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    La domenica cerignolana tra “Venti liberi” ed Una campagna di diritti

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    Un pranzo sociale, al gusto della solidarietà e della legalità, domenica scorsa a Cerignola, per celebrare il ventennale di Libera, in contemporanea con le altre piazze italiane. A partire dalle ore 10.30, presso la palestra della Scuola Primaria “G. Carducci”, si è svolta la “Carovana della Pasta Venti Liberi”, evento promosso dal presidio cittadino di Libera intitolato a ‘Hiso Telaray’, in collaborazione con la “Asd La Fenice Volley” che ha aperto l’iniziativa animando minitornei e attività ludico-sportive. A seguire, il pranzo con gli spaghettoni Venti Liberi, prodotti con grano proveniente dai terreni confiscati, accompagnati da bruschetta, vino e crostate fatte in casa. Un momento di convivialità e di riflessione introdotto da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi. A tavola con Libera, la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) della Provincia di Foggia, rappresentata dal direttore provinciale Danilo Lolatte e dal dirigente Matteo Valentino, e le tante altre realtà che appartengono all’incubatore di Libera-Cerignola, dalle cooperative sociali “Pietra di Scarto” e “Altereco”, alle associazioni Oltre Babele e A.V.E, al gruppo Scout e i volontari del Servizio Civile. Insieme ai minori stranieri non accompagnati, ospiti del Centro di Accoglienza San Giuseppe di Borgo Tressanti, con un piccolo contributo economico, si è pranzato con gli spaghettoni Venti Liberi. Una pasta che racconta una storia lunga vent’anni, quella di Libera. Una pasta libera dal malaffare e dalla corruzione, prodotta da chi vuol dare un contributo al bene comune e lavora per restituire la terra e i suoi frutti alla collettività, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Una pasta che arriva sulle tavole degli italiani per risvegliare le coscienze. Un pranzo sociale, preparato con amore dalle instancabili volontarie di Libera, che è servito come forma di autofinanziamento del Presidio, anche alla luce del furto di un grosso quantitativo di olive “Bella di Cerignola”, subito dalla Cooperativa Pietra di Scarto il 5 ottobre scorso. Presenti all’iniziativa anche l’Assessore alle Politiche Giovanili e allo Sport, Carlo Dercole, che ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale, e i consiglieri dell’opposizione, Daniele Dalessandro e Mario Rendine.

    «Una giornata all’insegna della partecipazione e della condivisione – ha dichiarato il Referente di Libera-Cerignola, Don Pasquale Cotugno -, in cui abbiamo voluto rinnovare l’impegno comune per la giustizia e la legalità, senza dimenticare di commemorare le vittime degli attentati di Parigi perché, nel solco coerente del proprio impegno, Libera rifiuta e condanna ogni atto di violenza e ogni tipo di razzismo e di discriminazione che rischia di fatto di fare il gioco dello stesso terrorismo. Ma proprio in queste ore, più che mai, ci sentiamo chiamati a difendere e promuovere la libertà e la pace che sono il frutto e il patrimonio della democrazia in cui crediamo, mettendo proficuamente in rete tutte le associazioni e le realtà del territorio che condividono il nostro progetto e servendoci del linguaggio dello sport per far attecchire nelle coscienze dei giovani i nostri valori fondanti». Un esempio riuscito, quello di domenica, di “convivialità delle differenze”, usando le parole di don Tonino Bello, in cui la Cerignola perbene ha rinnovato l’impegno per realizzare una società più giusta e solidale, dove le mafie e le tante forme di corruzione che le alimentano non abbiano più spazio. Una società dove la giustizia abbia il volto della prossimità e la prossimità quello delle persone più deboli e dimenticate. E sono stati proprio i più deboli e i dimenticati i protagonisti anche della serata, a culmine di una lunga giornata di solidarietà ed impegno sociale. Nei locali del laboratorio urbano di ExOpera è stato presentato il report di “Una Campagna di Diritti”, il progetto finanziato da Regione Puglia, nell’ambito del Piano triennale Immigrazione 2013/2015. Un progetto della durata di un anno che ha previsto una serie di interventi sulla borgata di Tre Titoli, rivolti alla popolazione immigrata, stanziale e non, ivi residente, attuati da realtà appartenenti a Libera: la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”, capofila del progetto, la Cooperativa Sociale “Altereco”, le Associazioni di Promozione Sociale “OltreBabele” e “Omnibus”, insieme ad una serie di partner: IrseaCentro sociale don Antonio Palladino, Croce RossaLibera PugliaRadici. Obiettivo del progetto è stato quello di provare a spezzare la dinamica socio lavorativa che ha determinato la progressiva ghettizzazione della comunità di Tre Titoli.

    Molteplici le attività e i servizi offerti, dal corso di lingua italiana allo sportello di informativa giuridica, passando per l’educativa di strada, la formazione al lavoro, il corso di primo soccorso e il laboratorio cinematografico. Ad illustrare il quaderno operativo del progetto, i risultati raggiunti e le criticità rilevate durante l’esperienza, Pietro Fragasso della coop. “Pietra di Scarto”, Rossella Bruno, Presidente di Oltre Babele, Gaetano Panunzio di Omnibus, Dora Giannatempo di Altereco e il regista Giuseppe Valentino, responsabile del laboratorio cinematografico. Presente anche il Vice Sindaco, Mimma Albanese, e il Dirigente della sezione ‘Sicurezza del cittadino, politiche per le migrazioni ed antimafia sociale’ della Regione Puglia Stefano Fumarulo, che ha pubblicamente rinnovato l’impegno della Regione a smantellare gli oltre 50 ghetti presenti sul territorio regionale, secondo l’ultimo report stilato dalla Flai Cgil, offrendo soluzioni abitative e lavorative dignitose agli immigranti presenti nella nostra Regione.

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    Un resoconto del progetto è nelle parole di Pietro Fragasso di “Pietra di Scarto”, ente capofila: «Una campagna di diritti -ha dichiarato- è stato un tentativo, semplice, ma consapevole, di trascorrere dodici mesi osservando un inferno che non dovrebbe esistere, ma che ormai dal 1996 è normalizzato, un abuso umano condonato dal nostro qualunquismo e dalla nostra mediocrità. E’ stato un progetto complesso, di non facile realizzazione. Più d’una sono state le volte in cui una lezione d’italiano aveva tra i partecipanti uomini ubriachi dopo chissà quale ingiustizia subita. Più di una volta -ricorda- ci siamo scontrati con gli stessi caporali. Non è un caso che proprio nei mesi estivi, coincidenti con la stagione della raccolta del pomodoro, ci sia stato un forte calo delle partecipazioni ai nostri corsi. Eppure, abbiamo cercato ugualmente con entusiasmo di costruire piccoli momenti di cittadinanza attiva e responsabile in grado di favorire relazioni umane positive e piccoli percorsi di integrazione. Accanto a questo si è provato a dare sostanza fattiva ad alcune necessità, come quella della conoscenza della lingua italiana, delle tecniche di primo soccorso o delle informazioni giuridiche sul permesso di soggiorno. Abbiamo incrociato diverse organizzazioni che da anni si occupano di servizi per i migranti a Tre Titoli ma serve di più -denuncia Fragrasso-. Il terzo settore, la chiesa, l’associazionismo, non possono sostituire lo Stato che deve uscire dalle proprie stanze e calpestare quei tratturi e quei campi dove diritti e giustizia sociale lasciano spazio ad abuso, sfruttamento di una fetta di gioventù che viaggia nel mondo per realizzare un sogno, sentirsi efficace e vivere una vita dignitosa, ma che è trattata come carne da pomodoro». Al termine del dibattito, l’associazione Ghetto Out Nelson Mandela ha offerto una cena tipica senegalese e, a conclusione, si è esibito in un concerto gratuito il cantautore italo francese Sandro Joyeux: menestrello afro-beat giramondo, diventato beniamino dei migranti africani in Italia, esibitosi lo scorso Primo maggio sul palco del Concertone, in piazza San Giovanni in Laterano a Roma.

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