«Quella che stiamo mettendo in piedi è una vera e propria alleanza tra territori, accomunati dal ruolo rilevante che in provincia di Foggia ed in Romagna è giocato dall’agricoltura. Un progetto di grande importanza per lo sviluppo dell’area del Basso Tavoliere, capace di ridare forza ad un settore che rappresenta ancora l’ossatura della nostra economia ma che ha subito colpi durissimi negli ultimi anni». Così il Sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo, commenta la sottoscrizione, ieri a Palazzo Dogana, sede della Provincia di Foggia, della dichiarazione di intenti preliminare all’accordo di programma per la gestione integrata e lo sviluppo ecosostenibile della filiera agroalimentare in Capitanata e Romagna. L’intesa ha come principali obiettivi la valorizzazione della produzione ortofrutticola della Puglia e la pianificazione dello sviluppo industriale (fresco e freddo) dell’Emilia Romagna, funzionali alla grande distribuzione organizzata nazionale e internazionale attraverso interconnessioni logistiche e modalità di trasporto ecosostenibile. Il protocollo, le cui linee fondamentali sono state illustrate dall’Amministratore Unico di Lotras, Armando De Girolamo, è stato firmato dai massimi rappresentanti dei Comuni di Forlì e Forlimpopoli, della Provincia di Forlì-Cesena; della Camera di Commercio della stessa provincia; di Unindustria di Forlì-Cesena, della Fondazione Casse di Risparmio di Forlì e di Forlì Mobilità Integrata s.r.l.. Per l’area pugliese, hanno firmato lo stesso Antonio Giannatempo e Michele Lamacchia, Sindaci dei due Comuni, Cerignola e San Ferdinando di Puglia, soci proprietari dell’Interporto; Salvatore Tatarella, presidente di Ofanto Sviluppo Srl, società che gestisce l’Interporto stesso; il presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio; il presidente della Camera di Commercio di Foggia, Fabio Porreca; il presidente di Confindustria Foggia, Giovanni Rotice, e la dottoressa Milena Sinigaglia, dell’Università degli Studi di Foggia.
Le parti si impegnano a «valorizzare la forte e naturale vocazione ortofrutticola del territorio pugliese e romagnolo per tutelare in questo modo le piccole e medie imprese del territorio e garantire loro una pluralità di servizi e attività per superare la frammentazione produttiva, promuovendo tutte le iniziative e gli interventi che favoriscono un sistema integrato di trasporto sostenibile ed i relativi servizi». In questo senso, diventa fondamentale «coinvolgere le realtà del territorio nel rispetto delle reciproche eccellenze, rilanciando la produzione verso i mercati nazionali ed europei attraverso sinergie industriali e commerciali con partner leader del settore». Negli ultimi anni sono state numerose le azioni, condotte a più livelli, a sostegno del settore ortofrutticolo in Puglia. E’ apparsa come una priorità la necessità di sviluppare incubatori di iniziative produttive, di ricerca e sviluppo, anche mediante il rilancio di strutture già esistenti, come l’Interporto di Cerignola, per tutelare la stessa produzione agroalimentare. Nuova linfa all’Interporto del centro ofantino può arrivare proprio dall’accordo di ieri: i firmatari sono convinti infatti che il miglioramento della penetrazione delle produzioni della Capitanata e della Romagna – territori a forte vocazione agricola – sui mercati nazionali ed internazionali possa beneficiare di una modalità di trasporto ecosostenibile come il sistema di trasporto ferroviario; molto meno inquinante del trasporto su gomma.
Il piano per creare la rete della logistica prevede il coinvolgimento diretto dell’Interporto di Cerignola, mediante l’interconnessione con un altro centro intermodale, quello di Forlimpopoli. «L’idea di unire i due interporti – dice il Sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo – è molto interessante ed innovativa. La speranza è di trasformare finalmente il nostro interporto in una struttura di trasformazione dei tanti prodotti agricoli sui quali possiamo contare. Unendo le nostre forze con quelle delle principali istituzioni politiche ed economiche della Romagna, possiamo più facilmente ottenere forme di sostegno economico dall’Europa per realizzare il progetto. In questo senso, e l’esempio della Romagna ci è di conforto, dobbiamo cercare di far convergere gli sforzi di diversi soggetti istituzionali e non, quali il mondo delle imprese e dell’economia privata, le fondazioni bancarie, il sistema cooperativo ed agroindustriale».