Il Sindaco di Cerignola replica alla nota stampa di Tommaso Sgarro, nella quale il piddino metteva in evidenza come rispetto agli auspici di rilancio dell’interporto annunciati al primo consiglio comunale tenuto da Metta si opponga ora la messa in liquidazione della Ofanto Sviluppo s.r.l., società di gestione del monumento allo spreco voluto a Cerignola dalla destra anni novanta. Franco Metta si difende adducendo varie motivazioni: «ho dato alla società destinata a gestire l’Interporto il miglior consiglio di amministrazione possibile. […] Abbiamo intensamente lavorato per sei mesi, tentando un difficile salvataggio. Le abbiamo provate tutte. Girato per aziende, società, enti istituzionali e non. Niente da fare. Occorrerebbero troppi denari».

«Non abbiamo trovato nemmeno la documentazione necessaria» continua il Sindaco. «La società Ofanto Sviluppo non ha registri contabili e nemmeno bilanci approvati. La distruzione delle strutture e degli impianti è totale ed irreversibile. Non resta che prenderne atto. Il CDA non è in grado nemmeno di provare a redigere un bilancio. Insieme ai revisori ha proposto la messa in liquidazione, perchè altro non si può fare e perché la legge, in queste condizioni, lo impone. Dunque, che liquidazione sia e la proporrò al Consiglio Comunale». Sgarro nella giornata di ieri aveva ricordato quanto affermato dallo stesso Metta durante la prima assise da Sindaco. «…fino ad oggi per la comunità di Cerignola l’interporto è stato solo un costo e non ha prodotto una sola giornata di lavoro. Cambiamento sarà anche questo. Riuscire a riattivare l’interporto. Riuscire a renderlo produttivo. Stiamo lavorando anche in questa direzione, affidando, e ve lo anticipo, ovviamente anche questo un segnale di vecchia politica». Oggi invece lo stesso Sindaco afferma «non resta che sancire con la liquidazione il fallimento di chi ci ha preceduto», e di chi aveva prospettato un impossibile futuro di cambiamento.