Un’esplosione di colore tra l’asfalto e il cemento. È l’opera di Alessandro Suzzi – street artist originario di Trani che da anni gira l’Italia per portare la sua arte tra strade e palazzi – che è stata pazientemente realizzata nel corso della scorsa settimana dal muralista pugliese presso il centro sociale “Don Antonio Palladino” nel quartiere San Samuele, in via Gran Sasso, all’estrema periferia sud di Cerignola. Suzzi è arrivato a Cerignola nell’ambito dell’iniziativa “Fart-Fatti urbani” e “Natale all’Ex-tribunale” promosse dall’Assessorato alle Politiche Giovanili di Cerignola e dall’Associazione AAD “Arte Architettura Design”.
Come egli stesso ha spiegato ai nostri microfoni, questo suo murales si inserisce in un contesto molto ampio che parte da lontano: «Mi sto occupando di un progetto che si chiama “Gods in Love”, dei in amore, per il quale penso e realizzo murales ispirati alla reinterpretazione di eventi biblici in chiave surrealista dalla quale è nata un’iconografia molto personale – dice l’artista -. Questo progetto parte nel 2008 su tela e nel 2012 si sposta sui muri perché la strada è sempre stata la mia passione». Due mani che si scontrano, realizzate alla maniera surrealista che ricorda vagamente lo stile di Mac Ernst, l’una impegnata nel bloccare l’impeto di violenza dell’altra. È questo il soggetto realizzato dal muralista tranese che ci ha fornito una propria interpretazione dell’opera: «Da un lato possiamo vedere l’unione tra due realtà che si incontrano, dall’altro c’è uno stop che vuole fermare una condizione di violenza. Tuttavia non mi piace dare un significato unico alle mie creazioni, preferisco che vengano interpretate da chi le guarda con la propria sensibilità».
È comunque evidente il significato sociale dell’opera, non solo nella sua raffigurazione, ma anche come intervento di riqualificazione urbana: «La street art oltre a lasciare un’opera a un quartiere diventa un’occasione per incontrarsi e confrontarsi. Affianco all’opera di rivalutazione di una struttura o di una strada c’è un forte momento di socializzazione». Il murales di Suzzi conclude il percorso di valorizzazione delle periferie iniziato con l’installazione realizzata dallo street artist Bifido nel rione Torricelli nel mese di ottobre promosso dall’Associazione AAD “Arte Architettura Design”.
«L’idea di lavorare sulla street art non poteva partire se non proprio dai quartieri periferici poiché il significato di questa operazione è proprio un attacco di arte in un contesto sociologico e urbano a rischio», spiega il presidente dell’Associazione Arch. Raffaele Defilippis, che sottolinea anche come ci sia stata una buona risposta da parte dei residenti: «La street art riscuote sempre grande attenzione ed interesse perché gli artisti che chiamiamo sanno sempre farsi voler bene. Anche Alessandro è rimasto molto colpito dalla risposta di un contesto che gli era stato dipinto come difficile». L’opera di riqualificazione e sostegno sociale non si limita a questo, ma comprende anche il calendario di iniziative che si stanno svolgendo in questi giorni presso l’ex-tribunale: «Abbiamo creato una rete di associazioni culturali che lavorano e sperimentano nuovi laboratori e soluzioni. È una formula che sta riscuotendo molto successo anche tra la cittadinanza che si sta affezionando a questi format e di cui siamo pienamente convinti della bontà».