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    Il “Black Thursday” di Metta Sindaco. Crisi e rimpasto all’orizzonte?

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    Una città come non l’avete mai vista, spazzeremo via vent’anni di non amministrazione, di favoritismi e di gestione clientelare del governo del paese; ridaremo dignità alla istituzione Sindaco. Questa, in breve, la sintesi di chiusura della campagna elettorale di Franco Metta in Piazza Duomo poco tempo fa. Sono bastati, infatti, solo sei mesi per spazzare via, pare, non la vecchia politica ma un bagaglio di consensi, a colpi di gesti che, nell’ultima debacle mettiana andata in scena ieri sera su Canale 5, all’interno del programma Striscia la Notizia, hanno evidenziato quanto «coerentissimo» sia il diktat del Primo cittadino. La questione mensa scolastica, lo avevamo già evidenziato, non è stata di facile e indolore risoluzione, sia per gli equilibri in maggioranza sia per la tenuta del rapporto tra il leader cicognino e il suo elettorato. Così proprio ieri, seppur nell’aria si vociferava di una possibile crepa tra i consiglieri di maggioranza, c’è stata l’ufficiale spaccatura, con la nascita del nuovo gruppo consiliare Capitanata Democratica, composto da Teresa Lapiccirella (capogruppo), Rino Pezzano, Ale Frisani (vice capogruppo), Antonio Bonavita e Samuele Cioffi. Un mix tra esperienza politica e giovane voglia di fare che si produrrà, quasi certamente, in una spina nel fianco per la maggioranza.

    Due macigni piombati su Metta, che in questo “Black Thursday“, ha dovuto subire il malcontento di gran parte della città, specie sui social, dopo l’imbarazzante “figura” nel servizio del tg satirico, a distanza di poche ore dal duro colpo della frattura nel gruppo consiliare unico, che certamente lasceranno strascichi importanti e apriranno, forse, la prima vera crisi del governo cicognino. Infatti, col diffondersi dei mugugni in città riprendere i fili di un governo per i cittadini sarà complesso; a questo si aggiungerà la doverosa revisione, pena la fine anticipata dell’esperienza amministrativa, della Giunta che al momento, secondo le prime indiscrezioni di palazzo, non gode di rappresentanza per il neo nato gruppo consiliare CD. Sostanzialmente l’imminente richiesta dei cinque dissidenti è chiara e lampante e, come precisa oggi stesso in una nota facebook Pezzano, mossa dalla volontà di rispettare il proprio elettorato: «Chi amministra ha il dovere di guidare i processi di sviluppo riguardanti la propria comunità non perdendo di vista le motivazioni per cui gli elettori gli hanno dato fiducia e consentito di vincere le elezioni».

    La politica però, si sa, è fatta di numeri, e Franco Metta, politico di lungo corso, ne è ben cosciente; seppur non nell’immediato (magari a ridosso del Bilancio Consuntivo di fine marzo?) il nuovo gruppo, quindi, chiederà certamente di essere rappresentato in Giunta: cinque consiglieri su sedici (Sindaco compreso, ndr), in una giunta di sette più uno (il Primo cittadino, ndr), potrebbero legittimamente chiedere da uno a due assessori. I temi da sempre dibattuti e analizzati vedono l’ambiente, la salute, le attività produttive, la sicurezza e i servizi sociali. Proprio in quest’ottica, ripetiamo non a brevissimo, le richieste potrebbero andare a toccare due delle cinque deleghe citate; e se giova di relativa tranquillità Antonio Lionetti, da sempre uomo fidato di Metta (che detiene nelle proprie mani la delega alla sicurezza, ndr), lo stesso non si può dire di Pia Zamparese, pare già in rotta proprio con Pezzano, di Giuliana Colucci, da sempre esterna al gruppo di ferro cicognino, e della stessa Mimma Albanese che, secondo alcuni, potrebbe tramontare con il cambio definitivo del Vescovo. Lo scenario futuro, quindi, nonostante il terremoto di giovedì 10 dicembre, potrebbe trovare soluzione soltanto nel mese di marzo, quando il voto sul Consuntivo potrebbe indurre Metta a un “rimpasto forzato“.

    2 COMMENTS

    1. ma come mai il nostro sindaco non riesce a mantenere le promesse? io spero come anche tanti altri che si impegni a fare tutto quello che ha detto nei vari comizii perche la gente lo ha votato perche avevano fiducia in lui.

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