Oggi pare si sia consumato l’ultimo atto della bega, tutta di maggioranza, del lavaggio delle divise dei Vigili Urbani. Dopo la segnalazione del Partito Democratico e la replica di poche ore fa del Sindaco Metta che ha definito la cosa “inopportuna”, proprio questa mattina, Franco Metta annuncia querele da parte del dirigente Francesco Delvino. «Il Comandante dottor Francesco Delvino mi informa – scrive Metta sulla sua pagina Facebook – di aver sporto querela per diffamazione aggravata in ordine alla vicenda della gara per il servizio di pulizia delle divise della Polizia Municipale». Non tarda ad arrivare la replica del capogruppo Pd Daniele Dalessandro e del consigliere Maria Dibisceglia, entrambi tra i querelati, oltre a un giornalista. «Quando pubblicamente gridi allo scandalo dinanzi ad un affidamento diretto di un servizio presso l’attività di proprietà della moglie di un consigliere di maggioranza, quando ti indigni se l’organizzazione di un’inutile iniziativa sulla sicurezza/legalità viene affidata ad un’associazione il cui ex Presidente è un altro consigliere di maggioranza, associazione che a sua volta affida la comunicazione dell’evento ad una società di cui è socia la figlia di un assessore, ti becchi la querela. Ma il filo rosso che lega questi atti è la firma dello stesso dirigente, il comandante dei vigili urbani dott. Francesco Delvino».
Infatti secondo i piddini la differenza di reazione di Metta tra il caso Marino-Bonavita e quello di Marinelli mostra criticità politiche da sottolineare e sulle quali porsi delle domande. «Due sono le cose, sindaco Metta: o davvero “non sapevi” e allora confermi di essere un SINDACO INUTILE a cui dirigenti, assessori e consiglieri la fanno sotto al naso, e in tal caso non basta ritirare la determina per riacquistare un minimo di dignità istituzionale. Dovresti revocare l’incarico al dott. Delvino, all’assessore Marino e chiedere ai consiglieri coinvolti di non entrare più nella tua stanza. Oppure sapevi. E sei regista e complice di un modo di amministrare vecchio e sporco» argomentano da via Mameli. «Querele. Silenzio. Oppure insulti – tuonano i due consiglieri -, come accaduto rispetto alla proposta presentata dal consigliere Sgarro sul deliberare lo stato di calamità per il settore vitivinicolo, questione che tocca da vicino gran parte del popolo cerignolano. Noi intanto continueremo a vigilare e denunciare pubblicamente. Non sarà una querela a metterci il bavaglio. Ci vediamo nelle sedi opportune, sarà un grande piacere portare gli atti dinanzi ad un giudice».
Ragazzi attenzione alle querele, state attenti. Voi siete puliti, altri ci hanno fatto il callo…
secondo me questi so proprio dei deficienti, querelare i consiglieri di opposizione per farsi male da soli, portare questa vicenda in tribunale e da pazzi, qua se indaga anche un novello giudice scopre il vaso di pandora. mah contenti loro…..
Nessun giudice sano di mente potrebbe mai condannare i tre querelati per questa vicenda…
Vi aspettiamo al varco. Per il momento rosicate e digerite il 14 Giugno . Hahaha grande Metta.
pure uno scalzacane capirebbe che questi da tutte e due le parti, sanno solo farsi la guerra fregandosene completamente di un paese come il nostro lasciato completamente alla deriva.
Se il
Comandante sia o meno integerrimo, ritengo non sia il posto adatto per
approfondire il problema. Però, mi chiedo: (a parte il mercoledì, durante il
mercato settimanale ove bancarelle di frutta e verdura senza prezzi e vigili
urbani a distanza di qualche metro non se ne avvedono ) se in tutta Cerignola
sui prodotti in vendita al pubblico di frutta e verdura, mancano abitualmente i
prezzi di ciascun prodotto( salvo casi eccezionali e non su tutta la merce
esposta) la responsabilità per inadempienza sia da attribuire solamente agli
stessi venditori, o anche ad altri? Ed inoltre, le bilance usate per il peso
della merce in vendita, sono o no in regola con norme in materia? Anche di tale
fenomeno “l’eccellente” Comandante è tenuto ad avere alla sua attenzione. Così,
come pure l’Assessore al Ramo è tenuto a vigilare, quale figura istituzionale a
difesa del del Popolo di Cerignola, affinchè questi possa dirsi totalmente
integerrimo. Come mai ciò non avviene?
A me pare
che il Comandante, dalla penna facile a denunciare ( libero di farlo,
ovviamente) , debba farsi prima un esame di coscienza, chiedendosi se egli
stesso sia davvero immune da possibili contro denunce. Identico esame
spetterebbe farlo l’Assessore al Ramo , nonché il Sindaco Metta quale massima
autorità locale alla sorveglianza in dette materie.
Nella Storia di Cerignola, non si è mai verificato che un Comandante abbia
denunciato consiglieri di minoranza e giornalisti. Questo perché forse i vari
Comandati che man mano si sono succeduti , non abbiano mai ricevuto
diffamazioni ?. Comunque, della faccenda di cui sopra , il dubbio di rivalsa,
credo affiori in modo evidente. Ora, siamo tutti curiosi di come andrà a finire
la querela del Comandante. A proposito di querele. Che fine hanno fatto quelle
enunciate dai rispettivi palchi in campagna elettorale da Metta e Gentile?