Martedì 11 aprile alle ore 16, presso l’aula magna del Liceo Classico “Nicola Zingarelli”, si è tenuto l’incontro filosofico intitolato “Bellezza e realtà”. Il convegno ha visto la partecipazione, in qualità di relatore, del prof. Costantino Esposito, docente ordinario di “Storia della filosofia” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari Aldo Moro; autore di numerose traduzioni, introduzioni e saggi sul pensiero di Kant, Heidegger e Suarez e di manuali di filosofia per i licei e le università; relatore di numerose conferenze a livello internazionale, nonché direttore della rivista “Quaestio” ed editorialista ai quotidiani “Avvenire” e “La Gazzetta del Mezzogiorno”. L’introduzione è stata curata dal prof. Gianluigi Panella, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico.
Nel corso dell’incontro il prof. Esposito ha dissertato in merito al tema della relazione tra bellezza e realtà, proponendo all’uditorio la tesi che: «nell’esperienza soggettiva della bellezza, noi abbiamo la possibilità di conoscere di più la realtà e di comprendere il significato delle cose» – come ha dichiarato in esclusiva per lanotiziaweb.it – ed ha argomentato la sua teoria servendosi degli scritti dei grandi filosofi che si sono interessati di questo problema, come Platone, Sant’Agostino, Hume, Kant ed Heidegger. Particolarmente interessante è stato il percorso basato sulle opere del pittore francese Paul Cèzanne, «l’autore che – secondo il prof. Esposito – teorizza la logica della bellezza, poiché egli ci fa capire cosa la percezione del bello ci può fare conoscere».
Pur trattandosi di una tematica ostica, il disquisire in merito al rapporto tra bellezza e realtà, ha dato adito a spunti di riflessione su cosa abbia a che fare la bellezza con una società oppressa dalla logica del profitto e dalle convenzioni sociali, soprattutto alla luce di eventi drammatici, come le ultime vicende in Siria: «E’ chiaro che in una società di violenza barbarica come quella dell’ISIS, che distrugge i siti archeologici, o una società totalmente piegata all’organizzazione tecnica della cultura, la bellezza diventa un rito seriale – spiega ai nostri microfoni il prof. Esposito -. Tuttavia io ritengo che la bellezza sia una risorsa infallibile nell’esperienza umana perchè è qualcosa che ci attrae: anche un assassino si fermerebbe, almeno per un attimo, davanti ad una sinfonia di Mozart. Ma soprattutto ci invita a capire che il senso delle cose è positivo e che la realtà è per noi».