A meno di venti giorni dal voto che decreterà il prossimo Sindaco di Cerignola, o quanto meno indicherà i due pretendenti che si giocheranno la partita al ballottaggio, la politica locale – o gran parte di essa – sembra essere impegnata sempre più in sterili polemiche, perdendo di vista (forse volutamente) i contenuti essenziali, quelle proposte che davvero potrebbero far pendere la preferenza dell’elettore da una parte piuttosto che da un’altra. Tra criticità e buoni propositi il fare politica a Cerignola sembra esser diventato un mero strumento di rivendicazione per vecchi attriti, per ossessioni mai tramontate e per sogni totalmente irrealizzabili.
Sparuti gruppi di giovani aspiranti amministratori, infatti, lottano col coltello tra i denti, aizzati probabilmente da qualche anziano ammaliatore, nel tentativo di accreditarsi fra l’elettorato cittadino ma, realisticamente, rischiano di apparire delle semplici marionette mosse da un abile burattinaio. Lotta fratricida a colpi di post sui social, spazi rubati e manifesti strappati nell’attività di attacchinaggio notturna, e la sempiterna ‘bellum omnium contra omnes’; e i soldatini sempre presenti a combattere una guerra non propria, a rivendicare un “diritto” che non conoscono, a confondere il futuro col più becero e rabbrividente dei passati.
Assente senza tema di smentita, però, è la proposta, quella vera, possibile e realizzabile. Una campagna elettorale che si è giocata dapprima sui cartelloni pubblicitari, e oggi, ormai – per gran parte – svuotata di contenuti, a colpi di screenshot sui social, volantinaggio porta a porta, e gazebo stile fiera di provincia; e non basta nemmeno il vano tentativo di invito al voto per qualche dinosauro della politica oggi tramutatosi in ape che svolazza di fiore in fiore. Le proposte per la città, al di là dei fantomatici posti di lavoro che, guarda caso, son come fantasmi, appaiono in campagna elettorale e scompaiono il giorno dopo il voto, ce ne sono state pochissime, sintomo di una classe politica che deve fronteggiare due problemi essenziali: l’assenza ingiustificata di capacità e abilità, oltre che di intelligenza politico amministrativa, e la carenza giustificata, e sempre maggiore, di fondi a pioggia come accadeva qualche decennio fa.
Il 31 maggio è più vicino di quel che si possa pensare e i pretendenti hanno ancora poco tempo per alzare il livello di questa battaglia elettorale – qualcuno lo sta già facendo, a onor del vero -, portare in alto la discussione parlando di temi fondamentali per la città, di criticità, ma soprattutto di soluzioni serie e praticabili, per dimostrare di non essere semplici soldatini, servi sciocchi di un padre/capo/padrone, ma menti autonome e pensanti in grado di fare, e magari anche di sbagliare, con la propria testa; ci sono tempi e modi per migliorarsi, per non rischiare di rientrare nel calderone enorme dei mister trenta voti, coloro che affolleranno i registri elettorali all’indomani dell’election day.