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    Il mare precario di chi non lavora. Mille famiglie non vivono l’estate

    Le storie di padri di famiglia che faticano a sbarcare il lunario e debbono negare le vacanze ai figli

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    L’amara estate di chi non penserà neppure ad una vacanza è il triste rovescio della medaglia della bella stagione, quella fatta di ferie programmate, momenti ludici e relax. E’ una situazione che riguarda oltre 1000 nuclei familiari, quelli che oltre a non percepire reddito superiore ai 5mila euro al mese – e sono ben più di mille – vivono in situazione di reale indigenza. Per queste famiglie non esiste il mare, non esiste un giorno di ferie, non esiste la possibilità neanche di pensarci. A raccontarlo è Mario, padre di tre bambine, occasionalmente, quando c’è qualche giornata, bracciante agricolo. «E’ una vergogna per me negare oramai da due anni il mare ai miei figli – confessa amaramente il trentasettenne -. Chi queste situazioni non le vive non può capirle. Un tempo lavoravo, sempre in campagna, e guadagnavo cifre che mi permettevano di vivere. Oggi non ci riesco più, chi fa le squadre vuole persone giovani, che lavorano tanto e che si possono sottopagare. Io sono anche andato in campagna a 25 euro al giorno, ma credetemi con 750 euro al mese, se lavori tutti i giorni, non è possibile portare avanti una famiglia». Una storia amara, che non è fatto isolato. «Sono molti quelli come me che non accettano di essere sottopagati e fanno la fame. Non sono più riuscito a pagare l’affitto due anni fa e sono stato sfrattato. Ho vissuto in case di fortuna, ospite, ma con tre bambine è davvero difficile».

    Seppur esistono iniziative sociali per offrire supporto alle famiglie nei periodi estivi, per tante famiglie la vergogna da un lato e la poca informazione dall’altro diventano malgrado tutto da supporto alla negazione del diritto ad esser bambini. Ma proprio quando si crede di aver toccato il fondo, c’è di peggio. Mariana – nome di fantasia -, 7 anni, di nazionalità rumena, il mare non lo ha mai visto. E’ nata in Italia, vive a Cerignola da sempre ma non ha mai fatto un bagno in mare. Ne ha sentito parlare dalla sua maestra e dagli amici di scuola. Conosce invece il fiume, dove in alcuni pomeriggi d’estate – si tratta verosimilmente dell’Ofanto in località Tavoletta – fa il bagno con alcuni suoi familiari. A raccontarcelo è il fratello maggiore, 15 anni, bracciante agricolo.

    Ma non è solo questo il disagio. Sarà un’estate amara anche per Matteo, ex-dipendente di un’azienda agroalimentare che ha perso il lavoro lo scorso febbraio. Ha una moglie, un figlio di 4 anni e un mutuo, che non paga dallo scorso aprile. Lavora saltuariamente e riesce a stento a tirare avanti. Il mare lo ha visto per due ore di pomeriggio agli inizi di luglio. Poi lo ha guardato e continuerà a guardarlo da lontano; fa adesso il parcheggiatore in un lido tra Margherita di Savoia e Zapponeta guadagnando 400 euro al mese. «Mi accontento, posso dire che quest’estate vado al mare ogni giorno» ironizza tristemente. Tre storie diverse, ognuna a modo suo cruda, con dettagli che tolgono il fiato. Quel che fa più male però sono le pause nei racconti dei protagonisti, le frasi a metà, le parole non dette.

    Gennaro Balzano
    La Gazzetta del Mezzogiorno

    5 COMMENTS

    1. Articolo completamente inutile e privo di senso. Le vacanze, il mare , la montagna, chi non puo’ permetterselo non vede…dove sta il problema?

        • … Da come ti esprimi, ho l’impressione che la bestia non sono io, e che lurido sei tu e tutti quelli come te. Ti auguro una pessima giornata.

          • lei è arrabbiato ma l’articolo secondo noi non l’ha capito proprio. Si vuole mettere in rilievo – glielo spieghiamo noi – che ci sono sempre più frequenti e pesanti sacche di povertà, di quella quotidiana che non ti permette 20-30 euro di ombrellone o anche la spiaggia libera, con tanto di divertimenti, giochi al lido per i figli e tutti i nessi e connessi … sacche di povertà che non coinvolgono direttamente e solamente il cerignolano ma anche chi a Cerignola ci vive da anni, ormai stabilmente, provenendo da zone lontane a lavorare … poi ci sono quelli che non possono andare al mare ma hanno il cellulare di 5-600 euro. Ma questa è un’altra storia. In questo caso i soldi li trovano nei modi più loschi e merdosi che si possa immaginare. Non si arrabbi troppo però.

            • Gentile “camomilla”, lei non deve spiegare niente a nessuno perché forse non ha capito nulla:arrabbiato parla semplicemente del fatto che chi non può andare al mare non ci va, si può vivere tranquillamente anche senza… Se poi vogliamo fare il discorso che tutti ci vanno e anche io ne ho il diritto, allora meglio troncare la discussione qui. Le racconto una storia di circa 20 gg fa, in Sardegna una famiglia di zingari ha occupato abusivamente una villa in riva al mare, ai carabinieri si sono giustificati dicendo che anche loro avevano diritto alle vacanza…. Lascio a lei i commenti

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