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    Canapa per bonificare l’ambiente: negata concessione a Cerignola. La denuncia di “Canapirpinia”

    Il nuovo mercato industriale sta conquistando l'Italia

    Pubblicato il

    Da qualche tempo, a causa delle vastissime coltivazioni di Marijuana presenti nel sud Italia, si parla di evoluzioni di mercato e differenze tra cannabis e canapa. Se pur quest’ultima stia riacquistando il suo antico splendore, attraverso un complesso mercato import/export, tutt’oggi viene associata alla famosa “droga da svago”. Ma questa non è la verità; difatti, come spiega anche la dott.ssa Giustina Samele, la differenza tra le due sostanze è tutta nella sua componente strutturale: se il suo THC non supera lo 0,02 la pianta non può essere dichiarata come “Seme da sballo” ma come “Seme da Canapa Sativa”. Oggi, a distanza di alcuni anni dagli episodi di mala interpretazione delle leggi antidroga, che portarono le forze dell’ordine ad arrestare e sequestrare migliaia di ettari di terreno seminato, la coltivazione della Canapa in Italia è un’azione del tutto legale. Grazie alle leggi e la sua personalizzazione, nel 2016, tanti marchi nazionali hanno preso in considerazione l’idea del “Canapa Food” ovvero la creazione di alcuni prodotti culinari (come pasta, olio, formaggi) basati esclusivamente sulla “Canapa”.

    Su tale tematica si battono ancora la dott.ssa Samele e l’artista Assunta Fino, entrambe socie a Cerignola dell’Associazione “Canapairpina”, che dichiarano espressamente il loro dissapore verso la nuova amministrazione comunale cerignolana dicendo: «La Canapa è un materiale prezioso. Bisogna pensare che grazie a essa, il terreno, dopo 3 anni dalla sua semina, può diventare Bio. Sarebbe stata la svolta per Cerignola ed invece ci vediamo passare davanti tanti cammelli che vanno dal centro sud al Salento, dal Salento al nord». Il grido di rabbia e frustrazione delle due donne è scoppiato quando l’intero progetto evolutivo basato sulla coltivazione di questo seme, presentato al Comune di Cerignola, non ha ricevuto risposta da parte del Sindaco Franco Metta. Infatti, raccontano le cerignolane: «Il nostro progetto parte dall’attenzione verso la cultura della Canapa che già a Volturara Irpina viene coltivata per bonificare l’ambiente. Esito positivo per la famosa piena del Dragone dove l’inquinamento ambientale è stato risolto grazie alla coltivazione della Canapa. Il nostro presidente, Bruno Nardiello, ci ha fatto appassionare a questo caso, l’abbiamo sposato e abbiamo portato avanti questa battaglia perché pensiamo che il mio paese possa trarne vantaggi. Abbiamo presentato il progetto, abbiamo chiesto qualche ettaro di terreno per portare questa nuova cultura anche qui. Se la sperimentazione fosse andata bene, Cerignola sarebbe cresciuta attraverso la coltivazione di questa pianta. Potevamo ripurificare l’ambiente – spiegano a lanotiziaweb.it -, aiutare il nostro contadino a non contaminare il terreno con materiali chimici; dare lavoro, innalzare il nome del nostro paese. Si poteva progettare, ampliare, e fare tante cose ma le risposte non sono arrivate. Bisogna pensare però che sono passati mesi dalla presentazione del nostro progetto al Comune. Sono passati giorni, settimane e mentre noi attendavamo delle risposte, le nostre idee sono diventate quelle del Senatore Cappelli. Una delle più importanti industrie della Puglia, infatti, si è coalizzato con CanapaPuglia per creare un’intera linea di cibi basati sulla canapa. Questa notizia, appena appresa dai giornali, ci ha infastidite ma soprattutto ci ha fatto porre alcune domande. Ci siamo chieste se, in caso di risposte immediate, Senatore Cappelli si fosse coalizzato con noi per questo progetto, se avrebbe scelto i nostri terreni al posto di quelli salentini». 

    Nel merito della questione, inoltre, Assunta Fino sottolinea: «Oggi la Canapa non è più una novità. Con essa si possono fare milioni di cose, soprattutto nel mondo dell’arte. Se solo noi avessimo avuto la possibilità di piantare questo seme nei nostri terreni (chi lo sa), ora potevamo aprire un’intera industria basata sulla realizzazione di carta. Chi può dirlo se andava bene! Quello che sappiamo è che per ora solo Bari è disposta ad interagire con noi mentre il nostro paese non accetta l’innovazione della nostra idea».

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    5 COMMENTS

      • Ma che stat fumat. Altro che Metta ci voleva un giorno comandato da Mussolini per mettere pulizia in questo paese . Non s capesc chiu nind .

    1. Purtroppo la cultura di base oggi in questo paese non consente una visuale cosi ampia di alcune proposte come questa.Con questo tipo di avanguardia culturale sarebbe troppo facile qualsiasi tipo di sconvolgimento di questo progetto, in quanto è molto sottile il margine di associazione con la cannabis che a detta di molti e l’unico vero prodotto che da guadagno in questo momento.Quello che più mi rattrista e che anche nel settore agricolo come già in passato, con gli usi spropositati di fertilizzanti e pesticidi atti ad aumentare la produzione a discapito della salute,comunque risalti una necessità di mero guadagno fingendo che sia l’unica (DRITTA) soluzione alle difficoltà sociali.

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