«L’ingegnere Calice è stato trattato con rispetto, educazione, imparzialità». Con queste parole Franco Metta spiega la questione sollevata dal noto imprenditore edile Donato Calice che, pochi giorni fa, aveva scritto una lettera aperta inviata alle Redazioni giornalistiche locali per esprimere la propria delusione circa i metodi dell’attuale amministrazione. «Si è irritato perché non ha tollerato di non aver vinto le gare di appalto di Piazza del Cinquecentenario e del Piano delle Fosse. Vittorie che gli competevano per diritto divino – prosegue il Primo cittadino -. L’Ufficio Tecnico gli ha revocato un permesso di costruire, che aveva ottenuto circumnavigando alcune normative. Ha comprato per un morso di pane un bene comunale (a Via Torino), ma da anni non costruisce (con mille pretesti) e soprattutto, non paga il prezzo di acquisto. Deve al Comune migliaia di euro che nessuno gli ha mai richiesto e pretende che nessuno gli chieda mai per quanto realizzato a Torricelli».
Alle precisazioni di carattere professionale, Metta fa seguire l’accusa di carattere politico. «Era solito “occupare” fuori dagli orari previsti per il pubblico gli Uffici al terzo piano. Ha messo in pesante imbarazzo funzionari e Dirigenti con le sue pretese. Oggi chiede solidarietà contro il fascista. Che lo ha messo in riga. Puramente e semplicemente».
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