Si chiude l’Europeo di Calcio Francia 2016, probabilmente nella maniera più sorprendente, con la vittoria del Portogallo che in pochissimi avrebbero dato per favorito all’inizio della competizione. Portogallo qualificatosi nel girone eliminatorio come una delle migliori terze e giunto in finale a battere i padroni di casa della Francia, proprio nel loro stadio e davanti al loro pubblico. Ha vinto il Portogallo di Cristiano Ronaldo, senza Cristiano Ronaldo, costretto ad uscire per un infortunio dopo pochi minuti dal calcio di inizio. Tutto bene però hanno fatto i suoi compagni di squadra che – senza di lui – hanno resistito nei 90 minuti, per poi segnare ai supplementari con Eder. Una vittoria sorprendente che chiude una stagione calcistica altrettanto sorprendente, che ha visto il Leicester vincere il campionato inglese con una squadra accreditata per ottenere una tranquilla salvezza, per poi trionfare in Premier.
I rossoverdi allenati da Fernando Santos hanno compiuto un cammino certo non appariscente, ma che ha portato i suoi frutti: solo una vittoria nei tempi regolamentari (col Galles in semifinale), tre partite su quattro della fase ad eliminazione diretta concluse ai supplementari o ai rigori (con la Polonia dei quarti). Una squadra che ha prevalso in una sola circostanza nei 90 minuti, ma che d’altra parte ha chiuso il torneo da imbattuta -particolare non marginale- e che, proprio per il fatto di aver trascinato gli avversari ai prolungamenti, ha saputo concretizzare al massimo le sue doti di “sfinimento”. È forse la dimostrazione che nel calcio di oggi non contano più soltanto i grandi talenti, ma conta lo spirito di squadra, il senso di appartenenza e di attaccamento alla maglia. Ed in verità è stata la tendenza di questo Europeo, con gli exploit anche di Galles ed Islanda: poca tecnica ed inventiva, molto agonismo e pragmatismo. Non contano più le figurine degli idoli che ti mollano nei momenti più importanti, ma conta quella voglia di “sudare” in campo e non sui social, che cerca il bello nelle azioni in campo e nelle coreografie dei tifosi e non nelle trovate pubblicitarie o nelle sfilate di moda. Mentre le “grandi” chiacchierano sui giornali e affollano le tv, le “piccole” costruiscono il loro sogno e passo dopo passo cercano di avvicinarsi ad esso e, nel caso di Leicester e Portogallo, realizzarlo.
Bravi bravi i portoghesi, hanno vinto meritatamente!!!!!!