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    Il 3 novembre del ’57 moriva Giuseppe Di Vittorio: il ricordo della sua Cerignola

    Il più grande sindacalista d’Italia, colui che diede voce e diritti agli operai, oggi e domani sarà ricordato con un doppio evento promosso dalla CGIL di Cerignola

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    Figlio di braccianti agricoli, sicuramente ricordato come una delle figure più importanti in Italia, moriva il 3 Novembre del 1957 Giuseppe Di Vittorio. Il nostro ricordo, e quello di tutti i cerignolani, a 59 anni dalla sua dipartita, rende ancor più vivo il suo insegnamento. Studiava sottraendo a se stesso ore di riposo notturno, poiché costretto al lavoro di famiglia. La grande passione per la lettura e per l’attività politica, sin dall’età adolescenziale, lo portarono già nel 1911 ad esser nominato dirigente della Camera del Lavoro di Minervino Murge, per poi approdare poco tempo dopo a quella più importante e blasonata di Bari. Si è sempre battuto per i diritti dei lavoratori fin dai suoi primi passi come sindacalista. La questione meridionale, sempre in primo piano specie a quei tempi, portò il giovane Peppino a far parte dell’Unione Sindacale Italiana, precisamente nel comitato nazionale. Visse la prima guerra mondiale alleandosi con gli interventisti, e non perse mai di vista la questione della classe operaia, dei suoi diritti e della lotta contro i soprusi. Negli anni venti del novecento entra attivamente in politica, eletto deputato nonostante la condanna del tribunale speciale fascista, riparandosi poi in Francia. Nella seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza tra le fila delle Brigate Garibaldi. Nel 1945 fu eletto segretario della CGIL, da egli stesso fondata un anno prima con Grandi e Buozzi. Un anno più tardi entra a far parte dell’Assemblea Costituente come esponente del PCI. I grandi successi come sindacalista, la sua enorme coerenza, dimostrata in più occasioni, dall’attentato a Palmiro Togliatti fino all’intervento sovietico per la repressione ungherese, fecero crescere la sua fama di uomo politico vicino ai problemi degli operai, e lo portarono nel 1953 alla Presidenza della Federazione Sindacale Mondiale. Continuò a guidare in modo attivo il suo sindacato, CGIL, fino al 3 novembre del 1957, quando si spense a Lecco.

    Cerignola, nelle due giornate (oggi e domani), ricorderà Di Vittorio con le delegazioni della Camera del Lavoro di Lecco (Giuseppe Di Vittorio morì proprio nella città lombarda il 3 novembre del 1957) e dello Spi Cgil di Lecco, Teramo, Cesena, Ferrara e Ravenna, con i partecipanti ai campi estivi della legalità. Nella sala consiliare del Comune di Cerignola, infatti, saranno presenti il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il segretario generale dello Spi Cgil Lombardia Stefano Landini, Alessandro Langiu di Casa Di Vittorio, il presidente regionale ANCE Gerardo Biancofiore e il segretario generale Cgil Puglia Pino Gesmundo al quale saranno affidate le conclusioni della prima giornata. A presentare le iniziative delle giornate commemorative sarà Franco Persiano, segretario generale Spi Cgil Foggia. I temi del primo incontro saranno introdotti da Gianni Forte, segretario generale Spi Cgil Puglia, e dai saluti del sindaco di Cerignola Francesco Metta e del coordinatore della Camera del Lavoro cerignolana Gianni Marinaro. Pochi giorni fa la visita a Cerignola del Ministro Orlando che, in occasione dell’approvazione della legge sul caporalato, ha voluto omaggiare Di Vittorio: «Per primo si è battuto per i diritti dei lavoratori sfruttati e ha posto le basi per il testo di legge che oggi, finalmente, abbiamo approvato – ha dichiarato durante la sua visita alla lapide commemorativa del sindacalista -. Mi sembrava un gesto doveroso omaggiarlo con questa visita».

    La testimonianza dei tanti compaesani cerignolani che lo ricordano personalmente o nelle parole dei parenti più anziani, colora ogni volta la figura di Peppino Di Vittorio, come il più grande sindacalista d’Italia, colui che diede voce e diritti agli operai, colui che per la prima volta introdusse lo sciopero come arma di dissenso verso il potere, reo di non curare i mali del paese e del mezzogiorno intero, colui che in rappresentanza dei “cafoni” del sud insegnò i diritti dei lavoratori al Mondo intero. Oggi in Italia, e in particolare a Cerignola, manca tantissimo una figura come Peppino, guida e padre dei diritti dei più deboli.

    3 COMMENTS

    1. Lo ricorderemo a Torino il 20 novembre prossimo con un seminario di presentazione della recente legge contro il caporalato. Con i parlamentari Umberto D’Ottavio (Cerignola) e Colomba Mongiello (Foggia).

    2. GRANDE UOMO, GRANDE SINDACALISTA!!!! Figura incomparabile nella galassia dei sindacati. Le masse lo acclamarono, Egli sempre rispose presente!!!!!! Oggi i leader sindacali difendono strenuamente solo i loro privilegi ed i loro salari del tutto ingiustificati. Le conquiste sociali fatte grazie a PEPPINO furono tante, rimarrà sempre nei nostri cuori !!!!!

    3. La coerenza con le proprie idee è il lmiglior curriculum di cui un uomo possa disporre dinanzi alla storia dell’umanità in senso stretto . E queste credenziali una figura come il politico e poi sindacalista Peppino Di Vittorio le ha tutte possedute .

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