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    Fiera del libro, il Procuratore Franco Roberti sulla mafia: «bisogna sconfiggere la paura»

    Il monito del giudice: «la collusione con la mafia non paga»

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    Al via la Fiera del Libro nella giornata di ieri 22 settembre nella suggestiva cornice delle Officine Fornari: è l’ottava edizione di un appuntamento che ha visto arrivare a Cerignola diverse personalità di spicco e che vedrà ospiti di rilievo anche nella tre giorni 2017.

    IN MATTINATA Come di consueto mattinata dedicata alle scuole, tra visite e laboratori; ci sono le letture animate dell’A.ge. Cerignola e la presentazione delle “Fiabe ecologiche” di Daniele Giancane.

    FRANCO ROBERTI Ospite clou nella prima giornata della fiera è il giudice Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, intervenuto per presentare il suo libro intitolato “Il contrario della paura. Perché terrorismo islamico e mafia possono essere sconfitti”, edito da Mondadori. Roberti racconta, attraverso gli episodi e gli accadimenti della sua lunga ed onorata carriera, la lotta ai nemici dello Stato e della democrazia. Filo conduttore dell’opera è l’invito a non cedere alla paura di fronte alla barbarie del terrorismo islamico ed alla violenza ed ai soprusi della criminalità organizzata: come spiega il giudice Roberti: «Bisogna conoscere bene i fenomeni criminali per sconfiggere la paura»; una paura che può degenerare in razzismo, xenofobia ed addirittura in un’involontaria collaborazione con la mafia. Il perché di questa metamorfosi è il procuratore stesso a spiegarlo ai microfoni de lanotiziaweb.it: «Non siamo ancora riusciti a far passare l’idea che rispettare la legge sia più conveniente che infrangerla e che lo Stato di diritto non riconosce alcun potere al di fuori della Legge, il cui rispetto è nell’interesse della democrazia e di tutti i cittadini onesti».

    Nel corso dell’incontro, moderato dai giornalisti Mario Valentino e Giovanna Montanaro, Roberti ha parlato di terrorismo – raccontando l’impegno e l’enorme sforzo delle Istituzioni per proteggere la nostra nazione – e soprattutto di mafia, con la quale – come racconta lo stesso giudice campano nel suo libro – ha dovuto misurarsi sin dai primi anni della sua carriera con l’inchiesta sui cosìddetti “crolli facili” del terremoto in Irpinia dell’80, filone giudiziario che dimostrò l’intromissione del clan Nuvoletta nell’edilizia campana. Il Procuratore nazionale antimafia ha analizzato in particolar modo la situazione del Foggiano, territorio asfissiato da una mafia a suo dire «sottovalutata dal punto di vista mediatico», che ha il suo punto di forza «nella capacità di inserirsi nel mercato globalizzato sfruttandone tutte le risorse» e che soprattutto prolifera grazie ad una mentalità per la quale si perde la percezione del limite fra legale ed illegale; una mentalità così diffusa a tal punto da «spingere la società civile e la classe politica a scendere a patti con la mafia pur di sistemarsi». Il monito che dai nostri microfoni il giudice campano rivolge alla società civile del nostro territorio è perentorio: «Le collusioni con la criminalità non convengono e non pagano, bisogna avere fiducia nello Stato»; tuttavia non manca di sottolineare come «le Istituzioni devono meritarsi la fiducia dei cittadini cercando di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per contrastare efficacemente le mafie nell’interesse della comunità. Mafia e terrorismo vogliono che la nostra società imploda e sacrifichi i propri valori, ma non ci riusciranno mai», conclude.

    IL PREMIO Al termine Roberti ha ricevuto il premio “La città che volta pagina” come segno di riconoscenza del territorio nei confronti di un uomo che ha fatto della lotta al nemico dello Stato la sua vocazione.

    OSVALDO BEVILACQUA In chiusura di serata è intervenuto il conduttore della trasmissione “Sereno variabile” Osvaldo Bevilacqua che ha presentato il suo libro “Antiche strade d’Italia. In cammino tra borghi, sapori e tradizioni”. Nel raccontare i “suoi” cammini, Bevilacqua ne ha approfittato per annunciare una tappa cerignolana, nei prossimi mesi: «voglio raccontare anche questa città, voglio conoscerne i sapori e le tradizioni».

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