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    Scrivo per…raccontare una giornata all’Ospedale “Tatarella” di Cerignola

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    All’interno della rubrica “Scrivo per…” dedicata ai cittadini riceviamo e pubblichiamo una nota di un nostro lettore il quale, dopo un’intera giornata trascorsa presso l’Ospedale “Tatarella” di Cerignola, prova a raccontare dal proprio punto di vista tutto quanto accaduto con la speranza di poter contribuire al miglioramento del servizio. Ecco il documento completo.

    Antefatto – Nel pomeriggio di venerdì scorso 13 marzo la moglie di mio figlio omissis, omissis, fu assalita da violentissimi dolori inguinali che indussero il medico di base a prescriverle 1 fiala Spasmex + 1 fiala di ToraDol ogni 12 ore ed una ecografia pelvico-inguinale. Essendo fine settimana, rimandammo l’ecografia al lunedì successivo e mia nuora trascorse il weekend con ben 8 siringhe contenenti i farmaci anzidetti i quali, esauritasi la loro azione calmante, non fermavano il dolore che ricompariva sempre virulento.

    Lunedì 16 marzo, di buon mattino, siamo andati alla Daunia Sanitas per effettuare l’anzidetta ecografia: questa, però, non è risultata del tutto dirimente e, pertanto, il medico che l’aveva effettuata ci consigliò di andare in ospedale prima della ricomparsa dei dolori in quanto lì, a suo dire, avremmo avuto il massimo dell’assistenza (a cominciare da quella ginecologica che, concordemente con l’opinione del medico di base, riteneva assai pertinente nel caso concreto) che avrebbe certamente chiarito la situazione. Per questo, muniti dell’ecografia appena fatta, oltreché della prescrizione originaria del medico di base, ci siamo recati presso l’Ospedale “G. Tatarella”. Per quanto svoltosi successivamente è utile precisare che ci siamo recati in ospedale in 4 persone: l’ammalata, il marito mio figlio, io ed una signora di mezza età amica di famiglia che conosce mia nuora da sempre, poiché quest’ultima è orfana di padre ed ha la madre afflitta da condizionanti patologie.

    Fatto – Arrivati al Pronto Soccorso (intorno alle 10,30) e fatta l’accettazione, l’ammalata e l’amica di famiglia (facente le veci della madre), sono state successivamente ammesse nella sala Verde: qui tale dr. omissis, semplicemente a fronte di una sommaria descrizione dell’accaduto, senza effettuare e/o richiedere alcun approfondimento e senza neanche guardare l’ecografia appena fatta e la prescrizione del medico di base che mia nuora e l’accompagnatrice hanno inutilmente esibito, anziché avviarla dal ginecologo, l’ha inopinatamente avviata dal chirurgo; Il chirurgo, tale dr. omissis, pur se sorpreso dell’invio di un caso riferibile propedeuticamente al ginecologo, si è impegnato a fondo, effettuando un’approfondita anamnesi, un accurato esame obiettivo ed una scrupolosa valutazione dell’ecografia fatta poche ore prima, che l’hanno indotto a prescrivere una TAC completa dell’addome; Al Pronto Soccorso sono stati abbastanza solleciti nell’effettuare il prelievo ematico per gli esami propedeutici alla TAC; non altrettanto il Laboratorio Analisi, che ha consegnato gli esiti solamente dopo reiterate sollecitazioni;

    Alla TAC è stata ammessa solo l’accompagnatrice (com’è giusto che sia) e questa e l’ammalata, una volta terminato l’esame, hanno riferito che il medico radiologo, tale dr.ssa omissis, nonostante le fossero state consegnate tutte le carte utili, comprensive anche della ns ecografia, senza neanche guardarle ha esordito, rivolgendosi all’ammalata con tono scocciato e con un gratuito “you”, dicendole più o meno letteralmente “che te la fai a fare questa TAC, non ti potevi fare una ecografia?”. Chiarita la situazione, solo dopo aver avviato l’inoculazione del mezzo di contrasto, è stato chiesto all’ammalata, con un perentorio “firmi qui !” di sottoscrivere il consenso informato: mia nuora, quindi, ha firmato non solo senza ricevere alcuna informazione, ma è stata costretta a farlo con l’altra mano poiché quella giusta era immobilizzata per l’inoculazione (non potevano attendere la fine dell’inoculazione?…). All’uscita la dr.ssa omissis ha detto a mia nuora ed all’accompagnatrice che la TAC sarebbe stata refertata entro un quarto d’ora circa, cosa che abbiamo sentito tutti. Siamo, quindi, andati tutti ad attendere il referto al Pronto Soccorso. Dopo un’ora più che abbondante, cominciandosi a palesare nuovamente i dolori a mia nuora, sono tornato personalmente al reparto Tac: qui ho citofonato e mi ha risposto proprio la dr.ssa omissis alla quale ho evidenziato, col massimo garbo e pacatezza, che i dolori a mia nuora si stavano riacutizzando e la risposta, più o meno letterale, è stata, con tono spocchioso, “io non curo dolori, io faccio il referto”; a ciò ho replicato, con immutato garbo e pacatezza, che al Pronto Soccorso attendono il referto per decidere il da farsi e la risposta, con tono ancora più spocchioso, è stata “i referti non si stampano, si studiano”; pur se sorpreso da tale gratuito atteggiamento, ho chiesto per cortesia di ipotizzarmi un tempo di attesa e la risposta, con tono altezzoso e sprezzante, è stata crudamente “no! Quando sarà pronto il referto, sarà avvertito ed avrà tutte le risposte che le servono!”. A questo punto, non mi è rimasto altro che tornarmene avvilito al Pronto Soccorso; Arrivato il referto, il medico di turno, tale dr.ssa omissis, ha disposto, finalmente, una visita ginecologica e, consegnatoci tutto il carteggio (disposizione della visita ginecologica, referto e cd della TAC, ns ecografia) siamo andati in Ginecologia;

    Qui sono stati ammessi l’ammalata e l’accompagnatrice. Dopo una decina di minuti queste sono uscite e mia nuora ci ha raccontato che: consegnato il carteggio all’infermiera, questa lo ha disposto in bella evidenza sul tavolo del medico; dopo qualche minuto è arrivato il medico, tale dr.ssa omissis, che, sedutasi senza neanche rivolgerle lo sguardo e, soprattutto, senza guardare il carteggio che era davanti a lei, le ha chiesto con tono annoiato se aveva mai avuto rapporti sessuali; al suo “si, sono sposata”, sempre senza rivolgerle lo sguardo e sempre SENZA guardare il carteggio, con tono di sufficienza le ha detto “bene, allora si tolga la mutandina e si metta sul lettino”; giratasi verso il lettino ginecologico, è rimasta esterrefatta ed inorridita nel constatare che su questo c’era il lenzuolo di carta intriso da larghe chiazze di sangue visibilmente fresco e sul pavimento, in corrispondenza, c’erano altre vistose chiazze di sangue; impaurita e sbalordita dalla situazione grottesca e pericolosa in cui si trovava, ha rifiutato la visita e se n’è uscita; Siamo, quindi, tornati al Pronto Soccorso, ove mia nuora è stata dimessa intorno alle 17,30 (cioè dopo ben SETTE ore di tormentata, ancorché inutile, “via crucis”) con fra le note la dicitura “si consiglia visita ginecologica a breve” (ma guarda un po’ …).

    Conclusioni – Gentili Signori, mi astengo dal commentare l’esperienza narrata, poiché gli elementi che mortificano e comprimono la dignità e la salute dell’ammalato (approssimazione, gratuita supponenza, inutile prosopopea, pressapochismo, menefreghismo, scarsa professionalità, ecc.) sono evidenti e non basta l’impegno di uno solo (nel caso concreto il dr. omissis, al quale va la mia riconoscenza ed il mio apprezzamento) poiché è risaputo che l’eccezione non serve altro che a confermare la regola. Auspico che questa segnalazione serva a migliorare le cose perché, in tutta franchezza, personalmente ho paura di ritrovarmi ad aver bisogno di un siffatto servizio sanitario. A riscontro ulteriore e per inciso, sono lieto di rendervi noto che il giorno dopo un ginecologo non di Cerignola, consultato in libera professione, ha esaustivamente e felicemente risolto l’afflizione di mia nuora.

    18 COMMENTS

    1. Perché non ci sono i nomi dei dottori? Vogliamo tutelare la privacy? E a noi chi ci tutela?

    2. È’ facile capire chi sono!!specialmente in radiologia si salva solo la dottoressa Alicino e la Signora Bionda che abita dalle parti del convento.Il resto lascia molto a desiderare.

    3. Purtroppo non è l’unico ospedale in queste condizioni. Mia moglie per problemi molto simili a quelli della ragazza della lettera nell’ospedale di Macerata (luogo dove vivevamo) ha dovuto aspettare ben 12 ore prima che qualcuno la visitasse al Pronto Soccorso. Stessa cosa è capitata a me dopo un incidente stradale che ho aspettato su una barella con dolori allucinanti alla schiena dalle 11 di mattina all’1 di notte prima che qualcuno si accorgesse di me! Ma c’è ne sono aspettato dozzine di ospedali così in Italia!

      • caro Gino, la stupidità non ha limite, anche tu hai un problema mestruale, che non ti ha fatto leggere che c’era un uomo all’inizio al pronto soccorso

    4. Carissimi amici,è avvilente leggere queste situazioni che capitano un po’ a tutti.E’ altresì sconcertante la situazione dell’ospedale Tatarella: struttura enorme e medici che fuggono davanti ai casi di estrema urgenza.Alla base c’è una cosa sola,i dottori non lavorano per passione ma solo per soldi sempre soldi.Gira così nel nostro ospedale fai il regalino corrono subito non lo fai allora sei morto.Io personalmente sono stanco di umiliarmi anziché essere ben trattato come paziente ma io non ho denaro da regalare ho solo la salute che mi abbandona e chi mi cura?Quindi egregio signore non ci ha riferito una notizia nuova anzi ha solo aperto in tutti noi una ferita dolorosa ormai qui nessuno fa niente se ne fregiano delle persone che stanno per ore a tribolare in un pronto soccorso che è peggio di un macello.Povera Italia

    5. E’uno schifo la freddezza e l’acidità di certe dottoresse e dottori…..non faccio l’erba tutta di un fascio ma in quell’ospedale c’è una concentrazione altissima di persone poco professionali e poco competenti!!!ho un nonno morto a causa di 32 negligenze!!!!e dopo tanti anni continuare a sentire queste cose è uno schifo!!!quanta gente deve morire ancora per colpa di queste persone??sono poche le persone che lavorano li di professione e lo fanno per passione!!!lavorano solo per i soldi!!!e a noi chi ci tutela??considerando che certa gente la tengono ancora li a lavorare??

      • ‘Secondo me bisogna DENUNCIARE !!!! È fare i nomi di qsti medici, con i telefonini di nuova generazione….io registravo tutto è andavo ai carabinieri. NON BASTA CHE RUBBANO SOLDI IN NERO ALLA GENTE TRA VISITE SENZA FATTURE …..SI PERMETTONO DI FARE I LORO PORCI COMODI!!

    6. Non mi meraviglio più di tanto.non so neanche se questi sanno fare il loro mestiere sono pronto a verificare

    7. E’ terrificante quello che è successo, ma la cosa ancor più struggente che questi episodi sono quasi sempre all’ordine del giorno nell’Ospedale Tatarella. E’ inutile dire che questi dottori si trovano lì non per merito e/o bravura ma solo perchè figli di certa classe politica, voluta certamente da noi. Ce li meritiamo!!!!

    8. Soltanto nel Burundi la gente va in giro a richiedere le risposte degli esami radiologici…

      • Vedi che nel Burundu stanno di lusso ci sono tutti i medici senza frontiere che sono bravissimi

    9. Un saluto a tutti….Mi rivolgo al signore che ha scritto, raccontando ciò che è accaduto in una giornata passata in ospedale, io lo invito a recarsi presso il Tribunale per i Diritti del Malato che ha l’ufficio vicino ai distributori di bevande, per segnalare questo caso. L’ufficio è aperto il lunedì ed il venerdì dalle 10,00 alle 12,00. Purtroppo le preciso che pochissimi vengono a fare segnalazioni , magari per paura, magari perché hanno risolto il loro problema e non vogliono impelagarsi più di tanto in chiarimenti davanti alla direzione sanitaria, magari perché c’è poca informazione. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio, per lottare contro il cattivo comportamento di alcuni operatori sanitari che non fanno altro che mettere in cattiva luce il reparto o la struttura ospedaliera. Abbiamo già affrontato alcune di queste situazioni, facendo redarguire da parte dei primari e del D.S. questi operatori, più di questo non possiamo fare altro , come dicevo prima poche persone vengono a segnalare situazioni che vanno contro la morale , da parte di chi ha fatto un sacro giuramento. Bisogna che tutti noi che usufruiamo dei servizi della ASL tenessimo a mente una cosa : denuncio affinché ciò che è successo a me non succeda ad altri. Allora si che potremmo migliorare di molto le cose.

      • La lettera, oltre che alla stampa, è stata inviata anche al Direttore Generale ed al Direttore Sanitario dell’ASL Fg, al Presidente ed all’Assessore alla Sanità della Regione Puglia. La Direzione Sanitaria dell’Ospedale ne ha avuto copia.
        Con tutto ciò, il Tribunale dei diritti del Malato se vuole intervenire, può farlo anche semplicemente riportando l’estratto stampa.

        • Ciao Anonimus
          Chiederemo di poter avere una copia della lettera, ma la prassi per il nostro intervento , prevede che venga fatta una segnalazione dell’accaduto su appositi moduli, dalla persona interessata , quando noi inviamo in forma ufficiale una richiesta di spiegazioni, la cosa cambia, si mette in moto un meccanismo per cui sono tenuti a rispondere in modo altrettanto ufficiale. Ben diversa è la sola lettera di lamentela inviata.
          Noi comunque siamo a disposizione di chiunque.
          Un cordiale saluto

          • … cioè a dire che se non si segue la “prassi” si può fare poco o niente ?! EVVIVA LA BUROCRAZIA, che squallore … quante ignominie vengono perpetrate nel suo nome …!!!

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