Prosegue senza soste il lavoro della dirigenza udassina per l’allestimento del roster da mettere a disposizione di coach Marinelli nella prossima stagione. L’ultimo arrivato in ordine di tempo (ma altri clamorosi annunci sono in arrivo!) è Mattia Marchetti, venticinquenne ala piccola, ben noto ai tifosi udassini che lo ricordano per aver vestito la casacca del Benevento nella passata stagione ed aver messo a segno ben 31 punti nelle due gare contro i biancazzurri. Una laurea in economia, venticinque anni e 198 centimetri di talento, Mattia è Ligure di Savona ed ha festeggiato lo scorso anno il traguardo dei mille punti in carriera. Lo abbiamo incontrato a ferragosto ed abbiamo scambiato due chiacchiere con lui.
D. “Allora Mattia, innanzitutto benvenuto fra i Cannibali. Dicci qualcosa di te e della tua carriera”.
R. “Ho iniziato a giocare con la palla a spicchi da piccolissimo perchè in famiglia ci sono molti giocatori di basket. Andai subito a Roseto, in A2, ma ero troppo giovane e non giocavo mai. Poi, da quel punto di partenza, si sono succedute altre bellissime esperienze a Vado Ligure, a Crema, a Follo, a Benevento. Ho giocato anche in Puglia nelle fila del Monopoli nel 2011. Adesso eccomi qui, pronto ad incominciare una nuova stagione che spero ricca di soddisfazioni e di successi”.
D. “Conosci già i tuoi compagni di squadra ed il coach?”.
R. “No, a parte i colloqui telefonici, non ho ancora avuto modo di conoscere coach Marinelli di persona. Quanto ai compagni, dai nomi so che è tutta gente con cui mi sono già confrontato lo scorso anno, ma a parte quello non conosco nessuno. Sai è difficile fare amicizia con gli avversari, specie a fine partita, quando non sempre si è nella disposizione d’animo più favorevole”.
D. “In quale parte del campo preferisci stare?”.
R. “Sicuramente in attacco, come la totalità dei giocatori di basket. Certo, nella pallacanestro moderna è diventato essenziale avere un efficace apparato difensivo, ma la soddisfazione che ti dà lo schiaffo alla retina non la puoi sostituire con niente altro. Poi, da lontano o da sotto, l’importante è che vada dentro!!!”.
D. “Per che squadra tifi?”.
R. “Sono juventino”.
D. “Mentre per il basket?.
R. “Sono tifoso fortitudino per motivi affettivi, e soffro moltissimo nel vedere la massima serie senza la mia squadra. Per l’NBA, invece, non ho preferenze di squadra, ma adoro un solo giocatore, il più forte di tutti: Cobe Bryant!”.