La notizia di un buco da 2 milioni di euro in seno all’Asl di Foggia circa i budget gestiti dai presidi ospedalieri di Cerignola, San Severo e Manfredonia per organizzare turni e pagare prestazioni aggiuntive ha ulteriormente smosso le acque al Tatarella di Cerignola. Il progetto di “riorganizzazione” (per usare un eufemismo, ndr) della sanità di Capitanata passa anche attraverso gesti politicamente significativi. E’ il caso della “rimozione” di Rocco Dalessandro alla guida del Tatarella, proprio dopo che l’ex-responsabile di presidio aveva fatto ricorso in merito alla procedura di individuazione del nuovo direttore. Al suo posto Antonietta Costantino.
Il 9 maggio scorso invece i sindacati aziendali Fsi e Nursind denunciavano alla Corte dei Conti il sistematico ricorso all’istituto della pronta disponibilità, utilizzato per la copertura dei turni di medici e infermieri, invece che per necessità contingenti. La cosa ha subito messo in allarme i vertici di Piazza della Libertà, che con una nota indirizzata ai direttori di presidio datata 20 maggio, chiedevano di relazionare sulla questione. Allarmismo tardivo, considerato che i Sindacati segnalavano la cosa già dal 2008, o peggio, probabilmente, fa comodo alzare il polverone solo ora. Tuttavia non è da sottovalutare il fatto che se la pronta disponibilità è stata una scappatoia per far fronte alle carenze vi è una responsabilità non di poco conto dell’azienda sanitaria, che da un lato dovrà sopperire a tali mancanze e dall’altro dovrà “rispondere” circa i soldi spesi per le pronte disponibilità (circa 2 milioni di euro, ndr).
Pare strano che la “pronta disponibilità”, «concordata in passato anche con i Sindacati» fa sapere l’ex-direttore Dalessandro, oggi non sia più condivisa, anche perché ha rappresentato un modo per garantire maggior presenza di medici e non lasciare tutto in carico al Pronto Soccorso. La bufera sull’Ospedale di Cerignola ha tutto il sapore – secondo le ipotesi di alcuni – di uno strategico disegno di “indebolimento” del Presidio, che, è bene ricordarlo, era stato inserito tra quelli da declassare nel Piano della Sanità firmato Michele Emiliano.
Dalessandro in 8 anni ha sempre difeso le ragioni dell’Ospedale, è un dato di fatto.
Prepariamoci alla chiusura!
La nostra fortuna oggi e per i prossimi 4 anni si chiama Franco Metta. Lui difenderà città e ospedale meglio di come hanno fatto o non hanno fatto PD e compagni.
Siamo la realtà, il Cambiamento vero.
CON LA GENTILE ALLA REGIONE L’OSPEDALE NON è MAI STATO IN PERICOLO, VEDREMO COL TUO FRANCHINO
ma ve t cucc. Prrrrrrrrr
Ricorrere alla pronta disponibilità e tenere aperti i reparti o chiudere causando interruzione di servizio???
Mai visti sindacati lamentarsi degli straordinari.
Tre direttori al posto di uno, e tutti di san severo.
Non hanno declassato l’ospedale, di fatto lo stanno chiudendo.
Era meglio D’alessandro.
IN QUESTO MOMENTO POLITICO , MI SENTO DI NON DOVERE FARE AFFIDAMENTO AI VARI PARTITI . VISTO CHE GLI STESSI SONO DIVENTATI PORTATORI SANI DI LESTOFANTI . LA BELLA NOTIZIA : E’ CHE BISOGNA FARE AFFIDAMENTO SOLO SULLA SERIETA’ DELLA SINGOLA PERSONA , LA BRUTTA NOTIZIA : E’ CHE ALL’ORIZZONTE NULLA DI BUONO SI VEDE . IL MIO COMMENTO E’ CONDENSATO IN UNA SOLA PAROLA : VERGOGNA .!!!!