Lo spettro di una saldatura tra le tre realtà
Anche perché gli investigatori ritengono possibile un avvicinamento tra le organizzazioni criminali della provincia. “Abbiamo notato traffici di stupefacenti sempre più frequenti tra la mafia albanese e i gruppi foggiani – ragiona Silvis – E nelle operazioni che hanno portato al sequestro di centinaia di chili di marijuana sono stati fermati elementi legati a tutte e tre le realtà presenti nella provincia di Foggia. Un fenomeno nuovo che seguiamo con attenzione: La Società, i clan di Cerignola e quelli garganici sono ancora realtà separate, ma potrebbero amalgamarsi e creare una cupola estendendo la loro influenza al di fuori del territorio nel quale hanno agito finora”. Del resto, anche la relazione della Dia del gennaio 2017 parla di una situazione “fluida” e pone l’accento su una realtà feroce e impenetrabile che due mesi fa il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, ha definito la quarta mafia.

Il questore: “Denunciate”. E Libera va da Locri a Foggia
Abituata finora ad operare nel silenzio non solo dei suoi affiliati, ma anche della popolazione. Nel pieno della stagione delle bombe piazzate per le vie di Foggia ai danni dei commercianti, Silvis annunciò di voler denunciare gli omertosi. “Un’evidente provocazione, non lo avrei mai fatto. Ma serviva un segnale, perché quando qualcuno denuncia, ci attiviamo e portiamo a termine le indagini. A chi decide di non tacere non è mai accaduto nulla – spiega oggi il questore – Riusciremo ad annientare la mafia solo quando i cittadini si alzeranno e decideranno di fidarsi di noi”. Intanto il ministero dell’Interno ha rinforzato la presenza sul territorio con la creazione di un nucleo del Ros dei carabinieri, mentre le associazioni antimafia continuano a tenere alta l’attenzione sulla realtà foggiana. Da tempo viene chiesta l’istituzione di sede operativa della Dda. Un segnale forte arriverà nella prossima primavera da Libera di don Luigi Ciotti, che ha deciso di spostare da Locri a Foggia la manifestazione nazionale nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia. Per accendere i riflettori su questa terra con troppe pallottole e ancor più silenzi.

Tratto da ilfattoquotidiano.it – di Andrea Tundo – 24/06/2017