Sabato 25 febbraio, presso l’aula magna del Liceo Classico “Nicola Zingarelli”, a partire dalle ore 10.30, si è tenuta una conferenza sul tema: “Tra guerra e dopoguerra: la Chiesa e la ripresa della vita democratica in Italia 1943-1946”. Argomento del convegno il ruolo ricoperto dalla Chiesa Cattolica negli anni dell’occupazione e la nascita della Repubblica. In veste di relatore il prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa a Roma e docente di Storia della Chiesa nell’Università Pontificia Salesiana di Roma, nella Facoltà Teologica Pugliese di Bari, nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” a Foggia e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Nicola, il pellegrino” a Bari. L’introduzione è stata curata dalla prof.ssa Deborah Vitullo, docente di storia e filosofia presso il Liceo Artistico “Sacro Cuore”.
Nel suo intervento, Dibisceglia ha analizzato l’azione della Chiesa Cattolica durante la formazione di regimi totalitari fascisti negli anni ’20 e ’30 del Novecento e il suo ruolo determinante di Istituzione che ha permesso la ricostruzione dell’identità nazionale italiana nel dopoguerra. Al termine della relazione, gli alunni delle classi 5 del liceo classico e liceo artistico presenti all’incontro, hanno avuto l’opportunità di sostenere un confronto in merito all’argomento con Dibisceglia esponendo le proprie curiosità ed interrogativi. Come la Chiesa operi “politicamente” ai giorni nostri, in un contesto di rinascita di alcuni movimenti populisti di destra in Europa, è lo stesso Dibisceglia a spiegarlo in esclusiva per lanotiziaweb.it: «Difronte ad un riavanzare di alcuni populismi e nazionalismi in Europa – sebbene ci siano grandi differenze tra i regimi di destra degli anni ’20 e alcuni governi europei di destra e di matrice populista dei giorni nostri che i mass media a volte ci presentano come “regimi”- si erge la figura di uno dei papi più “politici” di sempre, come Francesco, che intende la politica come bene comune e che fa politica quando afferma la necessità di una politica dell’accoglienza, che è forse la risposta più adeguata a questi nuovi flussi umani e politici».