sagra del carciofo si sia promesso che non si metteranno i bastoni tra le ruote.
      Perché continuare ad aumentare lotti per la raccolta dell’immondizia di tutta la Capitanata ed oltre, senza chiedere in un comizio la mobilitazione di tutti contro questo scempio?
      Non ho altre spiegazioni, che quella che ci siano interessi personali.
      Spero di sbagliarmi.

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