L’11 settembre 2001 è forse la data che più di ogni altra è impressa nella memoria contemporanea: tutti noi ci ricordiamo cosa stavamo facendo e dove eravamo mentre la televisione trasmetteva l’annuncio tragico – e quasi impossibile a credersi – dell’attentato alle Torri Gemelle, la strage terroristica che ha ucciso quasi 3.000 persone, ed è riuscita a spegnerne molte altre negli anni successivi a causa dei disturbi post-traumatici e dei fumi respirati in seguito all’esplosione, come la storia di Lady Cenere ha testimoniato.
Enzo Biagi ricorderà così quel giorno maledetto, quando il “simbolo dell’America” si trasformerà in pochi attimi in “un cantiere e un cimitero”: “Si sono concluse qui le storie umane di 3000 persone. Nelle loro tasche i passaporti di sessanta nazioni. Tra i morti anche 479 vigili del fuoco, poliziotti, soccorritori”. George Bush sentenzierà che l’America è stata l’obiettivo di questi attacchi perché rappresenta “il faro più luminoso per libertà e opportunità in tutto il mondo”, per altri il messaggio dell’11 settembre racchiude in sé più odio che non invidia (“America, da adesso saprai quanto è implacabile l’odio contro di te”, commenterà Martin Amis, riferendosi al pensiero collettivo intorno all’accaduto): di sicuro si tratta di una sconfitta per il mondo intero e per quanti hanno lavorato “scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza”, come la scrittrice Fernanda Pivano.
Oggi UrbanPost vuole preservare la memoria di quel momento tragico portandovi alla scoperta del National September 11 Memorial & Museum, il monumento pensato ricordare e onorare le vittime rimaste uccise sia negli attacchi del 26 febbraio 1993 che in quelli dell’11 settembre 2001: un progetto grandioso collocato proprio nel luogo in cui sorgevano le Torri Gemelle e pensato per rendere omaggio al coraggio di quanti hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare gli altri e più in generale per riaffermare il rispetto alla vita. L’architetto israeliano-americano Michael Arad di Handel Architects ha pensato di incidere i nomi delle 2.983 vittime sulle 76 placche di bronzo che delimitano i bordi di due grandi piscine, concepite per simboleggiare il vuoto fisico e la perdita di vite umane che sono conseguiti agli attacchi terroristici. “Nulla dies umquam memori vos eximet” (nessun giorno vi cancellerà dalla memoria) è la scritta di virgiliana memoria che campeggia sul muro del Museo dedicato alle vittime. Ora non vogliamo dire di più: affidiamo il ricordo a questa gallery di fotografie drammatiche. Senza perdere la speranza che un giorno l’uomo possa cambiare rotta.
Tratto da urbanpost.it – 11 settembre 2015