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    Cerignola, Michela Magnifico ospite di OltreBabele al Polo Museale Civico

    La giornalista ha presentato il volume “6 novembre 1992”, nel quale racconta la storia del concittadino Giovanni Panunzio, sabato mattina

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    Si è svolta sabato mattina, presso il Polo Museale Civico di Cerignola (Piazzale San Rocco), la presentazione del libro “6 novembre 1992”, della giornalista Michela Magnifico, nell’ambito della nuova iniziativa culturale dell’Associazione OltreBabele “A Natale prendi impegni”. La giornalista foggiana si è interessata alla storia dell’imprenditore Giovanni Panunzio, suo concittadino, che, proprio il 6 novembre 1992, venne ucciso dalla mafia foggiana per essersi opposto al pagamento del pizzo e dell’associazione omonima che da anni si impegna a fare conoscere questa importante figura e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione mafia. L’incontro, cui erano presenti gli alunni del Liceo Classico “Nicola Zingarelli”, del Liceo Artistico “Sacro Cuore” e del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, si è aperto con la proiezione di un servizio, curato dalla dottoressa Magnifico, che raccontava la storia e la vicenda di Giovanni Panunzio. In seguito, la stessa ha risposto alle domande delle due moderatrici Rita Pia Oratore, organizzatrice dell’evento, e Rossella Bruno, presidente dell’associazione “OltreBabele”.

    Nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di ricordare Panunzio in quanto esempio di uomo che è stato capace di dire no, di non arrendersi e di opporsi al racket, dando finalmente inizio a un processo che ha portato al riconoscimento dell’esistenza della mafia foggiana, che fino ad allora, muovendosi in una coltre di terrore e omertà, soffocava nella sua morsa il capoluogo dauno e la Capitanata, e ad una dura lotta che si è protratta fino ai giorni nostri, portata avanti dalle Istituzioni e dalle forze dell’ordine. La mafia, tuttavia, spiega sempre la dottoressa, non è stata ancora sconfitta nonostante i duri colpi inferti dalla Magistratura e continua a proliferare in ambienti difficili e talvolta dimenticati dalle Istituzioni specialmente tra i giovani, manifestandosi con numerosissimi episodi di microcriminalità. Interessanti sono stati anche gli interventi della Prof. Genovese, del Liceo Classico, la quale ha sottolineato l’importanza di coinvolgere le scuole in queste iniziative di cittadinanza attiva e di stimolare le coscienze dei ragazzi, rendendoli consapevoli di essere elementi attivi di una social catena il cui impegno è determinante per il miglioramento della nostra società; e, a seguire, dei ragazzi del Liceo Classico e Artistico che hanno esposto le loro perplessità in merito al ruolo che può avere la cultura nella lotta contro la mafia e come i giovani possono difendersi dalle lusinghe della criminalità organizzata, pur trovandosi a vivere in condizioni difficili e lontano dalle Istituzioni.

    Che cosa ha spinto questa giornalista a scrivere e raccontare una storia tanto importante è la stessa protagonista a dirlo, in esclusiva per lanotiziaweb.it: «Credo che sia necessario per ogni giornalista impegnarsi affinché determiniate storie, che a volte rischiano di rimanere imprigionate nel silenzio delle aule di un tribunale o tra le mura domestiche delle famiglie che vivono questa tragedia, debbano uscire e che la loro attività debba trasformarsi in impegno e che esso debba giungere alla società». E il suo pensiero va ai processi di radicalizzazione nel tessuto sociale della mafia, soprattutto dal punto di vista della mentalità. E’ possibile combattere tutto questo, spiega Magnifico, «semplicemente con la cultura e con l’attività che si può promuovere attraverso le scuole, le parrocchie e le associazioni. Il compito di queste realtà è di avvicinare quei giovani che hanno meno risorse e meno fortuna perché non hanno una famiglia che possa seguire i loro passi». 

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