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    Cerignola, dibattito su accoglienza ed integrazione presso il salone dell’episcopio | FOTO

    Il convegno è stato organizzato dall'associazione “Scienza e Vita”

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    Nel pomeriggio di venerdì 31 marzo, presso il salone “Giovanni Paolo II” dell’Episcopio, ha avuto luogo il tavolo di lavoro “Il volto umano dell’accoglienza: dai nostri ghetti ai corridoi umanitari”, organizzato dal “Movimento Scienza e Vita”. Il fine per cui è stato organizzato questo incontro era coinvolgere la cittadinanza in un discorso riguardante la presenza di migranti sul nostro territorio e la loro integrazione: “Siamo convinti – ha spiegato la dott.ssa Italia Buttiglione, moderatrice del tavolo e presidente dell’associazione di Cerignola, nel suo intervento di apertura – che affinché avvenga il miracolo dell’integrazione ci sia bisogno di tutti i cittadini, non solo degli operatori sociali”. La dott.ssa Buttiglione ha inoltre ringraziato il vescovo, S.E. Mons. Luigi Renna, per l’interesse mostrato e l’impegno profuso da parte della Diocesi riguardo questo tema. Secondo Mons. Renna ciò che ci interpella nel rapporto con i migranti è “la storia stessa del nostro territorio, che ci ricorda che siamo un popolo abituato ad accogliere ed integrare, e il Vangelo, che, attraverso la voce di Papa Francesco, ci ricorda che la proclamazione del mistero della morte e resurrezione di Cristo ha un contenuto fortemente sociale, perché Egli è morto per la salvezza della nostra vita, dei nostri valori e delle nostre idee”. 

    Prima degli interventi dei relatori, il poeta altoatesino Eros Olivotto ha declamato un proprio componimento sulla ricerca di Dio da parte dell’uomo. In apertura di dibattito è intervenuto don Dante Carraro – sacerdote e medico direttore del C.U.A.M.M. (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) Medici per l’Africa – il quale ha mostrato la mappa mondiale dei flussi migratori ed ha illustrato la drammatica situazione socio-sanitaria dei paesi del centro Africa dove il C.U.A.M.M porta il suo preziosissimo supporto. Il missionario di origine veneta ha raccontato di aver avuto a che fare con l’ebola durante il suo periodo in Sierra Leone, di come in Sudan (un Paese grande due volte l’Italia) ci sia appena un’ostetrica ogni 20.000 partorienti, dell’Etiopia che, pur avendo il doppio degli abitanti italiani, ha appena una ventina di ortopedici in tutto il Paese, del Mozambico che, pur essendo due volte e mezzo il nostro Stivale, abbia soltanto un medico ogni 180.000 abitanti. La sua associazione è in quei luoghi dal 2006, con risultati ragguardevoli: gli ospedali gestiti in Sudan sono passati da uno a cinque, mentre nell’Africa Subsahariana si occupa di 22 ospedali, in ognuno dei quali vi è una scuola per ostetriche.

    L’Africa ti insegna – ha dichiarato don Dante Carraro in esclusiva a lanotiziaweb.itad avere fiducia nella vita nonostante tutto. I problemi ci sono e sono giganteschi, ma l’Africa ti insegna a non perdere la fiducia, la determinazione e la costanza. Noi non siamo chiamati da Dio a risolvere i problemi del mondo, ma senza dubbio a fare la nostra parte”. Secondo don Dante, alla base dei fenomeni di intolleranza e reticenza ad accogliere, vi è l’ignoranza e la disinformazione: “Il ruolo di giornalisti seri, comunicazione fondata sulla realtà e non sui luoghi comuni è fondamentale. Quando tocchi con mano certe realtà capisci in maniera più equilibrata queste cose e la comunicazione in questo senso può diventare, a seconda dell’uso che se ne fa, uno strumento positivo o negativo”. Ha fatto seguito l’intervento del sen. Lucio Romano – vicepresidente della Commissione Politiche Ue e Commissione Diritti umani – che ha illustrato qual è la risposta istituzionale rispetto al fenomeno dell’immigrazione. “Si tratta di una sfida di umanità, soprattutto in alcune regioni – ha dichiarato il sen. Romano in esclusiva per lanotiziaweb.it -. Siamo oggi qui in Puglia ma pensiamo anche alla Sicilia, regioni dove grava maggiormente il tema dell’accoglienza. Vogliamo trovare delle soluzioni, delle risposte concrete ed una perfetta sinergia tra le Istituzioni locali e quelle nazionali. È un percorso che si deve fare insieme e che deve coinvolgere non solo le altre regioni italiane, ma anche altri Paesi europei. L’Italia è impegnata in accordi bilaterali, con Stati come Libia, Niger, Tunisia, ma si occupa anche di creare possibilità di sviluppo in sintonia con l’Europa, col progetto “Migration Compact” (azioni in partnership con l’UE volte a creare condizioni di sviluppo economico nei territori di provenienza, ndr), una grande iniziativa del governo italiano”. Sulla recente approvazione definitiva della legge sulla tutela dei minori non accompagnati: “È una legge di grande civiltà e di grande tutela ed è la prima in Europa. Siamo felici che abbia visto la luce in Italia, poiché siamo un Paese che crede nei valori dell’accoglienza e dell’integrazione”.

    Successivamente, la parola passa a Rino Pezzano – vicesindaco e assessore ai servizi sociali del Comune di Cerignola – che ha spiegato quali sono gli importanti progetti riguardanti l’accoglienza e l’assistenza dei migranti dell’Amministrazione comunale, fra tutti lo sportello SPRAR (Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, ndr). Il contributo conclusivo è stato quello del cardiochirurgo pediatra Giuseppe Caianello: “Porto la mia testimonianza, quella della missione in Tanzania – ha dichiarato alla nostra testata – che ho deciso di ripetere ogni anno. L’Africa è un continente affascinante di cui spesso si parla con toni di titubanza e paura, dato che si racconta solo di guerre, malattie e morte. L’Africa invece è un posto fatto di sguardi, di bellissimi sorrisi di bambini che hanno bisogno d’aiuto”. Sulla questione dell’accoglienza agli immigrati: “L’Italia sta facendo molto in questo. La legge sulla tutela dei minori non accompagnati è una cosa bellissima. Penso che certi leader politici di altri Paesi dovrebbero fare un po’ di attenzione in più al loro modo di agire. Si capisca che la gente non ha certo il piacere di fuggire: lo fa perché costretta da grossi problemi. Noi che siamo molto più fortunati dovremmo pensarci. In Africa ho visto la mancanza di acqua corrente e di luce elettrica”. Ha chiuso la conferenza la testimonianza di Mbaye, ragazzo senegalese che, supportato dalle istituzioni, ha costituito assieme ad altri immigrati a San Severo una cooperativa per i migranti, con lo scopo di aiutarli a trovare un posto di lavoro.

    Gioacchino Matrella-Giovanni Rubino

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    1 COMMENT

    1. Dopo aver letto quest’ articolo si evince che é urgentemente necessario agire e fare qualcosa ( o meglio, tutto) nei loro Paesi, e non importare gente qui da noi!!!!! Vanno aiutati, certo, sicuro, ma nei loro Paesi.

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