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    Rischio fallimento SIA: parla il Sindaco di San Ferdinando Michele Lamacchia

    Sotto la lente d'ingrandimento crediti insoluti, contratti e costi. Cerignola ha debiti per 4 milioni di euro, «chi ha ricevuto servizi deve onorare i pagamenti».

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    Al centro del dibattito politico locale (e non solo) ci sono ancora i rifiuti, ma soprattutto la loro gestione, operata da SIA, società oggi in evidenti difficoltà economiche, per la quale si è addirittura paventato l’imminente fallimento. A parlarne, con dovizia di particolari, è stato Michele Lamacchia, Sindaco di San Ferdinando, in una intervista esclusiva a lanotiziaweb.it.

    «Premesso che il mio primo interesse è uno stato di salute buono per SIA, ritengo vi siano degli aspetti gestionali critici che vanno ben approfonditi, altrimenti si rischia di offrire una visione parziale dei fatti. Sul fronte dei servizi che SIA eroga bisogna fare una seria discussione sui crediti insoluti, i contratti e i costi. In un bilancio annuale di circa 18 milioni di euro vi è un ammanco di circa 8,5 milioni di euro per i comuni del bacino e 2 milioni di euro per i comuni fuori bacino. Nello specifico Cerignola deve alla SIA 4 milioni di euro, 1,8 milioni per il 2015 e 2,2 milioni per il 2016. Comprensibile a tutti che la risoluzione dei problemi di SIA passa anche da questo: innanzitutto chi ha ricevuto servizi deve onorare i pagamenti. A questo si aggiungono i contratti stabili, che ad oggi hanno solo San Ferdinando di Puglia dal 2013 e Trinitapoli dal 2014, contratti a lungo termine – di 9 anni – che garantiscono un certo stato di salute e stabilità sul fronte delle entrate e, soprattutto, prevedono il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata come prescrive la legge in materia».

    Non vi è quindi, a sentire Lamacchia, l’esigenza di redigere nuovi contratti per tutti i comuni, come sostiene invece il Presidente del Consorzio Franco Metta, ma solo per quei comuni che un contratto non ce l’hanno, come Cerignola, Cinque Reali Siti e Margherita di Savoia. Infatti il contratto, che permette regolarità di pagamento come avviene per San Ferdinando, è «conforme a quanto previsto dal D.L. 152/2006 e alle disposizioni regionali attuative (L.R. 24/2012 e DGR 11 febbraio 2013, n. 194)» e «il corrispettivo del servizio previsto è stato progettualmente calcolato da SIA ed è valido e sostenibile economicamente», come hanno scritto i Sindaci di Trinitapoli e San Ferdinando in una missiva del 13.6.2016 indirizzata al Presidente del Consorzio, ai Sindaci e al CDA di SIA.

    FotoaereaPiazzaUmbertoINon ultimo il problema dei costi del servizio. «Il contratto di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli – spiega il Sindaco della Bat – è stato redatto da SIA. Lo stesso dovrebbe avvenire per gli altri 6 comuni. Per fare ciò bisognerebbe quindi fare un piano aziendale per SIA, per comprendere qual è il costo uomo, qual è l’incidenza macchine, fino a giungere alla verifica della produttività sia della forza lavoro sia dell’intera organizzazione. Verificare poi se la politica degli acquisti è giusta. Fare quindi una serie di verifiche per consentire a SIA di svolgere il proprio lavoro ad un costo giusto, anche perché io amministratore voglio sapere se i costi che pagano i comuni, e quindi i cittadini, sono congrui». Quanto detto però attiene ai servizi che SIA rende ai comuni. Connesso a ciò c’è la gestione degli impianti, che non si riducono alla sola discarica consortile. «L’impianto di compostaggio ad esempio, per il quale si è ottenuto anche un finanziamento di 4 milioni, oggi non so che fine ha fatto – denuncia Lamacchia -. L’impianto di biostabilizzazione è appaltato, ma con ritardo si sta procedendo alla realizzazione, considerato che si tratta di un progetto già definito ad aprile scorso. Non ultimo il VI lotto, con AIA approvata, per la quale – ribadisce il Sindaco di San Ferdinando – Cerignola ha espresso parere positivo. Il blocco di questo VI lotto è stato un danno per SIA e vi sono delle precise responsabilità».

    raccolta-differenziata-rifiutiRACCOLTA DIFFERENZIATA «Come comune noi di San Ferdinando – continua Lamacchia – abbiamo fatto una scelta nel 2013, optando per la Raccolta Differenziata. Sono aumentati i costi ma con notevole beneficio ambientale. E San Ferdinando dagli ultimi dati risulta avere il 66,42% di RD. Simile la situazione a Trinitapoli, con il 56,46%. Non possiamo dire lo stesso per altri comuni, soprattutto per Cerignola». Infatti se Margherita è al 37,61% e Ordona al 33,75%, i restanti comuni dei Reali Siti registrano percentuali basse. Con il 13,13% Stornarella, il 10,67% Orta Nova, 5,76% Carapelle, 5,10% Stornara. Chiude il Comune di Cerignola con il 3,17%, percentuale bassissima per il Comune più grande, che conferisce maggior quantità di rifiuti in discarica. Un minimo raggiunto nell’ultimo anno, infatti a Cerignola la RD aveva raggiunto in passato percentuali intorno al 18%.

    QUALI SOLUZIONI Esistono delle strade per salvare SIA? abbiamo chiesto a Michele Lamacchia. «Certo che esistono, e passano del recupero crediti immediato, dal piano aziendale e quindi dall’efficientamento del servizio e dei costi, e non ultime dalle procedure ad evidenza pubblica». Ma non è tutto. «Il 2014 SIA ha chiuso il bilancio 2014 con 158 mila euro di utile. Il 2015 ci sarà perdita di 2,5 milioni di euro circa. Un segno meno giustificato, pare, dall’eliminazione dai bilanci di crediti inesigibili da parte dei revisori. Su tale punto ritengo si debba fare ulteriore chiarezza. Così come, SIA non può finanziare il consorzio, soprattutto in una situazione di difficoltà come quella che stiamo attraversando. Il consorzio si deve finanziare per i servizi che rende o con quote dei soci».

    mettaSU METTA «Credo che il presidente del consorzio debba necessariamente dare il buon esempio. Ad esempio è difficile per un Sindaco dire agli assessori che bisogna essere ligi al dovere se lui stesso non lo è. Il comune in cui è Sindaco il presidente – Cerignola – doveva essere d’esempio, sia per la regolarità dei pagamenti, sia per la differenziata». Una dura bordata all’indirizzo di Franco Metta e della sua gestione politico-amministrativa in materia di rifiuti. «Bisogna poi aggiungere la visione strategica dei contratti e degli impianti. Si può anche dire no agli impianti – al VI lotto – ma motivando strategicamente. Ad esempio, se tutti avessimo avuto la raccolta differenziata si sarebbero aperte prospettive differenti, meno rifiuti sarebbero finiti nell’ormai esaurito V lotto. Pensare di stare sempre in campagna elettorale è complicato. Ad un certo punto bisogna confrontarsi su tutti i temi e amministrare».

    SUL NUOVO MANAGEMENT «Dare un giudizio a pochi mesi sarebbe ingeneroso. Vero è però che la complessità di tale società necessitava di un cambiamento più graduale. E aggiungo. Se qualcuno pensa che il sistema ASIA o AMICA debba permeare SIA il destino è segnato. Oggi le società pubbliche vivono se sono efficaci ed efficienti, perché abbiamo un controllore inflessibile che è la tasca del cittadino». Le criticità in SIA, l’ipotesi di fallimento e la possibilità che possano finire per strada oltre 300 dipendenti sono fatti più che fondati. Così come, dopo l’esaurimento della discarica di Forcone-Cafiero, certo è il no di Grottaglie all’accoglimento dei rifiuti di Cerignola. Ci vorranno 10 giorni per effettuare le analisi richieste, prima che Grottaglie possa dare l’ok allo sversamento nei propri bacini. Al momento la priorità è salvare SIA. «Il Comune di San Ferdinando è impegnato a stare dentro, se ci fanno stare e se l’intero sistema viene riportato ad un equilibrio, con costi sostenibili – conclude Michele Lamacchia -. Non farò mai dei contratti che siano vessatori nei confronti dei cittadini di San Ferdinando e che non tutelino una SIA in risanamento».

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